18 luglio 2008

Er giro de 'e sette chiese (13)

Moschea a Roma
Ormai stabilmente la seconda religione d'Italia, quella islamica ha da qualche anno una super moschea, pur non avendone strettamente necessità, dato che volendo possono pregare dove capita.
Per costruirla ci sono voluti trent'anni, solo dieci meno di San Pietro, tanto per non essere troppo da meno, ed è stata progettata da Paolo Portoghesi.

Il complesso della moschea, che comprende anche il centro culturale islamico di Roma, è immenso, e si trova in una zona molto tranquilla ai piedi della collina dei Parioli.
Si anima soltanto il venerdì e chiaramente alla festa di Id al-Fitr (عيد الفطر), cioè la fine del Ramadan, dove volendo si mangia un po' di tutto in allegria.

Il giorno della sua inaugurazione una certa Irene Pivetti, sorella della più nota attrice, ha ritenuto opportuno pregare per il destino di Roma, la cui immagine, secondo lei, veniva svilita dalla presenza di un luogo di culto islamico.
Per fortuna ce la caviamo abbastanza bene da una trentina di secoli anche senza le messe di riparazione, e anzi, visto che una nota città del nord di recente ha avuto qualche problema con musulmani preganti, mi permetto di osservare che le moschee, ma anche gli aeroporti, se vengono progettati bene poi funzionano.

13 commenti:

  1. Ma vuoi mettere con un noto velodromo di cui nessuno sa più cosa farne?

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  2. Si può sempre salvare capra e cavoli con dei voli settimanali Malpensa-Fiumicino per mandare i fedeli a pregare alla capiente moschea romana.

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  3. Dalele: secondo me De Corato un pensierino ce l'ha fatto.

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  4. 30 anni sono 30 anni, il che significa che è un arco di tempo che oltrepassa qualsiasi polemica presente, che è materia di pochi anni, ergo: primo, anche se le autorità milanesi approvassero la costruzione di una moschea del tipo di quella di roma, non sarebbe comunque una soluzione al problema in questione, su cui si dibatte. secondo, l'inizio della costruzione della moschea romana è di prima dell'11 sett., e soprattutto di madrid e di londra. e sappiamo cosa questo significa (molta meno circospezione verso di loro).
    inoltre, probabilmente a roma i musulmani non sono stati così testardi (vedi alla voce: controproducenti) da intasare le strade pur di far vedere che esistono.
    ah, se non l'avevo detto sono milanese.

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  5. patchinko: i trent'anni sono una battuta, in realtà ce ne sono voluti una decina.
    A me la cosa che colpisce non è il gruppetto di via Jenner che ha voglia probabilmente di provocare, ma le parole della giunta milanese che escludono, quasi a contenere chissà quali terrori, che nella città possa esserci una moschea.

    Milano è quasi perfetta, ha solo due difetti: l'umidità e il complesso da capitale mancata.
    Nel senso che scelte del genere denotano, a grattare la vernice, un provincialismo che farebbe scalpore pure a Viterbo.

    Una città che si propone come metropoli la moschea l'avrebbe già costruita anni fa, non fosse altro che per dire a eventuali rompiballe: "ora il posto lo avete, vi dovreste togliere dalla strada".

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  6. "Come si legge nell'epigrafe esterna, la sua costruzione ha richiesto più di vent'anni". "la donazione del terreno fu deliberata dal Consiglio Comunale romano nel 1974, ma la prima pietra fu posta dieci anni dopo, nel 1984".
    "voluta e finanziata dal re Feysal dell'Arabia Saudita". non certo dal comune di roma.
    roma è la capitale. mi sembra più che normale che ci sia la moschea più grande d'italia. non mi sembra una colpa imputabile a milano che non ce ne sia una altrettanto grande. se ci sono stati impedimenti alla costruzione di una struttura, sono stati recenti e generati dai fatti di terrorismo che sappiamo hanno innescato sospetti irrazionali, ma putroppo inevitabili, sull'islamismo in generale.
    infatti...

    >Una città che si propone come metropoli la moschea l'avrebbe già costruita anni fa

    ...anni fa non c'era semplicemente il problema. che è un problema di quantità, e cioè di stoccaggio, e non di fede o di provincialismo mentale. te lo dico io che sono milanese e che ho visto la popolazione straniera crescere a vista d'occhio.

    poi è inutile che continui a ripetere che la città dovrebbe costruire la moschea, come se la moschea di roma l'avesse costruita roma. ri-incollo: "voluta e finanziata dal re Feysal dell'Arabia Saudita".
    Milano come ammistrazione comunale non ha nessun dovere nei confronti della fede islamica. l'unico dovere che ha è quello di risolvere i problemi della città, man mano che si presentano. ed è quello che sta facendo (anche se male, secondo me, perché la soluzione dei vari velodromi è ad hoc e temporanea).
    bisogna dire che questa gente che si sdraia in mezzo alla strada come se tutto fosse dovuto di certo non aiuta. la verità è che sono gente povera (più che immigrati, veri e propri profughi) che non può permettersi di costruire un centro religioso commisurato alle proprie esigenze. non è neanche giusto, però, che lo 'pretendano' per meri motivi di forza numerica, dalla città. ripeto: nella provinciale milano ai musulmani nessuno ha mai impedito niente, né di pregare, né di riunirsi. se adesso che sono diventati tanti credono di avere il diritto di fare la voce grossa con la città, è una disgrazia per la città, non certo una colpa della città.

    (la fonte delle citazioni è http://it.wikipedia.org/wiki/Moschea_di_Roma)

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  7. comunque, giusto per evitare equivoci, se vuoi te lo dico io direttamente che milano non è una metropoli.
    una certa immagine di milano l'hanno sempre sbandierata quelli per cui costituiva un tornaconto: vedi alla voce "affaristi" (dei quali l'ultima e più efferata versione sono gli "stilisti").

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  8. fino a qualche anno fa lì fuori, il venerdì, si mangiava uno dei kebab più buoni di roma ad un prezzo stracciato. il pellegrinaggio per me era d'obbligo.

    poi però si son accorti di tutti sti italiani che andavano solo a magnà e si sono fatti furbi: prezzo aumentato e qualità mostruosamente calata.

    forse a milano andrà meglio.

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  9. fino a qualche anno fa lì fuori, il venerdì, si mangiava uno dei kebab più buoni di roma ad un prezzo stracciato. il pellegrinaggio per me era d'obbligo.

    poi però si son accorti di tutti sti italiani che andavano solo a magnà e si sono fatti furbi: prezzo aumentato e qualità mostruosamente calata.


    Anche io andavo là solo per questo, quando avevo la possibilità! (cosa abbastanza normale essendo:
    a- donna
    b- cattolica da poco non praticante)

    Sicuro di non conoscerci, anonimo?

    Erma', comunque, mi sono rimessa a pari solo adesso con questi tuoi post.
    Che dire, stu-pen-di.
    Uno più bello dell'altro. E non smetterò mai di ammirarti per avermi fatto scoprire la chiesa di Q.

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  10. Dalle mie parti un sindaco investe 3 milioni di euro (pubblici) per regalare un residence ai sinti, dai curricula decisamente discutibili.
    A treviso invece (anzi, un paesello appena fuori), dove si pensa ci sia la caccia leghista all'extracomunitario, alcune parrocchie affittano alle varie comunità (nigeriane, musulmane..) le sale dell'oratorio, per le loro funzioni religiose. E spesso invitano il parroco stesso alle loro feste.
    Inutile dirlo, è fortemente criticato in primis dalla curia.

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  11. >3 milioni di euro (pubblici)
    Sì ma ho dei dubbi sul fatto che la tolleranza religiosa si debba calcolare sul portafoglio della città.

    Se ad accollarsi le spese di costruzione deve essere l'amministrazione comunale, penso sia ok per casi eccezionali o urgenti, ma non penso debba essere la regola (per la quale non sei grande città se non hai grande moschea).

    Fino all'altro ieri tutti islamofobi e adesso per il solo gusto di attaccare Milano l'argomento all'ordine del giorno è che la moschea fa 'glamour'.

    Si può ragionevolmente pensare che gente dotata di intelletto intervenga quando ce n'è bisogno, o si deve costruire una moschea anche se non serve, per bellezza?

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  12. Calma.
    Qui non si attacca Milano, si prende per i fondelli, che è diverso.

    E poi l'islamofobia non fa parte della linea di questo blog, come qualunque altra fobia d'altronde.

    Qualunque politica d'integrazione, che riguardi le donne, i disabili o i musulmani ha un costo, pubblico, non se ne scappa.
    Non è un fatto di glamour, è l'articolo 8 della Costituzione.

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  13. ah be' se si prende per i fondelli... niente da dire, tranne che un po' di critica fa bene, e meglio se si è consapevoli che lo è.

    >Qualunque politica d'integrazione, che riguardi le donne, i disabili o i musulmani ha un costo, pubblico, non se ne scappa.
    Non è un fatto di glamour, è l'articolo 8 della Costituzione.

    per quanto mi riguada, detto così suona benissimo, ma le cose che ho sentito negli ultimi giorni, non solo da te, sono lievemente diverse.
    ruotano soprattutto intorno al concetto "è giusto per una grande città dotarsi di una grande moschea", espresso in termini astratti e per niente pertinente alla situazione specifica che invece è un caso particolare, con elementi ben precisi, tra i quali il momento storico non è il meno importante.
    cmounque per me sia la discussione che i tuoi post sono stati molti istruttivi, questo ci tengo a dirlo.

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