23 ottobre 2012

Allora rivolete il comunismo

Qualche giorno fa l'unico filosofo che conosco ha scritto una cosa che mi è piaciuta molto sulle regole.
Anche a me va di parlare di regole, però io faccio il militante (tra le altre cose), quindi il mio è un punto di vista, per darmi un tono, complementare.

Le primarie del centrosinistra, dette "Italia bene comune", ci accompagneranno per il prossimo mese, se siamo fortunati. Io credo che ne parleremo anche oltre.
I candidati sono quelli che conoscete tutti, ma uno dei candidati, che chiameremo Cellacchione, ha la peculiarità di avercela un po' con tutti, e di avercela con le regole che, secondo lui, lo sfavoriscono o avvantaggiano gli altri.
Cellacchione ha un sacco di gente che gli va dietro, ci mancherebbe pure dato che è candidato, e questa gente ce l'ha con le regole e un po' con tutti.

Una regola che non piace ai cellacchiotti (li chiameremo così) è quella che dice "Tale registrazione dovrà avvenire con procedure distinte dalle operazioni e dall’esercizio del voto." (la trovate qui, il primo PDF, punto 3).
Per capire cosa non va bene vediamo cosa si fa alle primarie, che poi è quello che faccio io dato che più o meno sto sempre nell'ufficio elettorale.

Il signor Votante arriva, saluta, tira fuori il documento, tira fuori la tessera elettorale, tira fuori i due euro, consegna la tessera, se tutto va bene prende la scheda, mentre nel frattempo gli scrutatori scrivono la ricevutina per i due Euro, riempiono gli spazi per le generalità, prendono la scheda votata, restituiscono tutto il ciarpame anagrafico, danno la ricevutina, il signor Votante firma e si salutano.
Pare facile? Non lo è, e servono due persone per farlo in maniera spedita.
Peraltro spesso la rogna peggiore è il resto a chi ti si presenta senza spicci, per non parlare della cassa che a una cert'ora è piuttosto gonfia e merita attenzione

Cos'ha quindi il regolamento che a Cellacchione non piace? Dice che un paio di quelle operazioni, per l'esattezza riempire le generalità e prendere i due Euro, viene fatto altrove, o per dirla meglio quel momento che era unico per tutte le precendenti primarie viene scisso.
Altrove dove? Non è importante, quel che conta è che sia un altro banchetto con altre persone.
E da quel banchetto dove ci si registra, con un tagliandino doppio (primo turno e ballottaggio), si va all'altro a votare materialmente.

La domanda che ovviamente segue è "è meglio così o no?".
Be', se dovessi ragionare in termini di sanità mentale di scrutatori e presidenti senza dubbio sì, ma non ci sono solo loro, ci sono anche i votanti.
Restando sul concreto, le primarie si svolgono praticamente sempre in strutture del PD o di enti "vicini", tipo l'ARCI, fondamentalmente perché sono gli unici ad avere ancora delle sedi, quindi è abbastanza improbabile che le strutture per la certificazione siano fisicamente diverse come sostengono i cellacchiotti: le sezioni non sono così tante, e la stragrande maggioranza dei comuni italiani ne ha una sola, in cui per giunta bisognerebbe trovare un numero non indifferente di persone disposte a farsi dodici ore in sezione, seguite da scutinio e trasporto in federazione, da aggiungere ai certificatori.
Inoltre le registrazione parte, come scritto nello stesso documento, 21 giorni prima del voto vero e proprio.
Questo in realtà permette l'esatto contrario di quello che teme Cellacchione, e cioè permette di mettersi a registrare elettori prima e in posti in cui non è stato mai possibile farlo.
Per fare un esempio con il quartiere romano di Montesacro, io posso mettere banchetti per la registrazione a piazzale Adriatico o a piazza Capri, mentre il voto avviene, come sempre, (vicino) a piazza Sempione in sezione, dove nessuno tra l'altro mi vieta di mettere un altro banchetto il giorno stesso.

Non si capisce quindi perché questa regola dovrebbe scoraggiare o peggio impedire il voto per il candidato Cellacchione, a meno di non pensare che gli altri candidati siano più avvezzi di altri a registrarsi, cosa curiosa dato che è la prima volta che si fa così.

I cellacchiotti però se la sono presa anche con un'altra regola: "Possono partecipare al voto i giovani che compiono 18 anni entro il 25 novembre 2012" (punto 3.2 del secondo PDF, al link di prima). In pratica non votano i sedicenni, come invece era avvenuto per altre primarie.
I cellacchiotti pensano che questo li danneggi, dato che i minorenni correrebbero in massa a votare Cellacchione.

Per carità, in politica è sempre così, il disinteresse è con me e l'interesse con gli altri, i giovani sono con me i vecchi con gli altri, la parte migliore della società è con me eccetera, siamo gente di mondo, non ci stupiamo.
Però dato che non esiste nulla, manco mezzo numeretto, sulla distribuzione dell'età dei votanti alle primarie, è un po' rischioso buttare lì cifre tipo "200-300 mila" o parlare di "bias generazionale" (qualunque cosa voglia dire).
In più vi posso dire, ma è solo la mia esperienza da presidente a parlare, che di sedicenni alle primarie non ne ho mai visti: zero, niente, e non vivo in un posto di ottuagenari tipo Prati o Trieste, sto nell'ultraperiferia, è pieno di ragazzini che potrebbero votare.

Se poi volessimo andare ancora più su, oltre le singole lagne, dovremmo anche guardare l'inizio del primo PDF che vi ho già citato. Nel preambolo compare la frase "previa consultazione dei rappresentanti dei candidati".
Ora io capisco, e so, che parlare di regolamenti e statuti è una rottura di palle inenenarrabile, che Luigi Berlinguer purtroppo non è Jessica Alba, e umanamente sono vicino al rappresentante di Cellacchione che durante la discussione magari si è appisolato o si è messo a giocare con lo smartphone.
Però, come si dice dalle mie parti, a chi tocca 'n se 'ngrugna, e se questo rappresentante aveva qualcosa da dire poteva dirla, in riunione o subito dopo.
È vero che l'"a mia insaputa" è sempre di gran moda qui, ma una twittata (non so chi sia il rappresentante ma Twitter ce l'ha di sicuro) poteva al limite anche farla.

Ricorrendo quindi al mio proverbiale ottimismo, qualità che mi ha permesso da romanista di sinistra di non essermi lanciato nel Tevere già molti anni fa, non crederò alla malafede di così tanti che parlano a vanvera.
Crederò a una semplice ignoranza, veniale per carità, ché non è obbligatorio saper di primarie.
Certo, ne esce fuori che tutti quelli che sono sui social network e sono sostenitori di Cellacchione sono anche tutti quelli che blaterano di cose che vistosamente non sanno, cosa statisticamente poco credibile.
Ma, come visto sopra, la statistica, senza un po' di fantasia, non piace a tutti.