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24 luglio 2008

Per stavolta meglio un'immagine

Michael Stipe a Verona
La prima volta è stata del remoto 1995, e in tredici anni pare essere cambiato poco e niente.
Drive dal vivo continua venire male, Let Me In continua a venire bene malgrado i tentativi di rovinarla.
E Nightswimming è forse l'unica canzone che ha il potere di farmi piangere.

Dall'immagine potete capire facilmente perché i R.E.M. sono i R.E.M., mentre gli Editors sono soltanto gli Editors.

(la foto è del concerto di Verona e l'ha fatta Michy, io ero a Perugia e nel caso in questione l'ho sgraffignata dal suo Facebook)

25 giugno 2008

Ho un altro progettino in corso, ma talvolta ci sono cose che vanno scritte

Qualcuno di voi lettori saprà che i miei raccontini dei concerti, che solo con molta benevolenza possono essere chiamati recensioni, vengono copiati anche sul mio blog di last.fm, che è l'unica altra applicazione sociale a cui tengo un po'.
A parte qualche frociatina della piattaforma, come l'evidenziazione degli artisti o delle canzoni, sono del tutto identici a quelli pubblicati qui.

Essendo ospitato non ho statistiche di accesso al blog parallelo, e forse non avrebbero neanche molto senso, dato che lo scopo di last.fm è quello di trovarsi per affinità musicale, più che per linkaggio.
Però ci sono i commenti, quelli strani in cui bisogna mettere anche il titolo, alla livejournal per capirsi.

Ieri ho ricevuto un commento dall'utente Moro-89-, il cui nick tradisce un età minore della metà della mia, sul mio racconto del concerto dei Depeche Mode.
Moro è evidentemente più competente di me in materia DM, e più che un commento ha scritto un articolo vero e proprio che secondo merita qualcosa di più del suo status attuale.
Se siete appassionati del gruppo di Martin Gore vi consiglio di leggerlo.

(Sul fatto di sentire un adolescente parlare già come un vecchio rompicoglioni, cioè come me, tipo "i primi dischi erano un'altra cosa", ho già scritto, e guardacaso c'entravano sempre i Depeche Mode)

19 giugno 2008

Prima o poi è successo a tutte


Si può dire una cosa con incrollabile certezza: se non avessero incontrato Grace Slick, dei Jefferson Airplane non avremmo mai sentito parlare.
Contralto potente, frontwoman naturale, e anche gran gnocca, forse seconda soltanto a Michelle Phillips dei Mamas and Papas, che però aveva dalla sua cinque anni di meno.
Da brava ragazza Grace portò anche la dote, due canzoni della sua precedente band, i Great Society: Somebody to Love (scritta dal fratello Darby) e White Rabbit (sua).
Il pezzo del video, un po' meno noto, è stato ed è ancora una sorta di "canzone del neo trentenne".
In realtà chiede al suo uomo di smettere di fare il bambino.

18 giugno 2008

Poi ha fatto il produttore


Il glam è lo sdoganamento, almeno visuale, dell'estetica frocia nel rock: sembrare una donna non è più reato.
Quello vestito da gelataro è Brian Ferry quando aveva venti chili di meno, quello che suona il tamburello con le piume sulla schiena è Brian Eno.
(grazie a fB, tanto per cambiare)

28 maggio 2008

Omonimi again

Avrete già letto da Brassy del nuovo EP dei Numero6 liberamente scaricabile.
(A lei l'avevo detto io, mica mi cita la perfida).

Ora sono anche su Pitchfork, il sito croce e delizia degli indieblogger che traduce i titoli a minchia, cantati addirittura da Bonnie "Prince" Billy o Will Oldham se preferite, cercando di fare come i veri grandi italiani che all'estero sono famosi e in Italia no.

Peccato, perché secondo me "io non faccio poesia, verticalizzo" andrebbe studiata a scuola insieme all'ermo colle e alla selva oscura.

(Poi leggete questo, che con la musica c'entra niente)

15 maggio 2008

Helen Marnie's band (was: Ladytron)


FdL ha ragione, sembra un video dei Depeche Mode, e sinceramente pure una canzone dei Depeche Mode.
Però Helen sarebbe comunque un ottimo ministro delle Pari Opportunità.
Anche con quell'acconciatura ridicola.

27 marzo 2008

Altri mondi (dai che è giornata)


Per i miei lettori più giovani, il poco noto (da noi) folk britannico.
Notare la disposizione della band, con Jacqui McShee in mezzo sul solito trespolo, impassibile come una santona.

In ginocchio


Per essere a una cosa così si potrebbe tranquillamente rinunciare a un testicolo, ma non preoccupatevi, Nico è defunta da vent'anni.
(grazie a fB)

In memoria del compagno Giovanni Lindo Ferretti, prematuramente scomparso


Il video è del tutto inutile, però io chiederò di suonare questa quando sarò campione del mondo di lancio del coriandolo.
(grazie a V i k k)

27 febbraio 2008

No, mai sentiti

Qualche tempo fa Gianluca Neri raccontava la storia di una canzone, storia che a sua volta aveva rimediato da Giavasan.
In breve, un musicista di nome Jonathan Coulton scrive un brano per i crediti di chiusura di un videogioco, quelli a cui arrivate quando avete sterminato tutti.
Questo pezzo è cantato da una soprano, Ellen McLain, che è anche la voce di un personaggio del videogioco.

In Giappone le doppiatrici di videogiochi, nonché di film e anime, sono delle star a cui chiedi l'autografo per strada, e si chiamano seiyū (声優, i due kanji significano voce e attore).
Una delle protagoniste di Megatokyo, Kimiko Nanasawa, è una seiyū.
In Occidente non sono così famose, ma qualcuna comincia a farsi conoscere, come ad esempio Glynnis Talken, che per chi ha passato come me qualche notte cercando di fare una carneficina degli stramaledetti High Templar, altro non è che la simpatica Kerrigan.

Tornando alla canzone, forse una delle cose più interessanti è che un artista accetti di scrivere qualcosa che sarà sentito, teoricamente, solo da chi arriverà alla fine di un percorso.
Teoricamente, perché alla fine qualcuno completa il gioco, youtubba il tutto e rende la cosa di pubblico dominio.
E il buon Coulton, sorpreso, si gode la sua piccola popolarità.

Ma il diavolo, è il caso di dirlo, ci mette la coda.
Per i pochi blogger che non lo sapessero, last.fm è un piccolo programmino che legge la musica che state sentendo in quel momento, la spedisce a un sito con lo stesso nome, e chiunque passi per la vostra pagina sa cosa avete ascoltato di recente, le vostre preferite, chi ascolta roba simile a voi, a che concerti siete stati e tante altre amenità.
Per esempio questa è la mia pagina.

Per fare questo last.fm sfrutta i tag ID3, che sono per i file mp3 la stessa cosa delle proprietà dei documenti Word, come autore, titolo, revisione, ecc.
Nei tag ID3 ci sono scritte cose più musicali, come album o genere o compositore.
Dato che i tag possono essere scritti da chiunque, c'è gente tiene in ordine i propri in modo maniacale, e che non sopporta gli mp3 che non li hanno o peggio ancora che li hanno sbagliati.
Io sono uno di questi malati (e lo è anche il Neri).

Siamo quasi alla conclusione della storia, e nei paraggi di fine anno tutti i blogger che si rispettino fanno le loro classifichine.
Tra questi, un m-blog americano molto seguito, Central Village, il cui autore Jeffrey mette tra le sue 40 canzoni preferite dell'anno la nostra Still Alive, con tanto di mp3 da scaricare (ha dei gusti decisamente easy).
Purtroppo Jeffrey toppa il tag, e dove andrebbe l'autore mette il nome del videogioco che, non ve l'ho detto, si chiama Portal.

Tanti scaricano, tanti ascoltano, tanti con last.fm che mandano Still Alive in alto tra le canzoni di questi fantomatici Portal.
Iella vuole che però esista davvero un gruppo che si chiama Portal, e che sia un gruppo che suona death metal.
Per chi non lo sapesse, il death metal è un genere che prevede tre caratteristiche: la convinzione di essere tecnicamente dei mostri, il nome che ha a che fare in qualche modo con i cattivi del Signore degli Anelli (Gorgoroth e Nazgul Rising vanno benissimo), i testi intrisi di suggestioni sataniste (ad esempio "la cristianità sparirà dalla terra" o "sono favorevole al diritto di scelta della donna e alla 194").

Immaginate la sobria reazione dei fan metallari di una band sconosciuta nel trovare che il loro pezzo più ascoltato è una specie di canzoncina estiva.
Non la immaginate?
Allora leggetela.

13 febbraio 2008

Originalissimo


Lo linkerà mezza blogopalla, ma chi se ne frega.
Ho avuto l'onore di sentirla in anteprima quest'estate al laghetto dell'EUR, ed erano mesi che promettevo ai miei amici la sorpresa dal loro prossimo disco.
Come di quasi tutto quello che hanno fatto, anche di questo video non va perso un solo secondo.
Video per giunta in collaborazione con una delle poche cose originali comparse in televisione negli ultimi cinque anni, cioè Maccio Capatonda.
Mi sono ribaltato quando mostra l'ecopass per entrare al parco.

12 febbraio 2008

I don't believe in beds of roses, or bleeding hearts

The Joshua tree edizione per stronzi™
tra qualche giorno hai 37 anni ma ti pare che ancora fai così un disco che già c'hai t'è costato cinquanta euri forse l'unica che hanno impercettibilmente annacquato è With Or Without You che ti sembrava più tagliente e qualcuno ancora pensa che è una canzone d'amore chiaramente ora l'interruzione tra One Tree Hill e Exit è al posto giusto mi sa che è la volta buona che fai il sorpasso agli Interpol su last.fm e Trip Through Your Wires la skippavi da dieci anni sì sì ciao

11 novembre 2007

San Martino!

(questa canzone si trova nell'album The Unforgettable Fire, è la terza del lato B, e ha una canzone gemella che è la terza del lato A, Wire)
(inizia con una dissolvenza invertita, scelta non inusuale per gli U2)


In the ocean cuts ring deep, the sky.
Like there, I don't know why.
(attacca con una nota folle, già si capisce che il karaoke durerà poco)

In the forest there's a clearing
I run there towards the light.
Sky, it's a blue sky.

In the earth the hole deep, deep, decide.
If I could I would.
(nella canzone che precede questa, Bad, dice "if I could, yes I would", si vede che il concetto gli è caro)

Up for air to swim against the tide.
Hey, hey, hey.
(io qui non ce la faccio più a cantare)

Up towards the sky.
It's a blue sky.
(Sky è la parola bonica per definizione; se prendete centomila persone e fate dire loro "SKY", io vi dico se c'è Bono in mezzo)

To lose along the way the spark that set the flame
("perdere lungo la strada la scintilla che ha acceso la fiamma", la metafora di tutte le metafore, l'amore che finisce, il Partito Democratico)

To flicker and to fade on this the longest day.
(Filcker è scritto in modalita 1.0)

So wind go through to my heart.
So wind blow through my soul.
So wind go through to my heart.
So wind blow through my soul.
So wind go through to my heart.

You give yourself to this the longest day.
You give yourself, you give it all away.
("and you give yourself away" lo canterà tre anni dopo, ma il concetto resta in tutte le liriche di Bono: se stai con me ti valorizzi, se stai con lui sei una zoccola)

Two rivers run too deep, the seasons change and so do I.
(con quest'album la smetterà di sfavare con il ragazzo che si fa uomo, cosa che ha fatto in tutti i dischi precedenti; aveva 24 anni)

The light that strikes the tallest trees the light away for I.
The light away, up towards the sky.
It's a blue sky.

To lose along the way the spark that set the flame
To flicker and to fade on this the longest day.

So wind go through to my heart.
So wind blow through my soul.
So wind go through to my heart.
So wind blow through my soul.
So wind go through my heart.
So wind blow through my soul.
So wind go through to my heart.

You give yourself to this the longest day.
You give yourself, you give it all away.

(dopo questa seguono la semi-sperimentale Elvis Presley and America e la canzone della buonanotte MLK)
(se qualcuno vi dicesse che questo pezzo sembra incompiuto, fossero gli U2 stessi, non credeteci)
(per i giovinastri, terza del lato B vuol dire la numero 8 del CD)

30 ottobre 2007

Allora basta, non lo voto

La cover di What a Wonderful World è di Joey Ramone da solista, non dei Ramones, è chiaro brutti ignorantoni?

(E comunque io avrei scelto Don't Stop dei Fleetwood Mac, a Clinton aveva portato bene)

18 agosto 2007

Titoli non indie: Pink Floyd prima del lato oscuro

I Pink Floyd sono una band inglese formata a metà anni '60 da due gruppi di amici che si erano conosciuti al Politecnico di Regent Street, oggi University of Westminster.
Dopo aver provato diversi nomi presero quello definitivo da due bluesman, Pink Anderson e Floyd "Dipper Boy" Council, dal momento che specialmente Syd Barrett era un appassionato del genere.
Malgrado i cambiamenti di formazione e di stile, i Pink Floyd sono quasi sempre considerati come band monolitica, e ancora oggi molti non conoscono i nomi dei componenti.
Grandi sperimentatori, non soltanto sul piano musicale, ma anche tecnologico, lasciando l'amato Abbey Road ai tempi di Meddle perché aveva soltanto un registratore a 8 piste (nel 1971), e visuale in generale, come il prisma in copertina di Dark Side, le diapositive che si facevano proiettare addosso nei primi concerti, i film Live At Pompeii e The Wall.
Insomma, se non vi piacciono i Pink Floyd non capite una mazza, ma andiamo con ordine.

The Piper at the Gates of Dawn: l'unico album in cui Barrett è realmente presente nella band, e lascia agli altri le briciole. È un capolavoro in cui il genio sregolato del diamante pazzo trasforma dei pezzi vagamente blues in capisaldi della psichedelia, con il suo modo assurdo di cantare e di suonare la chitarra. L'influenza di questo disco è enorme, la copertina anni '60 che di più non si può, la canzone più nota Astronomy Domine. Quella che io amo di più è però The Gnome.
Molti anni fa un mio amico telefonò a Radio Rock in un momento di canzoni a richiesta, e disse al DJ "senti, mettime 'o gnomo".
All'epoca la sentivamo tipo trenta volte al giorno. Il DJ non ebbe bisogno di ulteriori chiarimenti.

A Saucerful of Secrets: Barrett è di fatto già fuori dalla band, scriverà solo l'ultimo pezzo, Jugband Blues. La forma dei Floyd comincia qui, e molti considerano questo album il loro migliore. La title-track è uno dei più grandi pezzi psichedelici della storia, Waters comincia a far capire chi è con la cupa Set the Controls for the Heart of the Sun, Wright scrive le sue favole in musica.
Dopo quest'album Barrett venne di fatto buttato fuori, scrisse altri due LP prima di chiudersi nel silenzio durato fino alla sua morte.
Nel primo pezzo, Let The Be More Light che è anche il mio preferito, i Floyd rendono omaggio ai Beatles con la strofa "For there revealed in flowing robes was Lucy in the sky".
Può sembrare curioso, ma i Floyd adoravano i Beatles.

More: colonna sonora del primo film, piuttosto crudo, di Barbet Schroeder. Studente tedesco si innamora di bionda gnocca americana (sul serio, Mimsy Farmer è di una bellezza senza aggettivi). La bionda è però affetta, letteralmente, da ogni vizio possibile.
Sentito con il film ha più senso, i pochi pezzi che non sono strumentali sono tutte ballad tranne la bella tirata rock di The Nile Song.
Il DVD del film non si trova facilissimo ma io ce l'ho. La mia preferita è Cymbaline.

Ummagumma: il loro disco più estremo. È un doppio dove sul primo disco ci sono quattro pezzi live, mentre il secondo è una pazzia che pochi gruppi si possono permettere.
Ognuno dei componenti scrive un pezzo, il batterista Mason sette minuti di sola batteria, il tastierista Wright dieci minuti di sole tastiere, il chitarrista Gilmour dieci minuti di chitarra. Waters, in Grantchester Meadows, mette in piedi un pezzo quasi folk che è la cosa che più si avvicina a una canzone.
Sempre di Waters è una cosa composta da finti versi di animali (ma si tratta della sua voce modificata). Nel finale di questa arriva un Pitto (abitante pre-romano della Scozia, in realtà Ron Geesin) che spara un po' di scemenze in dialetto scozzese stretto. Il titolo descrive tutto quello che si sente: Several Species of Small Furry Animals Gathered Together in a Cave and Grooving With a Pict.

Atom Heart Mother: forse il loro album più manierista, l'unico di rock sinfonico. Inizia con una suite lunga quanto tutto il lato che dà il titolo all'album, titolo su cui i Floyd cambiarono idea varie volte (era una cosa che gli capitava spesso).
Sul lato B, come nel disco precedente, ognuno di quelli che sapevano cantare scrive un pezzo, quindi non Nick Mason. Tra queste, la mia preferità è Summer '68 di Wright.
L'ultimo pezzo è Alan's Psychedelic Breakfast, quasi priva di musica, dove il roadie Alan Stiles si prepara delle uova e nel frattempo chiacchiera tra sé.
Storica la mucca in copertina.

Meddle: disco fondamentale e uno dei loro migliori in assoluto. Cinque canzoni sul lato A, con Fearless che si conclude con You'll Never Walk Alone, l'inno del Liverpool FC, e Seamus dove un cane canta su un blues di Gilmour. Sì, è un cane.
Ma è Echoes sul lato B che fa la differenza. Questa condivide con Supper's Ready dei Genesis lo scettro di pezzo sopra i venti minuti più famoso della storia, pur essendo da questa diversissima.
È la formalizzazione del brano alla Pink Floyd, due strofe cantate, delirio strumentale con effetti vari, strofa finale, schema che riprenderanno spesso in seguito.
Su quest'album aleggia una nota leggenda urbana, e cioè che in San Tropez venga citata Rita Pavone: è una balla.
Non serve essere laureati a Oxford per capire che Waters dice "making a date for later by phone" e non "making a date with Rita Pavone", come invece misteriosamente scrisse il traduttore dell'Arcana, all'epoca unica fonte dei testi dei gruppi anglofoni.
Ciò nonostante, la cantante torinese continua ancor'oggi a vantarsene in pubblico appena le capita.

Obscured By Clouds: da molti considerato il loro album più fiacco, è la colonna sonora del secondo film di Schroeder, La Vallée.
In questo caso i pezzi non sono particolarmente originali, e la chitarra di Gilmour si fa sentire molto.
Proprio elaborando un pezzo di quest'album, Childhood's End, Gilmour inventerà Time, che finirà sull'album successivo.
A proposito di questo, i Pink Floyd non di rado hanno riutilizzato materiale scartato in precedenza, talvolta anche a distanza di anni.
Questo perché spesso suonavano i pezzi prima dal vivo che sull'album, e poi decidevano cosa farne. Tra i pochi che fanno ancora così ci sono i Radiohead, e non è l'unica cosa che hanno preso dai Floyd.

Live At Pompeii: non è un vero album, ma un film che i Pink Floyd decisero di girare su proposta di un regista francese, Adrian Maben.
Malgrado questo, è una delle cose che più hanno contribuito a creare il loro mito.
Girato tra le rovine di Pompei, assolutamante senza pubblico, con strambe inquadrature di mosaici e caldare, dà l'idea di uno spettacolo fuori dal tempo.
Spesso le immagini del film sono usate come sfondo per servizi giornalistici sui Floyd, anche perché non è che ci sia molto altro materiale visivo su di loro.
È anche un concerto d'addio a quelle canzoni, che non avrebbero più eseguito live.

Avrei voluto scrivere questo post dopo aver letto il monumentale Inside Out, biografia del batterista Nick Mason, l'unico Pink Floyd da sempre, ma non sono ancora riuscito a trovare il tempo.
Come andrebbe anche detto che prima di Piper i Floyd avevano pubblicato un po' di singoli che ne avevano creato la fama in UK, tra cui l'imprescindibile See Emily Play, e come bisognerebbe anche scrivere dei personaggi come Storm Thorgerson, Norman Smith, Steve O'Rourke, e altri che hanno dato molto alla storia della band.
Ma l'aneddotica sui Pink Floyd è sterminata, e servirebbe il blog apposta (cosa che qualcuno ha già fatto per i R.E.M.).
Un buon punto di partenza sono le Echoes FAQ, e in generale Wikipedia.

21 giugno 2007

Che dovrebbe fare una ragazza?


Bat for Lashes è una band di quattro ragazze, ma fa tutto Natasha Khan, mezza pakistana, mezza inglese, molto carina.
La sua What's a Girl to Do è uno dei miei pezzi preferiti da mesi, e ha anche un gran bel video, questo.
Lo dedico a OdiAmore, sicuro che ci troverà materiale per uno dei suoi post.

15 maggio 2007

Non era tutto sbagliato

Ho appena visto 10 secondi del video di Gaia e Luna, e ho rivalutato Erode.

12 maggio 2007

Ce n'erano 7

I Radiohead, band di cui tutti conoscete l'esistenza, avevano fino a poco tempo fa una curiosa usanza, quella di mettere un sacco di inediti nei loro CD single.
Due esempi sono My Iron Lung e Airbag/How Am I Driving, che hanno rispettivamente 8 e 7 canzoni, e ne fanno dei veri e propri mini album.

Il secondo l'ho cercato su eBay per un bel po', ma alla fine i prezzi andavano sempre verso i 30 €, che mi parevano troppi.
Oggi l'ho trovato nuovo a 18, cosa che mi ha lasciato un po' sorpreso, ma anche contento dato che l'artwork del CD è splendido, tanto per dire le pagine contengono un questionario delirante da riempire.
Per la cronaca ero lì per comprare i biglietti di due concerti.

19 aprile 2007

Linkoso

Leggendo un post da Rosaluxemblog mi sono ritrovato a leggere quest'altro da Psicocafé, che parla, tra le altre cose, del Milgram Obedience Experiment, a cui aveva dedicato in precedenza un altro post, che contiene una pagina di Wikipedia dove ho scoperto perché Peter Gabriel ha messo le parole milgram's 37 nel titolo della canzone We Do What We're Told, dall'album So (1986).

Vi consiglio tutti i post citati, e già che ci siete rimediate pure So che è un gran bell'album, forse il migliore della carriere solista di Gabriel.