23 luglio 2006

Here's a plea, right to you

Entro all'Olimpico quasi esattamente un anno dopo gli U2, ma senza fretta, e quindi senza mezze delusioni come allora.

Io ho i biglietti di tre mie amiche, una di loro ha i biglietti di altri due, insomma alla fine siamo sul prato alle sette.
Come in tutti i concerti di questo genere, c'è l'area anti-ammucchiata sotto al palco.
Dentro c'è chi è arrivato all'alba, ma il palco è messo sulla tribuna, quindi anche fuori si vedrà decentemente.
C'è un po' di vento, non moriremo stasera.

All'inizio sale inatteso un gruppo con una cantante di duecento chili.
Trattasi degli (delle?) Scarling, mai sentiti prima.
Non lasciano nulla di particolare da ricordare.

Si è ironizzato un bel po' se i Franz Ferdinand facessero da supporter ai Depeche Mode o se fosse piuttosto il contrario.
La band di cui tutto il mondo parla, e di cui posseggo ben quattro mp3, è davanti a me.
Piacioni sono piacioni, e divertenti anche.
Ma i pezzi si somigliano un po' troppo l'uno con l'altro, c'è ancora da lavorare.
E poi non hanno fatto You're the Reason I'm Leaving, che cavolo, mi sono dovuto accontetare di Matinee.
Però bisogna dire che molti spettatori erano lì proprio per loro.

Ho passato qualche giorno a chiedermi come fa un gruppo praticamente elettronico a fare un live decente.
Mi viene in aiuto l'amico M, che mi spiega che le canzoni sono riadattate in forma, diciamo, rockettara, in modo da dare un senso alla presenza della batteria e della chitarra.
La scenografia mi ricorda un po' quella del Popmart degli U2 (ok, insulti nei commenti).
Conosco poco l'ultimo album, e quindi so da dove vengono quelle che non conosco.
Beneficia del nuovo arrangiamento A Question of Time, secondo me il miglior pezzo della serata, meno Walking in My Shoes, che è identica all'originale.
Martin Gore, che possiamo anche dirlo, è il gruppo, ha fatto una versione acustica di Shake the Disease, uno dei miei pezzi preferiti.
Enjoy the Silence è durata venti minuti, volevo andarmene sentendo Everything Counts, macché, niente da fare.
In compenso, una delle dieci ragazze più belle del pianeta si è messa per un po' vicino all'amico M.

Ma uno dei motivi principali per cui ricorderò questo concerto è l'istituzione del bootleg on demand.
Detto in breve, al banchetto del merchandising ufficiale si poteva prenotare il Live in Rome, che dopo circa un mese viene comodamente spedito a casa del richiedente.
Per ora il prezzo di 30 Euro è un po' eccessivo, ma l'idea non è poi malaccio.

10 commenti:

  1. Insomma, Elio fa scuola...

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  2. Infatti ho pensato al CD brulé anch'io.
    Questo è un po' più chic.

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  3. Alle ore 19 di poco + di un anno fa avevo già perso 10 litri di liquidi, ero già da quasi 3 ore su quel cavolo di prato, mi avviavo insomma verso una morte lenta ma neanche tanto dolorosa: il caldo mi aveva obnubilato la mente e il resto. E quando capii che non avrebbero cambiato la scaletta un po' incazzato lo ero. Però mentre bivaccavo a Termini pensai (forse credetti di pensare e basta) che cmq ne valse la pena, pur essendo il loro peggior concerto che avessi visto.
    Tutto questo per chiedere: ma alla fine ne è valsa la pena dei DM?

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  4. Ah già, quasi quasi dimenticavo: non possono arrivarti da parte mia insulti per il discorso scenografia alla Popmart. Io non vidi il Popmart, quindi non è mai esistito ;-PPP

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  5. Per quel che mi riguarda il loro peggior concerto è stato roma '97.
    Una schifezza.

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  6. Sacher: Non sono esperto dei DM. Molti fan su vari forum li hanno accusati di aver svolto il compitino e basta. Per me ne è valsa la pena.

    Lele: Userei il termine schifezza per altre cose. Il Popmart è comunque meglio di una data a caso del Vertigo, specie di quelle che ho visto io.

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  7. Io invece lo uso eccome quel termine, soprattutto per quella data lì; sono emozioni del momento, ermanno. Posso dirti con estrema tranquillità che dublino 25 giugno batte roma 97 10 a 0. Ci sono date del vertigo tour che si divorano senza ombra di dubbio molte cose del popmart (santiago e srajevo escluse)

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  8. (santiago e srajevo escluse)

    Be' certo, di quelle politicamente corrette non si può parlar male.

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  9. No, semplicemente sono le più emozionanti di quel tour, tutto qui:-)
    Ti ricordi di almeno 3 date del popmart tour sia della prima che della terza leg americana? Voglio dire, 3 concerti degni di essere menzionati ( e credo d averli ascolti tutti, ma proprio tutti tutti). POP è un disco clamorosamnte bello e fresco, il popmart invece è una cosa inutile imho.

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  10. Aggiungo che nel popmart tour ci sono forse le i will follow più brutte, anonime di un'intera carriera. Non parliamo poi di hmtmkmkm che viene svilita completamente rispetto alla versione studio, per non parlare della devastazione ai danni di misterious ways e di i still...

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