Tra i giretti che ci piace fare, ce n'è uno detto PrimaveraTreffen. Il nome abbastanza scemo viene dall'ElefantenTreffen, il più famoso raduno di moto d'Europa, e dal fatto che lo facciamo, quando ci ricordiamo, in primavera.
Era il 17 aprile 2005, tenete a mente la data.
Il meteo non era dalla nostra parte, ma noi, fiduciosi che "tanto nel pomeriggio si apre" partiamo in massa verso Forca Canapine, un passo appenninico in Umbria.
Con noi, per dire, un sardo che ha preso il traghetto la notte prima.
Partiamo per la SS 313 per raggiungere Terni e passare a prendere Blubbo al suo primo raduno, e il tempo fino a Terni pare aiutarci, come dimostra la foto di me e Adriano che salutiamo gioiosi e felici.
Fino a Terni.
L'appuntamento con il resto dei pazzi che arrivano da Lucca e Bologna è a S. Anatolia di Narco, paese sull SS 209 Valnerina, gran bella strada se riuscissi a vederne più di cinque metri davanti a me.
Rassegnati al diluvio ci mettiamo qualunque antipioggia possibile in un bar, dove i clienti telefonano agli amici perché non capita tutti i giorni in un bar dell'Umbria di vedere trenta tizi ricoperti di plastica nera e che, soprattutto, ridono.
Lasciamo la Valnerina per dirigerci verso l'agognato ristorante.
Forca Canapine è a circa 1500 metri, e la pioggia diventa neve (ricordate la data?).
Non ho mai guidato sulla neve.
All'arrivo mi faccio fare varie foto da coatto nel caso dovessero rimandare qualcosa di me ai parenti.
Fuori c'è quello che vedete, ma il ristorante è solo per noi.
Intendo, immaginate un posto enorme dove l'unico tavolo apparecchiato è il vostro, i camerieri sono tutti per voi, e guardano con compassione alcuni quintali di plastica nera buttata qua e là, plastica che prima conteneva degli strani tizi che continuano a ridere.
Dopo magnata, brindisi e gran premio, è il momento di tornare verso casa, ma non senza dare una guardata all'attrazione della zona, e cioè la Piana di Castelluccio, nota zona di produzione di lenticchie.
Ecco, la foto che vedete sono io che guardo la Piana, ma avrebbe potuto esserci anche Los Angeles per quel che si vedeva.
È una delle foto che preferisco, ma non ricordo chi me l'ha fatta.
Non ho più quel casco, non ho più quella giacca, non ho più quello scooter, ennò, non li ho distrutti lì.
All'epoca il mio Grand Dink 250 aveva la rara ma stramba usanza di piantarsi in caso di pioggia.
Le possibilità che pensavo di avere di tornare a casa spiegano un po' la mia postura da condannato.
Fatto sta che tornai, malgrado i sassi caduti sulla strada, malgrado circa quattro ore di guida sotto al diluvio.
E questa fine settimana ci rifacciamo, a Carsoli.
Stavolta non è prevista neve.
Tanto, non ci farebbe paura.
12 luglio 2007
Now is the winter of our discontent
Scritto da Numero 6 alle 22:49
Etichette: Scootertown, Strolling 40p
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All'inizio pensavo di aver cliccato chissà cosa nel tuo blog e di essere finito a qualche post del 2005 :-D
RispondiEliminabell'avventura non c'è che dire.
acar