10 luglio 2010

"Ma io so' svizzero"

targa stradale di Nilde Iotti(Qualche giorno fa Zurigo Turismo, un ente benefico che offre vino del Vallese, emmenthal e concerti ai blogger amici di ciociari spostati momentaneamente a Milano, mi ha appunto beneficiato del concerto di Rossana Casale a Roma. Tra le altre cose, Zurigo Turismo si occupa anche di promuovere il turismo nella città di Zurigo)

Celio

Il Celio è uno dei sette colli di Roma, in genere quello che ci si scorda quando si recita l'elenco, ed è anche l'attuale diciannovesimo rione della città di Roma.
Tacito dice che prende il nome da tale Celio Vibenna, condottiero etrusco, ma anche lui non è che sia tanto sicuro, però essendo abbastanza suggestivo lo prendiamo per buono.

Se siete di quel genere di turisti che interpretano i viaggi a Roma come tour di chiese, e cioè praticamente tutti, qui ce ne sono di imperdibili.

A Roma però il colle è famoso per un motivo un po' più sostanziale: è la sede dell'ospedale militare.
In epoca di naja, essere mannati ar Celio significava quasi sempre essere riformati, cioè risparmiarsi l'anno a difesa dei patri confini.

Villa Celimontana

Malgrado il nome della villa sia recente, ed è preso da Caelimontium, secondo rione della suddivisione di Augusto, qui è sempre stata tutta campagna.
All'epoca dei romani c'erano vari horti, come i ricconi dell'epoca chiamavano i loro villoni di periferia, e dopo qualche secolo di nulla il terreno se lo presero i Mattei, una famiglia con discrete possibilità; Casetta Mattei, sulla Portuense, era roba loro, così per darvi un'idea dei loro modesti possedimenti.

Oggi l'ingresso della villa è di fianco alla chiesa della Navicella, proprio sulla cima del colle.
Da lì il terreno scende verso la valle di via di San Gregorio, che ovviamente non si chiama così ma non sapevo che nome darle.
Nella villa vera e propria c'è la sede della Società Geografica Italiana, e nei giardini un obelisco egiziano che i romani hanno allegramente ruspato via da Heliopolis.

Essendo i residenti del quartiere assai pochi la villa è poco frequentata e silenziosa.
Non che non ci siano anche qui le vecchie signore che discutono con il loro cane o gli impiegati panzoni che sperano di dimagrire, ma sono in numero nettamente inferiore, e quindi sopportabile, rispetto a Villa Ada.

Jazz & Image

Questo è il nome originario del festival jazz che si svolge a Villa Celimontana dal 1994, e dove io non ero mai andato.
Adesso mi immagino che i miei lettori resteranno delusi dal solito blogger che scrive di letture impegnate, ristoranti carissimi, musica introvabile e poi gli fanno un festival sotto casa da sedici anni e lui non ci mette piede, ma non è colpa mia cari lettori, è vostra, che ne sapete poco dei romani.

I romani conoscono la loro città perché capita, non perché lo vogliano.
Arriva un parente da fuori, un amico che non si vede da un po' e allora ci si sforza e si va, ma nel resto del tempo mica c'è fretta, e poi le cose stanno sempre lì, mica ce le spostano.
Se si chiama città eterna ci sarà pure un motivo, no?
Per esempio Castel Sant'Angelo l'ho visto per la prima volta tre anni fa, perché mi è venuto a trovare un amico toscano.

Rossana Casale

Per quelli della mia generazione Rossana Casale è A che servono gli dei, e cioè la tradizionale canzone non sanremese a Sanremo, quella di cui si innamorano tutti come del Ghana ai mondiali.
Che poi a ripensarci adesso mi sa che non ero innamorato solo della canzone.

Emmenthal

Me ne sono mangiato uno scatafascio, era buonissimo.
Vi posso anche dire che i biglietti vengono richiesti solo all'inizio del concerto, quindi se passate di lì prima potete aggiungere con facilità due o tre zeri al colesterolo.
Poi se fate i bravi vi dico pure dove si rimedia.

05 luglio 2010

Musica per chi ha fretta

In tanti anni che giro per questo piccolo mondo telematico qualcosa l'ho imparato, e non sarei umano se non volessi trarne una morale per i passanti telematici.
I socialcosi servono solo a perdere tempo, è così, facciamocene tutti una ragione.
Abbiamo sperato che servissero a cambiare l'informazione, a sostituire i quotidiani, a trovare lavoro, a rimorchiare (che a dire il vero...), ma non è andata, è inutile stare ancora a pensarci.

Ma saremmo qui se non ci piacesse perdere tempo?
No, e infatti siamo bravissimi.

Ed è così che in un pomeriggio in cui mi viene un'idea di quelle che resisterebbero due minuti in un dopocena un po' alcolico, e cioè sintetizzare la carriera di alcuni rockettari in una sola frase, un gruppone di allegri buontemponi decide di darmi corda, di darmene tanta, di scrivere la prima cosa che viene loro in mente, o quella che hanno pensato per un bel po', o quel che vogliono.

E ne viene un bel thread di quelli lunghi, e fin qui già sarebbe bello, ma poi mi chiama uno e mi dice che vorrebbe farne un e-book.
Un e-book, capito?
Un e-book, se non lo sapeste, è una cosa modernissima che cambierà il mondo, cioè che ci farà perdere tempo meglio di prima.

Ma adesso basta, è giusto dare spazio a chi ha fatto, anche perché Antonio spiega tutto quello che c'è da sapere.
E quindi grazie.

Grazie ad Antonio, che mi ha chiesto di realizzare l'e-book come se mi stesse chiedendo i diritti di pubblicazione del Signore degli Anelli.

Grazie ad Antonio, a Cristina e a Dario, che non conosco ma so che si sono occupati di mettere a posto lettere e spazi come si conviene a un libro serio.

Grazie a Marta, che dice sempre sì ogni volta che ci inventiamo qualche diavoleria per impedirle di dormire.

Grazie a Emanuela, che alla mia richiesta di realizzare una copertina ne ha mandate tre una migliore dell'altra.

Grazie a tutti quelli che hanno scritto qualcosa.

(il libro elettronico è qui, PDF, 416 Kb)