30 novembre 2005

I realized my dreams

Come da anni, ho preso il biglietto sul sito di Trenitalia.
Mi reco alle macchinette, e quando metto il codice di prenotazione si impallano.
Una, due, è il treno per Milano, sto andando a Milano a vedere gli U2, hai capito macchinetta del cazzo?

(Sì, ero in grado di ammazzare chiunque con la divisa delle FS)

La terza macchinetta va.
Quattro ore e mezza senza fumare, poi dite che certe cose si fanno solo per amore.

Ho il sacco a pelo, l'ho comprato all'Auchan da un anno, non l'ho mai usato, non ne ho mai avuto uno.
Roba di qualità, ben 16 Euro.

Scendo dal treno, fumo è ovvio.
Cerco il treno straccione degli altri, non lo trovo, una nota voce toscana mi chiama.
È con altri due.

Arriviamo in metro al mitico piazzale.
C'è un cellulare a caso che cessa di funzionare, gli presto il mio.
Mi ritroverò la rubrica piena di Svetlana, Veronica e roba simile.

Quattro chiacchiere con l'anfitrione, ho una fame assurda.
"Qui intorno non c'è niente."
Eh?

Passeggia passeggia, un posto detto "il Trespolo" risolve il mio problema primario.
Non ho il biglietto per il 20, non mi interessa, ho già il 21 e il 23.

Però...

Magari pure il 20...

"Domani ci vediamo alle 7."
Ma sei scemo?

"Andate, andate, ho già il biglietto del 21, e anche del 23."

Però anche il 20...
Magari mi fanno la scaletta diversa...
Ho due cellulari, ho viaggiato in prima classe, quanto mi potranno chiedere?
Ma no.

"Buonanotte"
Io sono per terra con il sacco a pelo.
Vero rock people, mica in albergo.
Tanto ho due cellulari.

C'è una signora, non mi posso denudare in malo modo.
Mi denudo nel sacco.
Sono già fradicio.

Non posso sudare, sono nel Nord, qui fa freddo.
Fa caldo. L'umidità.

Mi metto sulla schiena.
Mi fa male.

Mi metto su un fianco.
Peggio.

Ci vorrebbe una stuoia, tutti quelli che hanno il sacco a pelo hanno una stuoia, perché non ho una cazzo di stuoia da 5 Euro? Perché si chiama sacco a pelo? Dov'è il pelo, 'sto coso è de plastica, me s'appiccica pure.

Calma, hai dormito in situazioni peggiori.
E poi domani qualche biglietto sarà avanzato.
Ma tanto ho il 21 e il 23.

Sulla panza, è l'unica posizione che sopporto.
Sono fradicio.
La tenda è immobile, nun se move 'na foja.

C'è una zanzara.
Ho le mani nel sacco non le posso tirare fuori.
Brutta zoccola.
Vabbè, pungi succhia e vaffanculo.

Bzzzzzzz.
Si è portata i parenti.
È umido. Zanzare. Fa caldo. Sono appiccicoso.
Mi sto schiacciando i genitali sul pavimento.
Ho due cellulari.

Apro gli occhi. Finalmente ho dormito.
È notte.

Riapro gli occhi.
È notte.

Riapro gli occhi.

Non sto dormendo, è ovvio.
Ma chi me l'ha fatto fare, dai vieni il 20 anche tu, ci divertiamo, pure se non hai il biglietto, ma hai quello del 21 e del 23, dai vieni, dai stronzo con un sacco a pelo da due soldi che fai il coatto e prendi la prima classe, dai che a Milano l'umidità è al 200% e le zanzare vanno in giro in battaglioni e puoi sempre prendere uno a caso dai letti delle persone civili e lanciarlo dalla finestra e dormire come dormono quelli normali su un letto e non dentro a un coso appiccicoso che il pelo manco a vederlo e hai le palle schiacciate per terra e non ti puoi girare e non sai più manco dove cazzo hai poggiato gli occhiali, dai, vieni!

Però magari anche il 20...

I mattinieri se ne vanno.
Il padrone di casa se ne va.
Me la dormo in pace su un letto.
Per circa tre minuti.
Poi, l'officina nel cortile inizia a lavorare.

Ok, mica mi sveglio a quell'ora da pazzi, no vengo con calma, ho già il 21 e il 23, magari se i bagarini non esagerano, però magari anche il 20, ma me la prendo comoda, mangio qualcosa, ci vediamo lì.

Mi faccio la strada a piedi.
Mezzogiorno.

"Il prato?"
"Cento Euro."
"Guarda ciccio, io ho 21 e 23, sono qui per sport (mamma mia la gnocca che c'è in giro), se mi fai un prezzo decente e dico non più di settanta se ne può parlare (però non ho mai visto un concerto con quelli del NG), quindi cento non te li do nenche morto (guarda quella che spettacolo che è)".

"Il prato?"
"Cento Euro."
Aridaje.

"Scusa eri tu che cercavi il prato?"
Ho appena vinto, sorrido come uno che ha i testicoli che stanno riprendendo la forma originale, ma soprattutto come uno che ha già il 21 e il 23.

"Novanta."
"Non ci siamo capiti."

"Ottanta."
"Visto? Per te cambia poco."

"Settantacinque."
"Ancora?"

Biglietto in mano, sono in fila, tranquillo, niente cappellini (roba per fighetti), bottiglie d'acqua (roba per fighetti), ventagli (roba per fighetti).

E il resto, è storia.

8 commenti:

  1. A casa mi stanno chiedendo tutti xchè rido da mezz'ora.
    Sono in preda ad una crisi;-DDDDDDD

    RispondiElimina
  2. m'hai fatto ridere di cuore ,grazie ermà! ;)

    RispondiElimina
  3. Da antologia.

    Gil/a me dà un'impressione bukowskiana, qualcun altro la pensa come me?

    RispondiElimina
  4. Una delle vette ermanniche migliori ;-DDD
    Magari mi fanno la scaletta diversa... ;-PPPPPPPP

    RispondiElimina
  5. Sì, ricordo ancora il commento post concerto all'Olimpico... ;-)
    Brain

    RispondiElimina
  6. Invidia: hai pagato il biglietto meno di me che l'ho pigliato mesi prima. Eri a 3 metri da me e non ti sei alzato alle 3.45......

    RispondiElimina
  7. se non fosse stato per il link di annina avrei rischiato di perdermi questa chicca!!! ghghgh. mi sto scompisciando dalle ghignate...

    RispondiElimina