Il Palalottomatica è quello una volta detto Palaeur e prima ancora Palazzo dello Sport, progettato da Nervi per le Olimpiadi del 1960.
Nato come posto per pallacanestro e pallavolo, ha sempre ospitato concerti,e da quasi cinquant'anni ha sempre la stessa acustica di merda, al punto che mi chiedo ogni volta perché ci vado, e la risposta è sempre che per concerti invernali è l'unico posto che c'è, e tocca accontentarsi.
Stavolta non ho regalato i soliti dieci Euro a Ticketone per la consegna dei biglietti, optando per il ritiro al botteghino.
L'avessi mai fatto.
Una fila impressionante, che unita a un certo nostro ritardo mi ha fatto temere di entrare a concerto iniziato, tra gli sguardi inferociti delle mie due amiche.
(Va detto che entrambe mi avevano chiesto un passaggio, e io in scooter ne ho potuta accontentare solo una, e già so che l'altra me la farà pagare)
Una delle amiche, in compenso, mi ha portato la cena.
Entriamo pochi minuti prima che Ben Harper cominci a suonare Two Hands, che è l'unica canzone di cui conosco il titolo.
Pubblico della mia età, qualche coppia con bambini al seguito, alcuni rimasugli bongo-terzomondisti.
L'avevo già visto a Imola, e non ero rimasto tanto convinto.
Il punto è che Ben Harper ha una band, diciamo così, di virtuosi, cioè di tizi che durante le canzoni attaccano assoli di dieci minuti in cui fanno vedere quanto sono bravi.
Ora, una volta va bene, ma alla terza mi viene voglia di interromperli e dirgli che il pezzo era finito mezz'ora fa.
Ma stasera non ha esagerato, e soprattutto non ha esagerato neanche con il reggae, genere che sopporto solo in dosi limitate.
Mi ha colpito un bel rock-blues verso metà concerto un po' à la Dylan, e un altro che mi sembrava Neil Young; ho scoperto che era veramente una cover di Neil Young, ma non so di che canzone.
Niente male anche un soul che poteva essere stato scritto quarant'anni fa, cantato da Ben senza microfono.
E molto trascinante il brano con cui ha chiuso, dopo quasi due ore e mezza.
Ho girato un po' per forum cercando notizie sulla scaletta, e leggendo di fan un po' delusi dalla presenza di pezzi nuovi, a scapito dei vecchi.
Stai a vedere che nel momento che non piace più ai suoi fa storici comincia a piacere a me.
Poi sono andato a ballare.
15 ottobre 2006
Due mani e Disco
Scritto da Numero 6 alle 23:42
Etichette: Roma come Manchester
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e bravo ermà! vai a vedere ben harper così, senza nemmeno passarmi a prendere in scooter :P
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