29 maggio 2007

28 maggio 2007

Però sono contento che il Chievo sia in B, ma non vi dico perché

Non me ne frega niente della legge sul conflitto d'interessi.
Non me ne frega niente della missione in Afghanistan.
Non me ne frega niente dell'aeroporto Dal Molin.
Non me ne frega niente dell'emergenza rifiuti in Campania.
Non me ne frega niente di Rignano Flaminio.
Non me ne frega niente di Beppe Grillo.
Non me ne frega niente di Scalfarotto.
Non me ne frega niente del Family Day.
Non me ne frega niente della fermata di Largo Argentina.
Non me ne frega niente dei NAS a scuola.
Non me ne frega niente della legge elettorale.
Non me ne frega niente della spallata.
Non me ne frega niente di Verona, Alessandria e Monza.
Non me ne frega niente neanche di Genova e l'Aquila.
Non me ne frega niente del documentario della BBC sui preti pedofili.
Non me ne frega niente neanche della versione sottotitolata.
Non me ne frega niente di Ibrahimovic.
Non me ne frega niente dello striscione di Ambrosini.
Non me ne frega niente del concerto di Barbara Streisand.
Non me ne frega niente se è meglio Heroes o Lost.
Non me ne frega niente di Kate Moss.
Non me ne frega niente della prova bikini.
Non me ne frega niente delle ballerine.
Non me ne frega niente della lista dei 45.
Non me ne frega niente della lista di Luca Sofri.
Non me ne frega niente di Luca Sofri.

(Thanks to Brodo, Zoro e Bob Geldof)

26 maggio 2007

Pokerista scarso, lettore attento

"- Tu pensi che io stia bluffando - disse ironicamente Joe. - Bene, allora prova a chiamare il mio bluff."

Vedere il bluff, vedere, non chiamare, mannaggia.
Va bene che in inglese è to call, ma Ugo Malaguti, che è pure un personaggio di spicco della SF in Italia, con chi gioca a poker?
E il titolo si poteva lasciare Città (City).
Anni senza fine non significa niente.

23 maggio 2007

Ma poi cosa significa "Blister in the Sun"?

Potrebbero avervi detto che gli anni '80 erano quelli delle tastiere, ma è vero in parte, molto in parte.
Il fatto è che in Europa facciamo le rivoluzioni e poi le restaurazioni, in USA fanno le rivoluzioni e basta, e il punk di là venne mangiato e digerito, senza troppi strascichi sociologici, e divenne un altro dei tanti modi di suonare.

Tra questi suonatori, i Violent Femmes, gruppo di Milwaukee formato dall'adolescente Gordon Gano, asciuttissimi con basso, batteria e chitarra, ma pazzi al punto da piazzare xilofoni nelle loro canzoni, e testi che parlano di masturbazioni e amori inesperti.

Si suona all'Alpheus, locale già soffocante di suo in una serata che sembra di luglio.
Mi sono mangiato un San Diego Chicken Wrap eccetara, che è come sarebbe il kebab se fosse stato inventato in America, e mentre sto in fila una bionda annuncia agli amici il suo matrimonio per settembre (non ve ne frega niente, lo so, era solo per allungare il post).

Prima dei Femmes i toscani Zen Circus, che in pratica è una band di loro fan.
Tanto che suoneranno con loro per buona parte del concerto, ricambiati dalla presenza di Brian Ritchie in un paio di canzoni.

I Violent Femmes sembrano tre padri di famiglia, Gano pare il più vecchio (ed è il più giovane), ma si vede che sono contenti.
Tutti dovrebbero vedere un concerto dove Victor DeLorenzo ha solo due tamburi e un piatto, il percussionista suona una scatola di legno, il sassofonista ha duecento anni, un altro tizio si tamburella un corpetto metallico, Ritchie che suona qualunque cosa sia stata inventata, compreso un misterioso bastone con una corda, e Gano passa dal bluegrass al reggae.
Perfino se ci sono degli incivili che pogano forsennatamente.

A fianco a me c'è una ragazza che ha tenuto lo stesso sorriso per tutto il concerto, dopo Gone Daddy Gone la guardo e le dico "Add it Up", che ovviamente inizia (quanto mi piace azzeccare le canzoni prima che attacchino).
Ci uniamo allegramente agli incivili pogatori (ma sì) tirando gomitate qua e là, tanto ormai siamo tutti sudati da far schifo.

Finisce con Kiss Off e una strampalata canzone in italiano il concerto migliore di quest'anno, che scalza dal primo posto i !!!.
Ma siamo solo a maggio, dateve da fa'.

Mi ero comprato la maglietta verde dei Femmes (10 Euro), che ho però perso nel parapiglia della pogata, quindi ne ho dovuta comprare un'altra (10 Euro).
Meno male che ho trovato la taglia.

18 maggio 2007

Una settimana in analisi (14)

Fresca fresca di stamattina:
"negozio abbigliamento re erode prato"

Cioè, spiegateme.

15 maggio 2007

Servizio di pubblica utilità svergognatamente di parte

A questo indirizzo trovate il testo del DDL sulle "Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli".
Per chi non lo sapesse, è la legge che se approvata farà terminare il (quasi) monopolio del cognome del padre ai figli.
Leggete chi l'ha presentato, e di chi sono gli emendamenti, tra cui quelli per l'eliminazione della legge tout court.

Secondo alcuni le questioni del diritto di famiglia sarebbero trasversali.
Trasversali a 'sto cazzo, come dicono in Arizona.

Non era tutto sbagliato

Ho appena visto 10 secondi del video di Gaia e Luna, e ho rivalutato Erode.

12 maggio 2007

Ce n'erano 7

I Radiohead, band di cui tutti conoscete l'esistenza, avevano fino a poco tempo fa una curiosa usanza, quella di mettere un sacco di inediti nei loro CD single.
Due esempi sono My Iron Lung e Airbag/How Am I Driving, che hanno rispettivamente 8 e 7 canzoni, e ne fanno dei veri e propri mini album.

Il secondo l'ho cercato su eBay per un bel po', ma alla fine i prezzi andavano sempre verso i 30 €, che mi parevano troppi.
Oggi l'ho trovato nuovo a 18, cosa che mi ha lasciato un po' sorpreso, ma anche contento dato che l'artwork del CD è splendido, tanto per dire le pagine contengono un questionario delirante da riempire.
Per la cronaca ero lì per comprare i biglietti di due concerti.

11 maggio 2007

750 Young, 750 CL, Young (quella 1100)

Panda nuova
Questa è la quarta.
Mezza city car fighetta, niente rusticità di una volta.
Il tempo passa.

10 maggio 2007

La ragazza del sud (non quella di Gilda)

C'è una tradizione del newsgroup it.arti.musica.rock, che consiste nel fare una classifica dei dischi dell'anno.
Nel 2003 arriva prima una sconosciuta (per me) Cat Power con l'album You Are Free, di cui come sempre cerco di rimediare qualcosa in rete.

Scopro che Cat Power è il nom de plume di Chan Marshall, ragazza georgiana che canta ballate di amori finiti dove in genere è lei a farsi da parte.
Finita nel giro newyorkese dei Sonic Youth, è già abbastanza nota in USA ma per niente in Europa.
Resto stregato da quell'album, al punto da importunare tutti i miei amici con mp3 e link.

Ma per stare a metà tra il banale e l'inutile, la caratteristica saliente di Chan è quella di essere bella.
Non una ragazza carina, ma proprio bella, tanto da essere considerata amica di Karl Lagerfeld e prossimo volto dei gioielli di Chanel.
Non ho mai visto campagne pubblicitari con lei, però sarebbe divertente una musicista indie che è anche una modella mainstream.

Inutile dire che appena la vedo a Roma su Last.fm ho i biglietti nel giro di dieci secondi, e ci trascino anche il mio compare, quello con cui mi vedo solo quando c'è un concerto concomitante a una Roma - Inter.

Al Piper, quello di Patty Pravo e Renato Zero, quello dei favolosi anni '60, quello a Via Tagliamento, quello che è da sempre una discoteca per adolescenti prossima alla chiusura ma fuori Roma ha questa fama leggendaria.
Ha gli stessi effetti luminosi di quarant'anni fa, mi aspetto che esca fuori anche Syd Barrett.

Quando entro sta suonando un ceffo che pare eseguire qualunque cosa venga dagli States, da Elvis ai Pixies, solo con chitarra e batteria.
Non è neanche male, malgrado la poca originalità, ma non ne capisco il nome, e ci saluta dicendo "buon concerto di Cat Power".

Ma ci ha fregato, tutti a saltare quando si spengono le luci e invece arriva Malcolm Middleton, un inglese con folta band (gli scozzesi Strike the Colours), non scarso ma talvolta un po' noioso.
Nota di colore la sua violinista, viso da attrice di film per soli anglofili che porta i calzettoni sotto un abitino celeste, e che scuote la testa tutto il tempo per problemi tecnici.
Ritorno su un tema che mi è caro, ma spesso ho sentito malissimo i supporter (o guest, come dicono ora), e poi benissimo l'artista di cartello.
Nessun'artista si tratta così, non è giusto e basta, prendete dei fonici decenti.

Chan arriva vestita da uomo, ma è inutile, tanto è bella lo stesso.
Balla in modo scoordinato, canta e fa quel che vuole con la sua voce, è un concerto soul, come il suo ultimo album The Greatest, anche se il suo tastierista sembra uno dei Dead or Alive.
Con il passare del tempo non si può far altro che guardarla, passano impercettibilmente due ore, ma spero anche in qualcosa del suo passato folk-sfigato, oppure di essere quello che le offre un mazzo di fiori e viene da lei baciato.

Ma niente, niente He War, niente Free, o almeno così mi pare (e pare anche a questa bella bloggarola).
Cat Power oggi è questa, la bianca sudista che si prende la musica dei neri, e che ha baciato un altro.
Che non mi dispiace del tutto, perché è e resta una delle migliori musiciste del mondo, di quelle che fanno sì che i vostri amici vi importunino con link e mp3. E fa anche musica da femmine*.

Simpaticamente ho regalato 6 € al Piper per due bottigliette d'acqua, e ho ancora sete.
Malcolm Middleton e la sua band stanno caricandosi gli strumenti sul furgone da soli, cercando di evitare i pazzi che sfrecciano verso piazza Quadrata.
Non c'è niente da fare, cose così mi stanno d'istinto simpatiche.
Un po' meno che, in qualche modo, riesco a storcere il manubrio dello scooter.

*(ragazze, si scherza, eh? Vi saluta Alex Britti)

07 maggio 2007

Linea Sarkozy

Rilevatore velocità
Dalle mie parti hanno messo uno di questi cosi, che passi e ti dicono a quanto vai.
Le auto che lo vedono rallentano all'improvviso, immaginando che ci sia un autovelox piazzato subito dopo.
Autovelox che invece non c'è.

Per ora il mio record è 84 90 91.

04 maggio 2007

Ed è un centesimo di tutto quello che ci trovate da leggere

Se vi venisse voglia di leggere Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, tenete a mente che è un libro difficile.
Sfugge alle più note categorizzazioni, a partire dal suo autore, ingegnere "vero" con l'hobby della scrittura, borghese milanese che descrive l'underground romano (e dei Castelli).

Sarebbe un giallo, con il morto e l'investigatore, ma è un giallo monco, senza rivelazione, senza colpo di scena.
È solo una scusa per immergere il lettore nella scrittura, potrebbe parlare di villaggi colombiani sperduti o di storia dell'arte, sarebbe lo stesso.

Scrittura ai limiti della leggibilità, piena di aulismi, di onomatopee, di secondarie e coordinate che vanno avanti per pagine, di dialetti che si mescolano all'italiano, ma senza mai sbagliare il tempo e il modo. Chi deve parlare da popolano o da burino lo fa, come chi deve parlare in italiano, ma magari esclamando in molisano, come il commissario Ingravallo (Molise che nel 1951, anno della pubblicazione, neanche esisteva).

E non solo, perché il libro aggiunge pure parole inventate, che hanno senso solo per il suono.
Ambientato in pieno fascismo, Gadda cerca di non nominare mai l'odiato Mussolini, affibbiandogli ogni volta una perifrasi diversa ("fondatore dell'impero quinquennale" la mia preferita).

Impossibile non provare pena per Ines duranto la tortura psicologica del suo interrogatorio, impossibile non essere sulla moto con il brigadiere Pestalozzi e il suo corpulento passeggero durante l'interminabile descrizione del viaggio dalla stazione al bordello della Zamira.

Leggetelo, con calma.
Una pagina vi porta via il tempo di un signore degli anelli.

Proverbio

"Quando lavi la visiera del casco piove"

(perché la macchina la uso poco, e comunque non la lavo mai)

03 maggio 2007

He's back

Weekendance è tornato con il post dell'anno ("Dodici amici incluso Tom" l'ho capita dopo cinque minuti).

Se si vede male andate alla home tanto è il primo.