09 settembre 2005

Rovesci e temporali sparsi su tutte le regioni, anche di forte intensità in particolare Lazio

Dovrei passare dal meccanico a cambiare l'olio, ma come al solito qualche intervento del signor "soluzione pronta" al lavoro mi fa uscire tardi.
Piove da dopo pranzo, il cielo è tutto nero (a Roma si dice "s'è messo paro").
Ho già dovuto aprire la visiera, non vedo niente, le macchine mi tirano addosso l'impossibile, sul Ponte delle Valli ho sì e no dieci metri di visibilità.
Dal meccanico ci passo uguale, ma lo sento al telefono che chiede a qualcuno da dove entra l'acqua e perché.
Vabbè, vado a casa, ma lo spettacolo è incredibile.
Il primo stop è a via Val di Sangro, c'è una pozzanghera (un lago) impossibile da attraversare, me la cavo salendo sul marciapiede.
Ho già l'acqua negli stivali, e dalla visiera aperta mi sta colando ovunque.
Incrocio con via Pantelleria, tutti immobili, non si passa, mezzo metro d'acqua, cerco di salire nella parte alta di Montesacro.
Incrocio con Viale Kant, stessa storia, torno ancora indietro, mi butto per stradine.
Alla fine mi butto da kamikaze per via Jacopone da Todi, che è un fiume ormai.
Sono salvo, il resto della strada è in salita, non dovrei avere sorprese.
Le auto si tengono alla larga dai lati impraticabili delle strade, e passare in mezzo tra le corsie non è semplice.

Non ho memoria di una simile situazione a Roma, neanche al PrimaveraTreffen le strade erano ridotte così, all'arrivo a casa mi sembra di essere in scooter da quattro ore.
Ci ho messo un'ora e dieci, in genere 25 minuti.
Mi chiedo cosa sarà successo a quelle zone di Roma ad allagamento garantito, come Magliana o Ponte Milvio.
Quasi tutti quelli come noi hanno una cerata, qualcuno sprovvisto si ferma sotto un ponte, non ho visto nessuno che spinge il mezzo, o peggio in terra.
Sembra strano, ma anche sotto il diluvio ce la caviamo meglio dei terrorizzati sardomobilisti.

1 commento:

  1. Ieri esco dal lavoro alle 13, cielo in direzione del mare di colore nero, ma ne ho visti di peggiori. In sella alla bici e via. Tutto ok fino in viale Carducci dove inizia a schizzettare. Sul viale Alfieri invece inizia a piovere un po' forte. Mi fermo al riparo degli alberi, può bastare. C'è un po' di vento e spero in una rapida schiarita. Di rapido arriverà solo il muro d'acqua (e vento praticamente parallelo a terra) che in 2 secondi 2 mi inzupperà all'inverosimile, dalla testa alla felpa, ai pantaloni, alle scarpe. Ormai sono fradicio, decido di ripartire tanto + di così è impossibile. In fondo a viale Marconi non piove più. Tra viaggio, tempo per cambiarmi e mettermi a tavola 50 minuti invece dei soliti 25. Le pause pranzo non sono più come quelle di una volta ;-P

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