Ci si mettono molti anni a decidere cosa ti rende diverso dagli altri abitanti del pianeta e della penisola.
Sarà il dialetto, ma il dialetto ce l'hanno tutti, saranno broccoli e salsicce, ma in tutto il mondo hanno un piatto segreto oltre a quelli più sputtanati.
No, il segreto è un altro, che con grande magnanimità rivelo ai lettori.
I biscotti Gentilini.
I Gentilini sono i biscotti più buoni del mondo. Punto.
Anzi no, mi immagino le ovvie e inutili rimostranze dei 78 lettori del mio feed, ma lasciate perdere, sarebbe come paragonare il finale de I Soliti Sospetti a quello di Harry Potter
Non c'è storia, correte a rimediarne una scatola, è meglio.
Gentilini produce da più di cento anni un sacco di biscotti e fette biscottate, non ve li elenco tutti dato che li trovate sul sito, ma vi parlerò di due in particolare, gli Osvego e le fette biscottate tostate.
Gli Osvego sono i biscotti da inzuppo definitivi.
Qualunque liquido vogliate usare per la prima colazione, gli Osvego se lo ciucciano via in pochi secondi, costringendovi a finire la colazione o a rimpinguare il suddetto liquido.
Io preferisco la seconda ipotesi.
Credete, addirittura Gilthas™, se li avesse a portata di mano, ne mangerebbe più di tre.
Le fette biscottate tostate sono invece la killer application Gentilini.
Sono uniche, non conosco nessun altra marca che le fa.
Il colore leggermente dorato, il sapore dolcissimo ma non stucchevole, le briciole che arrivano senza problemi fino ai quartieri confinanti, non c'è paragone, e poi sono fettone, sono il doppio di quelle normali.
Ho lavorato per più di tre anni a via Affile a Settecamini, la stessa strada della fabbrica dove c'è anche l'ingresso dello spaccio aziendale e si possono comprare i biscotti.
Verso il tardo pomeriggio c'era la sfornata, e un effluvio di dolcezza si spandeva, migliorava l'umore, rendeva le colleghe più belle, impediva i crash in ambiente di produzione.
Perfino Settecamini, che è uno dei cinque posti più brutti del pianeta, sembrava un agriturismo.
È l'unica cosa che mi manca di quel posto.
31 luglio 2007
Ciò che siamo, ciò che vogliamo
Scritto da Numero 6 alle 22:38 28 commenti
סע לאט
Tra i miei vicini di last.fm, cioè quelli che avrebbero gusti simili ai miei, ce ne sono un bel po' che ascoltano questo tizio qui:
אריק איינשטיין
Ebbene, cari lettori, non si tratta dell'alfabeto di Woodstock quando parla con Snoopy, ma di un artista israeliano con la faccia un po' da cantante country (esisterà il country israeliano?).
Sarei estremamente curioso di sapere come fanno i miei amici del paese dei pompelmi e delle modelle a scriverne il nome nei tag ID3 di Winamp.
A parte questo, se copincollate il nome e poi provate a cancellarlo, sparisce la prima lettera, non l'ultima (le meraviglie del bidi).
Il titolo del post è la sua canzone più ascoltata, spero non sia qualcosa cuore - amore o together - forever, se no ne metto un'altra.
Scritto da Numero 6 alle 09:41 4 commenti
30 luglio 2007
29 luglio 2007
Oppure accorgerti, con un certo imbarazzo, che stai guardando il culo di una tredicenne
Malgrado le molte battaglie e guerre causate, gli infiniti fiumi d'inchiostro, l'aumento incontrollato dei prezzi, dopo le prime puntate al mare sono certo di poter dire che il quantitativo di cellulite è ancora del tutto adeguato al fabbisogno mondiale.
Scritto da Numero 6 alle 22:24 0 commenti
24 luglio 2007
Golfo del Tonchino
Come avvenimento è abbastanza recente, quindi ricorderete più o meno tutti.
Durante la partita Catania - Palermo un ispettore di polizia rimane ucciso.
Nel giro di pochissimo, quattro giorni, si trova il presunto colpevole, un ultras minorenne del Catania.
Tutto appare chiarissimo, il giovane ha staccato un sanitario da un bagno e lo ha dato addosso al poliziotto.
Catania è la città d'Italia a più alto tasso di delinquenza minorile, il derby con il Palermo è molto sentito, i giovani d'oggi non hanno più valori, il calcio è solo uno spettacolo e non più uno sport.
Se non fosse che è tutta una fandonia.
Sì, perché la ricostruzione della procura di Catania, su cui tornerò tra un po', viene dimostrata impossibile dal RIS di Parma (che evidentemente non lavora solo a Cogne).
Notate bene, non si tratta di scarsità di indizi, ma proprio di una cosa che non poteva essere successa.
In base alla suddetta fandonia è stato creato un mostro, di cui sono ampiamente note le generalità benché minorenne, e che è stato tenuto in galera sei mesi.
Non un chierichetto, ma la differenza con un assassino continua ad apparirmi sostanziosa.
In base alla suddetta fandonia molte squadre sono state costrette ad adeguare i loro impianti a criteri si sicurezza più moderni, anche se in tutta la loro storia non si ricordasse neanche un lancio di pomodori, anche se gli scontri di Catania erano avvenuti fuori dallo stadio e a partita terminata.
In base alla suddetta fandonia è stato inventato un organismo governativo, l'Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, con il potere di stabilire le partite a rischio da giocare nel pomeriggio e non la sera, con conseguente danno economico alle squadre.
Prendete ad esempio la finale di Coppa Italia giocata alle 18.
La solita mentalità da emergenza, che domina le scelte di questo paese, è stata guidata da una procura che ha cercato per mesi di adattare le prove al capro espiatorio che aveva trovato. Non riuscendoci nemmeno.
Per quel che ne sappiamo l'ispettore può essere rimasto ucciso in un incidente che nulla aveva a che fare con i disordini dei tifosi, e a questo punto credo che neanche lo sapremo mai.
La difesa ha dichiarato più volte che chiederà il trasferimento del processo per legittimo sospetto.
Per quanto io consideri quella legge una zozzeria berlusconiana, stavolta mi pare incontestabile, come erano incontestabili per il procuratore capo di Catania le prove raccolte, procuratore che mi auguro prossimo al trasferimento.
Scritto da Numero 6 alle 19:31 2 commenti
22 luglio 2007
A prescindere
Malgrado alcuni abbiano scritto date a vanvera, e li processeremo per eresia, apostasia e abigeato, l'Associazione Sportiva Roma è stata fondata il 22 luglio di 80 anni fa.
Fusione di tre squadre romane, Roman, Fortitudo e Alba.
Della prima prese i colori e il nome dei tifosi.
Il suo primo campo di gioco fu il Motovelodromo Appio.
La foto non l'ho rimediata sul web, ma è una foto ufficiale della formazione della stagione 1959-60.
Appartiene a mia madre, che la tiene insieme a quelle del suo matrimonio e dei nostri primi giorni di scuola.
Scritto da Numero 6 alle 00:07 0 commenti
Etichette: AS Roma e gioco relativo
20 luglio 2007
Sarebbe bello, vero?
"Luca Volonté e il direttore di Famiglia Cristiana usati come pedine di scambio per la liberazione di padre Bossi"
Ma purtroppo non leggeremo questa notizia, quel comunista di d'Alema ha fatto tutto da solo.
Scritto da Numero 6 alle 11:06 1 commenti
15 luglio 2007
Nell'ultimo libro della saga si scopre che in realtà Harry Potter è Veltroni
Tanto lo sapevo che finiva così, ho cercato di rimanere indenne alla moda del post denigratorio sull'attuale sindaco di Roma, ma devo cedere.
Devo cedere perché due miei stimati colleghi bloggaroli nonché amici di vecchia data nonché romani di vecchia data si danno, tra post e commenti, ad affermazioni di cui io non capisco la base.
Finché a scrivere selve di luoghi comuni sono i bloggaroli come Leonardo, passa pure, dato che vivono in quelle pallosissime cittadine di provincia del nord, dove nessun'autobus ha mai tardato un minuto e la fila massima all'ufficio postale è di tre persone.
Da chi vive dove c'è bisogno di maggior pazienza, cioè tutte le città come Roma, mi aspetterei altro.
A Roma, udite udite, si vota.
Sì, e Walter I, 14 mesi fa, ha preso il 61,44%.
Certo, convengo con voi che un sindaco veramente amato dovrebbe attestarsi sul 95%, e che il voto è una cosa che non può certo rivaleggiare con la superiorità intellettuale della blogopalla, per carità.
Fatto sta che è l'unica cosa considerata valida come giudizio di un politico, perfino all'estero, pensate un po'.
Ora prendiamo qualche dato sul voto, reperibile sul sito del Comune di Roma.
Nelle prossime righe diventerò difficilmente comprensibile per i non romani, e anche piuttosto antipatico.
Municipio 2 (Parioli, Salario, Trieste)
Walter I: 56,73%
Municipio 17 (Borgo, Prati)
Walter I: 58,63%
Municipio 20 (Giustiniana, Della Vittoria, Tomba di Nerone)
Walter I: 50,65%
Municipio 5 (Collatino, San Basilio, Pietralata)
Walter I: 66,23%
Municipio 7 (Centocelle, Alessandrino)
Walter I: 63,70%
Municipio 15 (Magliana, Trullo, Corviale)
Walter I: 62,00%
Oops! E che succede? I borgatari votano per il sindaco? E non c'ho neanche messo Primavalle.
Ora, io vorrei capire perché gli abitanti del Trullo e dell'Alessandrino, dove il campo nomadi a fianco a casa è la regola, dovrebbero votare per il sindaco?
Perché gli abitanti del Trullo e dell'Alessandrino, dove una ragazza 18enne può sognare sì e no un futuro da sciampista o commessa in nero, dovrebbero votare per il sindaco?
Perché gli abitanti del Trullo e dell'Alessandrino, dove l'ultima volta che un strada è stata asfaltata risale agli anni '60, dovrebbero votare per il sindaco?
Perché c'è la notte bianca?
Perché c'è la festa del cinema?
Non vi è venuto in mente che magari lì si vive meglio rispetto a dieci anni fa, o pensate che il potere mediatico è tale che migliaia di persone non si rendono conto delle buche o della monnezza?
Vi devo dire io che all'epoca di Rutelli quei quartieri erano in mano alla destra, alla più potente AN d'Italia, quella destra oggi talmente alla frutta da ridursi ad assaltare quattro punk a Villa Ada?
Vi devo dire io che quelli sono i quartieri dove c'è il maggior numero di giovani, e non i gerontocomi con le toilette per cani di Roma nord?
A me non interessa sapere se Walter I è il miglior candidato presunto di un partito presunto, perché di questo parliamo.
Come non mi interessa se il referendum elettorale è a suo vantaggio o meno, cosa di cui dubito.
Trovo però curioso che venga fuori ora questa favoletta del sindaco dei pariolini, che con qualche numeretto alla mano si rivela facilmente per quel che è: una cazzata.
Chi lo vota l'aperitivo all'Auditorium non l'ha mai preso, e giustamente non gli interessa prenderlo, ma magari voleva un giardino per i ragazzini, e magari quel giardino adesso ce l'ha.
Soprattutto, chi lo vota non sa neanche cosa sia un blog, e a questo punto mi tocca dire per fortuna.
Scritto da Numero 6 alle 23:35 4 commenti
Etichette: All'inizio era un commento
IHMS: nazionale 2007 (Benché di un anno più vecchi...)
... il giretto a Monte Livata per me è stato piuttosto faticoso, e malgrado questo c'è che dopo è andato a Roma, e malgrado questo c'è chi dopo si è fatto il giretto breve ma montanaro, ma anche chi si è messo sotto l'ombrellone a chiacchierare (io)
... Daddo e Yankee si rubano le patatine dai rispettivi piatti
... c'è Parduz che è venuto con un *125* perché non può fare autostrade
... c'è Penso+ che è venuto dalla Provincia Autonoma di Bolzano
... c'è Geocolmar che ha anticipato il rientro dalle ferie per esserci
... abbiamo mangiato come maiali, ma mi pare che nessuno abbia rifiutato portate
... Pino non riuscirà mai a farmi credere che la strada che voleva fare per
Rieti era proprio quella
... ci hanno fatto la targhetta commemorativa al ristorante
... nessuno sì è fatto male, anche se mi hanno raccontato di un tizio che ha misurato una curva all'andata, ma è sicuramente una diceria
... come conclusione abbiamo cantato l'inno sotto il sole mentre facevamo la foto di rito, e io che pensavo che il corteo finale a Cattolica era già il punto più basso della mia carriera da scooterista
... Robie è stato un po' il grande Gatsby, che organizza ma non si nota
... è andata bene come al solito
... grazie a tutti
Scritto da Numero 6 alle 13:45 1 commenti
Etichette: Scootertown, Strolling 40p
12 luglio 2007
Now is the winter of our discontent
Tra i giretti che ci piace fare, ce n'è uno detto PrimaveraTreffen. Il nome abbastanza scemo viene dall'ElefantenTreffen, il più famoso raduno di moto d'Europa, e dal fatto che lo facciamo, quando ci ricordiamo, in primavera.
Era il 17 aprile 2005, tenete a mente la data.
Il meteo non era dalla nostra parte, ma noi, fiduciosi che "tanto nel pomeriggio si apre" partiamo in massa verso Forca Canapine, un passo appenninico in Umbria.
Con noi, per dire, un sardo che ha preso il traghetto la notte prima.
Partiamo per la SS 313 per raggiungere Terni e passare a prendere Blubbo al suo primo raduno, e il tempo fino a Terni pare aiutarci, come dimostra la foto di me e Adriano che salutiamo gioiosi e felici.
Fino a Terni.
L'appuntamento con il resto dei pazzi che arrivano da Lucca e Bologna è a S. Anatolia di Narco, paese sull SS 209 Valnerina, gran bella strada se riuscissi a vederne più di cinque metri davanti a me.
Rassegnati al diluvio ci mettiamo qualunque antipioggia possibile in un bar, dove i clienti telefonano agli amici perché non capita tutti i giorni in un bar dell'Umbria di vedere trenta tizi ricoperti di plastica nera e che, soprattutto, ridono.
Lasciamo la Valnerina per dirigerci verso l'agognato ristorante.
Forca Canapine è a circa 1500 metri, e la pioggia diventa neve (ricordate la data?).
Non ho mai guidato sulla neve.
All'arrivo mi faccio fare varie foto da coatto nel caso dovessero rimandare qualcosa di me ai parenti.
Fuori c'è quello che vedete, ma il ristorante è solo per noi.
Intendo, immaginate un posto enorme dove l'unico tavolo apparecchiato è il vostro, i camerieri sono tutti per voi, e guardano con compassione alcuni quintali di plastica nera buttata qua e là, plastica che prima conteneva degli strani tizi che continuano a ridere.
Dopo magnata, brindisi e gran premio, è il momento di tornare verso casa, ma non senza dare una guardata all'attrazione della zona, e cioè la Piana di Castelluccio, nota zona di produzione di lenticchie.
Ecco, la foto che vedete sono io che guardo la Piana, ma avrebbe potuto esserci anche Los Angeles per quel che si vedeva.
È una delle foto che preferisco, ma non ricordo chi me l'ha fatta.
Non ho più quel casco, non ho più quella giacca, non ho più quello scooter, ennò, non li ho distrutti lì.
All'epoca il mio Grand Dink 250 aveva la rara ma stramba usanza di piantarsi in caso di pioggia.
Le possibilità che pensavo di avere di tornare a casa spiegano un po' la mia postura da condannato.
Fatto sta che tornai, malgrado i sassi caduti sulla strada, malgrado circa quattro ore di guida sotto al diluvio.
E questa fine settimana ci rifacciamo, a Carsoli.
Stavolta non è prevista neve.
Tanto, non ci farebbe paura.
Scritto da Numero 6 alle 22:49 1 commenti
Etichette: Scootertown, Strolling 40p
Come era anche ovvio che fosse, direi
Da stamattina i feed di Blogger sono ridirezionabili a un servizio a piacimento, come per esempio (guarda caso strano) Feedburner, fresco acquisto di Mountain View.
Io ho provveduto.
In più, per i bloggaroli in bozza c'è la nuova ricerca, che cerca nel vostro blog e pure in quelli che avete linkato.
Un pochino di più di quello che fa "Cerca nel blog" in alto a sinistra, insomma.
Scritto da Numero 6 alle 10:14 6 commenti
11 luglio 2007
La classifica dei dieci peggiori guidatori
1) Camionisti, furgonisti, corrieri, fruttaroli, assimilati.
2) Tassinari.
3) Scooteristi con infradito, maglietta e casco Momo.
4) Genitori con figli non assicurati*.
5) Quelli con gli specchietti rotti.
6) Quelli con il cappello.
7) Quelli che guidano "in avanti".
8) Zingari su Mercedes Euro -4.
9) Proprietari di Yamaha R1/R6.
10) Proprietari di Mercedes non zingari.
*l'unica tipicamente femminile
Scritto da Numero 6 alle 22:50 11 commenti
10 luglio 2007
Teorema di Gordon - Moore
In un insieme di napoletani di cardinalità maggiore o uguale a 3, ce n'è almeno uno sovrappeso di venti chili.
Scritto da Numero 6 alle 19:58 1 commenti
08 luglio 2007
"Stay free, stay good"
Una delle tante cose che mi rendono consapevole del culo avuto a vivere a Roma è vedere i concerti al teatro romano di Ostia Antica.
Ogni volta penso che cosa si può provare a suonare tra i mattoni che stanno lì da duemila anni con lo stesso scopo, messi su quando non c'erano né microfoni, né fari alogeni, né Marshall.
Daydream Nation è il disco che tutti dovreste avere.
Aspettate, lo so che ve l'hanno detto tutti, che i giornali musicali fanno di queste classifiche a cadenza semestrale, che tutti i vostri amici e soprattutto me vi avranno detto "ma questo è un disco fondamentale" parlando di mille e mille dischi.
Be', dimenticatevene.
Per una volta oltre alla sentenza vi darò la motivazione.
I Sonic Youth sono il gruppo per cui sono esistiti i Pixies, i Nirvana, I Blonde Redhead e pure i Marlene Kuntz e chissà quanti, che altrimenti avrebbero fatto altro.
Allmusic definisce il loro successo "improbabile", e ne ha ragione.
I quattro newyorchesi arrivarono nella scena musicale americana mettendo insieme il casino punk e la sperimentazione con l'aiuto di Glenn Branca, avanguardista inventore del termine "wall of sound", il muro di suono, la loro caratteristica sonora.
La musica dei Sonic Youth è questo, una bordata di chitarra in cui è impossibile distinguere note e accordi ma che sono comunque musica, in cui si può rallentare ma l'accelerazione è sempre in agguato, in cui le canzoni hanno una struttura complessa ma possono anche essere un messaggio registrato in segreteria con sottofondo di pianoforte.
Ma soprattutto i Sonic Youth sono un gruppo che ha sempre fatto politica ironizzando.
Ironizzando sull'America degli anni '80, su Reagan, sull'edonismo, su Madonna.
E il doppio Daydream Nation, la nazione del sogno a occhi aperti, di quell'ironia è il trionfo.
Preceduto dagli Zu, una band batteria basso e sassofono enorme che ha sicuramente studiato un po' da loro e un po' dal jazz, Thurston Moore, il chitarrista che non invecchia mai, va al microfono e dice "Daydream Nation"
L'attacco di Teenage Riot è un po' rilassato, io sono qui per Silver Rocket, la seconda, ecco Silver Rocket, ed ecco il muro del suono, essì cazzo, c'è gente che vola per terra e bottiglie di schifossissima Bavaria ma io sto sentendo Silver Rocket, e 'Cross the Breeze che aspetto da sette anni, let's go walkin' on water, i wanna know, I WANNA KNOW, e Hey Joni che è il momento di gloria di Lee Ranaldo che mitraglia note, e Providence dove si vanno a bere qualcosa tanto c'è la segreteria, e Candle che per loro è quasi un pezzo pop ma qui il pop non esiste e non è mai esistito.
E dopo il quarto d'ora psichedelico di Trilogy qualcosa dall'ultimo Rather Ripped, doppio bis, gran serata, l'amico M mette il CD di Daydream che ci accompagna a casa e che avevamo già sentito all'andata.
("ma è stato bello?"
"te che dici?"
"mejo dei violent femmes?"
"e nun lo so, devo decide"
"ma avete pogato?"
"avoja, me so' magnato 'na cifra de porvere, pensa c'era 'na roscia che s'era persa 'na scarpa, ha visto tutto er concerto gobba pe' cercalla, e quanno è incominciato er pogo l'hanno pistata come l'uva")
Scritto da Numero 6 alle 16:06 6 commenti
Etichette: Roma come Manchester
04 luglio 2007
4th of July (quella degli U2 o quella dei Soundgarden)
Thomas Jefferson era un miliardario ricco come Paperone, appassionato dell'Italia al punto da chiamare la sua villa Monticello, contrario ai matrimoni interrazziali e alla schiavitù ma possessore di un numero non trascurabile di schiavi.
Benjamin Franklin era il fisico che inventò il parafulmine, un convivente non sposato, e uno dei primi scrittori di successo della storia, autore del Poor Richard Almanac, una specie di raccolta di consigli per la casa e proverbi dalle tirature inimmaginabili per l'epoca.
Basterebbe già la biografia di questi due Founding Fathers per capire tante cose che degli Stati Uniti si fa sovente finta di non capire.
Questi due americanissimi personaggi, insieme a John Adams, Robert R. Livingston e Roger Sherman, formavano il Comitato dei Cinque che scrisse 231 anni fa la più famosa dichiarazione d'indipendenza della storia.
Inutile perdere tempo a sottolineare l'impatto enorme, allora e oggi, di quel documento sulla filosofia del diritto, sul pensiero politico, sul concetto di governo e democrazia rappresentativa in generale.
E, aggiungo io, sulla fine del colonialismo.
La Unanimous Declaration of the thirteen united States of America contiene una delle più belle frasi mai scritte:
"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed, by their Creator, with certain Inalienable rights, that among these are Life, Liberty, and the pursuit of Happiness."
Talmente bella, che neanche gli americani stessi sono ancora riusciti a metterla in pratica del tutto, e chissà se ci riusciranno mai.
Scritto da Numero 6 alle 09:55 6 commenti
02 luglio 2007
Adoro chi perde tempo così
Via inkiostro.
Il 36 era talmente ovvio da essere ovvio.
Scritto da Numero 6 alle 16:39 3 commenti