Una cosa divertente, perché rischiosa, è andare a vedere dal vivo qualcuno di cui hai sentito una sola canzone. O meglio, qualcuno di cui hai sentito una sola canzone, hai deciso di andarlo a vedere e rimedi due o tre altre cosette su Youtube il giorno stesso del concerto tanto per non fare quello che aspetta l'unico pezzo che conosce.
La rassegna si chiama Pigneto SpazioAperto - Festival delle culture indipendenti, nome evidentemente troppo lungo per avere grossi sponsor dietro. Malgrado ciò dura più di un mese e ci sono settanta concerti, più un sacco di altra roba tra cui il cinema a cura del cineclub Detour.
Il posto è il Torrione Prenestino, quel rudere poco noto e onestamente pure bruttarello che si vede prendendo la tangenziale dalla Prenestina, uno dei tanti che fa paesaggio e di cui nessuno conosce la storia.
A essere pignoli il rudere è di poco fuori dal noto quartiere che dà il nome alla rassegna, ma ci rientra perché per ragioni di marketing il Pigneto ormai include anche Centocelle, Tuscolano, Tiburtino, tutto il VI municipio, Barcellona, Kreuzberg, il lago di Martignano, un paio di isole disabitate nel Mar Cinese meridionale.
Il primo gruppo a suonare si chiama Appaloosa, ed è di Livorno, l'ex capoluogo di provincia a cui musicalmente (e non solo) si vuole un gran bene.
È un gruppo post rock, cosa che si riconosce da un dettaglio: insieme agli strumenti tipici ne hanno uno fatto a forma di scatola di colore chiaro, e sul coperchio della scatola c'è una mela bianca illuminata.
Immaginate i Pink Floyd, o i Sigur Rós, o i God is a Astronaut, immaginate insomma una cosa del genere però senza nessuno che canta. Anzi ogni tanto qualche voce si sente ma siccome non canta nessuno è probabile che sia una delle infinite risorse della scatola con la mela.
Gli Appaloosa sono veramente bravi, e poi io ho un debole per i gruppi con la batteria in primo piano.
Di seguito i Civil Civic, nome che sarebbe perfettamente alla moda per qualche lista elettorale creata "dalla rete" ma che invece sono due tizi che manco vivono nella stessa città e si dice si mandino i pezzi per email (ci credete? No? Manco io.).
A essere sinceri non sono in due, perché in mezzo sul palco c'è il "coso".
Il "coso", che potete vedere qui ma meglio ancora qui, è un cubone da cui esce tutto quello che non è basso e chitarra, escono le luci che vanno a tempo, e secondo me dirige anche occultamente il gruppo, dato che ogni tanto Aaron e Ben (gli umani del gruppo) ci si inchinano davanti.
I Civil Civic si fecero sentire un po' l'anno scorso con un bel pezzo, Run overdrive, in realtà uscito nel 2010, che era l'unica cosa che conoscevo di loro fino al pomeriggio.
All'inizio pensavo avessero qualcosa dei Sonic Youth, poi ho cercato su Google "Civil Civic Sonic Youth" e sono usciti 107 mila risultati, quindi ho pensato che non fosse un'intuizione così originale.
Allora facciamo che non vi dico niente di eventuali influenze, ma solo che ne vale la pena, tanto i loro album (due, in particolare il primo, Rules) sono tutti scaricabili dal loro sito. Qualche pezzo è perfino ballabile.
Se invece volete proprio che vi dica qualcosa sulle influenze vi posso dire che prima di andare al concerto ho comprato dei biscotti Gentilini che si chiamano Novellovo. Sono influenzati dai Novellini, e sono veramente buoni.
27 luglio 2012
Dove il vostro si sciroppa un intero film muto francese
Scritto da Numero 6 alle 11:43 0 commenti
Etichette: Roma come Manchester
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