28 settembre 2006

Spostamenti di palinsesto

(Lungi da me rubare il mestiere a Mae)

Ieri sera, lo sanno in pochi, la puntata di Lost è andata in onda allo stadio Mestalla di Valencia nel secondo tempo, invece che di lunedì.

Ne ho dunque approfittato per dare un veloce sguardo all'ormai straseguito Dr. House, con la consulenza della sorella, di cui mi sono fatto delle mezze idee (di Dr. House, non di mia sorella):

i dialoghi sono talvolta ridicoli, ma credo sia colpa del doppiaggio, e purtroppo succede a molti film e telefilm

alla prima bastardata si sorride, alla quinta si muove il labbro, alla decima stucca, anche se di fantasia gli sceneggiatori ne hanno un bel po'

la gnocca timida/introversa simil-segretaria credo si trovi in ogni cosa prodotta in USA, e sarà una loro perversione, ma ciò non toglie che di gnocca indubbiamente trattasi

i tentativi adolescenziali di House di riconquistare il perduto amor sono forse la cosa più divertente, migliorata dal fatto che i due personaggi sono agli antipodi, e che sono mostrati realmente di mezza età (adoro i luoghi comuni ben impacchettati)

26 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: from Pistoia

Sono sveglio dopo un sonno di quasi dieci ore, curiosamente cullato dai velocisti della Provinciale Pratese Vecchia, e se non faccio colazione io muoio.

Dato che la fretta del mercoledì aveva causato lo spostamento delle pratiche alla mattina del giovedì, ho modo di chiacchierare con l'albergatore più chiacchierone della storia, e scopro che:

1) Sui cartelli che indicano Pistoia ci dovrebbe essere scritto "Città d'arte", ma purtroppo non ci pensa nessuno.

2) Ma poi ai Pistoiesi in fondo va bene così.

3) Viene un sacco di gente quando c'è il Blues e il Mugello (cosa che spiegherebbe come mai non sono stato guardato come un pazzo quando ho detto che ero in scooter).

4) C'erano i ricamifici (si scrive così?), ma ora no.

5) Qui ci sono i soldi, non come in un'altra città a quindici chilometri dove ci sono le cambiali.

Rifornito di scienza pistoiese, devo rifornire anche il serbatoio, ovviamente dalla benzinaia più chiacchierona di Pistoia, la quale intervalla ogni frase con "Chissà perché han scelto Pistoia?"

Quando mi fermo e mi tolgo il casco sta parlando con un avventore, sorpreso ma compiaciuto che la sua città non sia stata ridotta come Grozny.
Effettivamente anche io sono stato sorpreso del comportamento esemplare della folla jammer, spesso facinorosa, che la benzinaia commenta con "Chissà perché han scelto Pistoia?", aggiungendo, cercando la parola, che questa è una città "sonnacchiosa".

Ne sono rincuorato, dato che avevo pensato a un'improvvisa epidemia, a spiegazione del fatto che sono le 11 di un giorno feriale e non vedo ingorghi e non sento sirene spiegate e strombazzamenti assortiti.

(Diciamo che, a parte il numero di persone in piazza che mi sembrava eccessivo, non ho visto pecche organizzative. C'era il parcheggione con la navetta, e i vigili sono rimasti fino a tardi a dirigere il poco traffico. La chiusura della Piazza del Duomo e delle vie limitrofe non credo abbia influito molto, dato che ricadevano completamente nella ZTL. Mi è capitato di vedere diverse città, tra cui una capitale, fare molto peggio.)

23 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: in Pistoia

Come da recente tradizione, e purtroppo i Pearl Jam ne sanno qualcosa, c'è l'area per i raccomandati|mattinieri|iscritti.
Non essendo nessuno dei tre, io e il mio compare stiamo benino in mezzo all'area per la gente normale.
Il primo bisogno è quello di scavalcare un sellerone americano con una compagna di trent'anni meno di lui.
Lo freghiamo mentre va al bar a rifornirsi d'acqua, dopo aver detto alla tipa "Never get back".

Eddie arriva ed esegue il vociferato set acustico, che è una canzone.

E poi questi strambi My Morning Jacket, band di discreto successo in USA, ma sconosciuta da noi.
Fanno un country in cui infilano talvolta un po' di psichedelia, il cantante ha la voce che ricorda un po' Neil Young.
A parte il secondo pezzo con un finale floydiano, il resto è un po' noioso, ma gli americani esultano.

Si smonta e si rimonta, il Pearl Jam arrivano, e attaccano un giretto che non mi è nuovo, infatti è Interstellar Overdrive dei Pink Floyd.
Sono già più bendisposto, e il concerto inzia piano piano a fluire, nel modo che preferisco, dato che conosco circa un terzo della loro opera.

Sono leggermente penalizzati dalla scelta di mettere il palco sul lato lungo della piazza, e di usare solo le casse frontali.
Spesso il suono è cupo, si sente bene Eddie, meno gli strumenti, ma l'effetto varia a seconda delle canzoni.
Quindi mi ritrovo nel carniere: Rear View Mirror ("ho visto le cose più chiaramente una volta che eri nel mio specchietto retrovisore"), tra le mie preferite anche se privata del finale caotico, Even Flow, Elderly Woman Behind a Counter in a Small Town (titolo straziante ma la canzone non è triste), Why Go, Black, Alive, Dissident, Spin The Black Circle (il vinile!), Do The Evolution e un sacco di altra roba che non conoscevo elencata qui.
Mi ricordo che fa iniziare una canzone al pubblico (Better Man, giusto?), dicono che abbia fatto State of Love and Trust ma dovevo essere arrivato alla fase di schiavitù sessuale, come uno che dice "Ancora un'altra" e non capisce più una mazza.

Ubriaco in maniera evidente, Vedder sale sulle impalcature per cantare il finale di Rockin' in the Free World, il microfono wireless che ha non si sente ma non se ne accorge nessuno.
Penso che potrò bullarmi con gli amici di aver visto l'ultimo concerto dei Pearl Jam, che intitolerò la mia biografia "L'uomo che vide morire Eddie Vedder", ma riesce a riscendere, sono contento, in fondo mi è simpatico.

Le ultime canzoni vengono trascinate all'infinito, credo che non me ne potrò mai andare.
Non hanno regole, non c'è il momento mollicone e quello accelerato, ogni canzone comporta veloci cambi di strumentazione.
Ho perso il conto dei pezzi da ore, le caviglie non esistono più, questi continuano a cantare anche se visibilmente stanchi.
Alla fine sono trentuno. Trentuno!! Lo scrivo io il libro, altro che Nick Hornby.

"Noi vi amiamo", e a quanto pare è finita.
Sono pieno, non avrei spazio per mezza nota in più, cammino a stento come gli altri verso lo scooter, rivedo la ragazza culona della mattina, e mi convinco che io ai concerti ho veramente una fortuna sfacciata.

Infatti la Roma ha perso.

22 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: to Pistoia

La Cassia fino a Viterbo è una rovina.
Sutri e Capranica sono belle, ma passare Cura, Vetralla e compagnia burina fa pensare di essere in periferia di Roma.

Dopo, meglio.
Il lago di Bolsena visto da Est, la strada che già dopo Acquapendente (città dei pugnaloni?) sale verso l'Amiata, con un paesaggio arido e deserto che modifica l'immagine arcinota di uno dei panorami più pallosi della penisola, quello delle colline senesi.
Benza a Montefiascone, caffè pagato a peso d'oro a Monteroni d'Arbia, non mi fermerò più fino alla città del concerto.

Mi sovviene, nell'incasinato nodo di Firenze, che è giorno feriale, e quindi se al ritorno mi buttassi in autostrada mi aspetterebbe un fila di autotreni fino alla capitale. Ci penserò domani.

Toppo un paio di rotatorie in quel di Agliana, alla ricerca della Provinciale Vecchia Pratese (o Pratese Provinciale Vecchia, o Vecchia Pratese Provinciale).

L'albergo è carino, l'albergatore mi spiega il perché della tinta dei muri, nonché come si usa il televisore (giuro).

Proseguo per la Pratese Vecchia Provinciale, e imbocco allegramente dentro Pistoia
Mi metto nell'unico parcheggio per moto che trovo (Corso Gramsci, mi pare).
Le moto non sono incatenate, buon segno.
Ci sono cartelli con scritto "Concerto Pearl Jam" e la freccia.

Lui vede me per primo, come a Milano, mentre io non lo vedo mai.
Ci facciamo un giro per sgranocchiare qualcosa, io certo che Pistoia deve essere una città carissima, ma misteriosamente non lo è.

Mi dà un idea strana, urbanisticamente somiglia un po' a Padova, talvolta c'è qualcosa di poco curato.
Come uno dei palazzi sulla piazza, che sembra avere i vetri rotti, dicono sia la curia.

In fila per entrare, davanti ai gorilla della sicurezza che si tengono per le manine (mai vista una cosa simile, ma funziona), il popolo cittadino è incuriosito.
Dal piano superiore di un ottico grosso come un supermercato, Cav. qualcosa, si affaccia un rossa, né giovane né tanto bella, che fa foto.
Partono cori da stadio, tra i peggiori, e lei risponde con il dito medio.
Poi si affaccia un'ottica, piuttosto giovane e piuttosto bella, e le urla virano sul mi avanza un biglietto, lei birichineggia un po', e poi sparisce.
Dev'esserci un significato.

19 settembre 2006

Prima tappa

Agliana.
Sì, torno sul luogo del delitto, ma questa la capirà solo un altro cialtrone.
Grazie all'ultimo albergatore che mi ha gentilmente detto: "Provace a Montecatini che qui nun è aria" (con un accento un po' diverso).

Se avete esagerato, subirete la scure della mia recensione.

E ora avanti che la Cassia è lunga.

Diventa anche tu negazionista con l'ipnosi

"Nel Darfur non è in corso un genocidio"

(Il titolo non ce l'ho fatta a cambiarlo, è troppo bello)
(Avviso per gli integralisti, qui si parla male di Gino Strada. Nel caso trovaste la cosa offensiva per i vostri precetti, siate buoni, io non ho le guardie svizzere a difendermi)
(Ed è splendido anche il manifesto)

I concerti non sono tutti uguali

"Da ubriachi, le stecche fioccano. Figuriamoci poi se non si è nemmeno così allenati da sapere dove sono i capotasti (intermezzo di una strofa è stata "Ma dove cazzo sono le note?") anche quando si è alterati."

14 settembre 2006

Chemical Chaltrons: Hey Girl, Hey Girl

The Chemical Chaltrons
Sonorità urbane post-belliche tra Beethoven e un 747 che cerca di atterrare a Beirut, è solo una parte di quello che possiamo dire di "Hey Girl, Hey Girl", album d'esordio dei Chemical Chaltrons. In realtà non è sarebbe corretto parlare di album d'esordio, ma più che altro di un percorso partito dall'underground labronico-romano, dove i due personaggi sono nati e hanno fatto tendenza, finendo poi per incontrarsi nei raduni della misteriosa setta cabalista detta IFMU2, della quale non parlano volentieri.

Antobel è un polistrumentista che ha suonato in varie band wave, dark, electro, dark-wave, post-gothic, gothic-punk, electro-pop, punk-wave, electro-wave, electro-gothic e qualunque altra cosa in cui sia necessario vestirsi di nero. All'attività musicale associa quella di giornalista, nella quale ha intervistato Joy Division, Cure, Ultravox, Depeche Mode, Simple Minds, Stranglers, Bauhaus, Soft Cell, Siouxsie & The Banshees, e tutti gli hanno tolto il saluto.

Numero 6, autodidatta capace fino a pochi anni fa di suonare solo il clacson dello scooter, ha poi intrapreso un viaggio iniziatico tra i saccopelisti di Viale Lorenteggio e i suonatori di bongo delle isole del Trasimeno, dove è cresciuto musicalmente. Ha anche collaborato con Nick Cave, bagarinando un suo biglietto a 40 € (pagato 37) fuori dal teatro Saschall a Firenze.

La foto è presa da una session in Piazza dell'Immacolata a San Lorenzo durante la Notte Bianca, che ha ispirato il loro primo singolo, dal titolo "Il classico bidone Tupyco".

13 settembre 2006

Ricordate, che non fa mai male

Banned BookGrazie alla segnalazione dell'Official Google Blog, vi annuncio che dal 23 settembre è la settimana dei libri proibiti.
Da qualche parte nel mondo, tipo in una grossa federazione di cinquanta stati, c'è ancora che cerca di proibire libri, tipicamente nelle piccole biblioteche e nelle scuole.
L'associazione delle biblioteche americane (ALA) da 25 anni raccoglie queste segnalazioni, e invita la popolazione a leggere i libri incriminati, con il supporto della Library of Congress (vabbe', gli americani sono così).

Tra i più proibiti, il Giovane Holden, dal quale secondo me gli USA ne escono anche benino.
Pensate se leggessero Bukowski.

12 settembre 2006

Oggi serviamo: John

Qualche dettaglio in più.

Hurt è una canzone dei Nine Inch Nails, il gruppo di Trent Reznor, che si può chiamare "la band industrial più pop". Tra le sue opere anche il tema musicale del videogioco Quake.

Sfido chiunque a capire che quella di Cash è una cover di quel pezzo.
È del tutto irriconoscibile, talmente trasformata che sembra veramente dell'Uomo in Nero.

Contribuisce anche un testo che è fatto apposta per lui, e il piano che sale d'intensità nel finale mentre canta "If I could start again, a million miles away", è da brividi.

Si trova sull'album American IV: The Man Comes Around, insieme ad altre cover molto belle, tra cui The Mercy Seat di Nick Cave. Ma Hurt è inarrivabile.

Su Google Video o Youtube trovate comodamente il video.
La versione originale dei NIN è sull'album The Downward Spiral del 1994.

11 settembre 2006

10 settembre 2006

L'isola Tiberina purtroppo è a sinistra

Mica ce la faccio a raccontare tutti i ricordi ricordati, tutte le scemenze sparate, e tutte le ragazze morbidose incontrate, e neanche il titolo del post.
Due meritano.

(Scena: Proud Lion, pub scozzese a Borgo Pio)

Avventore: Aó, st'estate so' annato 'n Corsica e se poteva fuma' dapertutto!
Barman: Ma qui stamo a Roma, in Italia.
Avventore: Perchè 'a civirtà sta 'n Francia...

(Scena: AB e #6 passeggiano sulla terrazza di Castel S. Angelo)

AB: Ma i tre Arcangeli erano Michele, Gabriele e...?
#6: ... e Lele, mi pare.
AB: Sì, l'arcangelo cialtrone.

08 settembre 2006

Anni comunque troppi

E invece per me è un giorno come gli altri.

Non tolgo rilievo all'editto di Sofia, ma non ho mai capito contro quale libertà andasse.
Non esiste un diritto di chicchessia a stare in televisione, ad avere uno spazio in cui dire e fare quel che si vuole.
Non ce l'ho io, non ce l'ha Santoro.

Certo, se Bush in un discorso pubblico se ne uscisse dicendo che Maureen Dowd gli sta sulle scatole, probabilmente uno dei suoi consiglieri lo azzitterebbe prima di finire la frase.
Ma soprattutto, il NY Times non si sognerebbe mai di licenziare la Dowd.
Ma in Italia c'è sempre chi è più realista del re, e c'era prima di Berlusconi.

Anche perché, se un giornalista fosse in qualche modo rappresentante di qualche parte politica, il suo ruolo di giornalista sarebbe a dir poco secondario.
Nel suo caso lo è, dato che secondo me il suo scopo è sempre stato "fare politica attraverso il giornalismo" (citazione non mia).

Gli riconosco il merito di aver creato in Italia il ruolo del conduttore padrone, quello dove il politico o VIP che sia deve rinuciare al ruolo di protagonista, e sottomettersi anche a qualche tiro sporco.
Non a caso con il Cavaliere non è mai andata bene, mica per la tessera, ma perché sarebbero stati due galli nello stesso pollaio.
E ha anche il merito di aver creato "l'inviata gnocca" (citazione mia), che non mancherà anche quest'anno, pare.
Lo ammetto, adoravo Simonetta Martone.

Ho iniziato a dubitare quando il pollaio divenne la regola, quando voleva sentire "cosa ne pensava Montenero" (citazione sua).
Perché di sapere il parere (?) sbraitato di un paesello del Molise non me ne importa una fava, e non perché sono molisani che mi stanno pure simpatici, ma perché non me importa niente neanche cosa ne pensa Segrate o Frascati.

Mi si può obiettare giustamente che portava in prima serata quelli che in genere non ci andavano, se non fosse che io la vedo in un altro modo.
E cioè che trovare un gruppetto che va avanti urlando "è tutto un magna magna" è più facile che trovare me al Circolo degli Artisti.

Colpo di grazia da Celentano, per un mio limite non riesco a vedere un perseguitato in un tizio che poche ore prima era parlamentare europeo.

Spero che il titolo della trasmissione si riferisca alla sua vicenda personale, e non sia una citazione di Rossellini.
Io ho vissuto gli ultimi cinque anni di Berlusconi come i precedenti cinque dei sette o otto presidenti del Consiglio, e come i percedenti dei governi tecnici.
E cioè in un paese con una classe politica talmente debole e disperata da farsi terrorizzare da un giornalista o da un comico o da un vignettista.

A parte tutto questo, ha i capelli di un colore orripilante.

03 settembre 2006

Lupi come me

Poche volte sono andato a un concerto con una tale valanga di recensioni positive.
Mai sono andato a un concerto dove ho capito che si iniziava dal fatto che il chitarrista, seduto al bar, si è alzato e ha salutato.

Sabato al Circolo, una novità, dato che sarebbe il giorno di Screamadelica, che comunque c'è.
All'inizio ci sono White Circle Crime Club, gente belga, niente di nuovissimo, ma fanno una caciara, ma una caciara, che non mi ricordavo da qualche notte fumosa nell'infernale Metropolis di via Rasella.
Il batterista è bionico, tanto da far dire all'amico M che potrebbero rinunciare al basso, cosa che infatti fanno in qualche pezzo.

Il piatto forte, i TV on the Radio, sono realmente il piatto forte.
Leggerete che nella loro musica c'è di tutto, e il funky e l'elettronica e il doo-wop e quello che vi pare e forse è vero.
A me paiono prima di tutto psichedelici.

Ma non è solo questo il punto.
Il punto è che a parte le belle canzoni loro dal vivo sono veramente bravi.
Truccano quasi tutti i pezzi, e li migliorano, e ti pare che la canzone doveva essere proprio così, non come l'mp3 che hai sentito.
Nei due pezzi finali, un po' meno elettrici, si sente assai bene che il cantante ha una voce della madonna, e aveva già un'ora di concerto nella laringe.

Insomma, non è giusto che un gruppo così suoni in un posticino come il Circolo.
Ma se non fosse per il Circolo, questi e altri concerti ce li sentiremmo in bootleg.

Prima dell'inizio ho fissato una splendida ragazza dietro di me mentre sbraitavo "ay ay ay aaaay" da Psycho Killer dei Talking Heads (in sottofondo).
Mi ha detto: "Fa caldo, eh?"
Poi ha visto il concerto dietro al suo ragazzo.

01 settembre 2006

Magari se c'è qualche insegnante

"Ora che sono finiti gli esami di maturità - purtroppo con la percentuale bulgara del 97% dei promossi, un comportamento lassista che svaluta i diplomi - la maggior parte dei ragazzi italiani e le loro famiglie si trovano di fronte all'amletico dubbio di quale facoltà scegliere."

Questo estratto, il resto lo trovate al link, viene da un editoriale di Enrico Cisnetto, Direttore Editoriale di italia.gov.it, il portale nazionale del cittadino, o se preferite della Pubblica Amministrazione.

Quello che mi chiedo io è, ma Cisnetto, per chi lavora?

Segnalazione pagana

"Veterans of the free festivals scene, idols for different generations of freaks, the Hawkwind couldn't be missing from the Stonehenge festival of 1984, the same on which Roy Harper played too, to celebrate the summer solstice."

Su Music For Your Eyes, uno dei migliori blog del pianeta, per giunta in mani italiane, i tempi supplementari dei sogni degli anni '70.
Oggi andare lì costa 6 £.

(A proposito, per l'Hampshire Connection, a me viene ancora da dire "costa 20 Pound", malgrado sia tra gli Euro da venti giorni. Succede anche a voi? Devo farmi vedere?)