Il gay pride è una versione con meno telecamere e meno soldi del carnevale di Rio, mentre il numero di sessualmente eterodossi dovrebbe essere lo stesso della festa carioca, anzi forse minore.
La sfilata è lunghissima e molto lenta a partire, probabilmente per il numero di manifestanti/curiosi lungo la via, e anche perché noi non eravamo ancora arrivati.
Avevamo problemi con il citofono e poi c'era traffico e abbiamo parcheggiato lontano e non è assolutamente vero niente.
La verità è che abbiamo mangiato per due ore.
Misurare il numero di partecipanti non è possibile. Il Pride per definizione fa girare tutti, fa fermare le automobili in senso opposto, e credo che la maggior parte del pubblico non sfili, ma sia fermo ai lati a fotografare l'unico corteo dove coloratissimi uccelloni ballonzolano al tempo di Fiesta della Carrà.
Il bello del Gay Pride è l'eliminazione dell'estetica di genere.
Passano uomini, donne, ex-uomini con qualche traccia residua, checche scheccanti, lesbiche lesbicanti, pezzi di gnocca veri, blogger con la panda, blogger con Panda e amici che non ti presentano i pezzi di gnocca suddetti ma sanno a memoria Panic degli Smiths.
Insomma non ci si sente mai fuori posto.
Gli urli spesso scomposti degli interventi finali lasciano pensare a una comunità GLBT disperata, ben conscia dell'impossibilità dell'assalto al cielo, e pure dell'assalto ai DICO. Gli altri, i clericali, parlano vistosamente da una posizione di forza, e infatti manco commentano.
Le due migliori della giornata: "questo è il carro dei gay di pitran" (erano gli orsi, ma la battuta è per soli romani), "dieci sesterzi sul leone" (mentre spiegavo a mi' sorella le scommesse presso gli antichi).
Sarò nel video di Silvestri.
Non dico altro.
I miei amici sfilanti erano: Mae*, Panda, Gil™, Sacher, Claudio, un piemontese che cercava Tor Cervara, uno di Saluzzo che mi ha spiegato che vuol dire in carpione, mi' sorella (la quale flickra).
Più una splendida archeologa che prepara cous cous e studia troppo.
Sì è parlato e riso un po' di tutto, compreso il Partito Democratico, che a ridere ce ne vuole.
E adesso, per favore, ditemi chi mi ha messo il preservativo a base acquosa nello zaino.
18 giugno 2007
La piazza del milione a prescindere
Scritto da Numero 6 alle 09:35
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tu' sorella :P
RispondiEliminaE' perché noi non eravamo ancora arrivati.
RispondiElimina“I ministri dovrebbero varare provvedimenti per le famiglie, non partecipare alle carnevalate“, ha detto Maurizio Gasparri a proposito del Gay Pride, dimenticando forse che in una democraia liberale ogni manifestazione dovrebbe avere pari dignità, anche quelle pù goliardiche e pittoresce. In Italia dovremmo essere contenti che si possano fare le “carnevalate”, perchè in molte altre parti del Mondo, la libertà a manifestare a espimere il proprio pensiero non è praticamente riconosciuta. Un caso rilevante è la Russia di Putin, dove non solo è stato impedito di fare il Gay Pride (cosa che limita la libertà di parola in qualunque modo la si pensi sui Gay e sula loro manifestazione), ma da quando Putin è al potere sono più di 20 i giornalisti morti in Russia, come denuncia Reporters sans frontierès. Allora comunque la si pensi, in Italia dovemmo essere felici che si possano fare le "carnevalate"!!! ;-)
RispondiEliminasalpetti.wordpress.com
mi faccio prendere dai cattivi umori, sempre nei giorni peggiori
RispondiEliminaControlla bene: è lubrificante a basa acquosa. Il tipo migliore ;-)
RispondiEliminaEcco hai scoperto il colpevole. HAHAhA
RispondiEliminaROTFL! (per il carro di pitran)
RispondiEliminacorro a contattare la sister :-)