Credo che ci siano almeno tre squadre, Italia, Brasile e Germania, che ai mondiali vanno con un solo obiettivo: vincere. Vincere e basta. Se ne possono probabilmente aggiungere altre ma queste per me sono fuori discussione.
L'obiettivo massimo non è dato da altro che dalla loro storia, hanno vinto tanto, hanno vinto di recente, fanno parte del gotha, dell'aristocrazia, e come a tutti gli aristocratici non è loro permesso avere debolezze da borghesi.
Dire che si va per fare bene, per finire tra le prime otto o le prime quattro, è quell'intruglio di scaramanzia, rispetto e falsa modestia che accompagna il calcio da sempre, ma che, lo sappiamo tutti, è rito mediatico, non sostanza.
Ovviamente una sola vincerà, mentre le altre faranno una serena analisi della sconfitta.
Altrettanto ovviamente una del trio suddetto, uscendo al primo turno, realizza un chiaro e indiscutibile fallimento, che può essere superato solo dal non qualificarsi.
All'Italia non capita dal lontano 1958, ed è uno dei motivi per cui siamo aristocratici.
Se domani giocassimo Juventus - Livorno, o Bayern Monaco - Eintracht Braunschweig che è la stessa cosa dato che ho scelto prima e ultima degli ultimi campionati, ci aspetteremmo la vittoria della Juventus o del Bayern.
Ce lo aspetteremmo perché la Juventus ha giocatori tecnicamente più forti e perché vince spesso.
Può succedere che però vinca il Livorno, e può succedere per mille ragioni che sono parte integrante dello sport stesso: perché la condizione fisica della Juventus non è eccellente, perché i campioni sono in infermeria, perché magari il risultato è ininfluente e si gioca al piccolo trotto.
Tutto lecito e sportivo, ed è proprio la grandezza del calcio quella di accorciare così tanto la distanza tra forti e no in base a così piccole variabili, ma questa grandezza non può mai consentire di dire che il Livorno o l'Eintracht sono forti, casomai consente di dire che la Juventus o il Bayern non sono stati all'altezza.
Quindi, per tornare ai giorni nostri, la Costa Rica non è forte, è una squadra volenterosa, gioca con quella caratteristica tipicamente latinoamericana che nel mio dialetto si chiamerebbe tigna, ma resta una nazionale dove i migliori giocano nell'Olympiacos e nel PSV, non proprio i vertici del calcio mondiale.
Dire che la Costa Rica è forte è ammissibile solo con lo stesso tono di Nanni Moretti che parla di Spinaceto.
Le cose suddette portano alla chiave di volta del tifoso arrabbiato: l'aspettativa tradita.
Il Sassuolo ha fatto 23 punti meno del Milan, ma chiedendo al milanista un punto di vista sulla stagione otterremo un commento coperto da una serie di bip. Perché il Sassuolo è la squadra debuttante di un paesone emiliano, mentre il Milan è élite, e non può finire a distanze siderali dal vertice senza conseguenze.
Prandelli due anni fa portò la Nazionale in finale all'Europeo, perdendo malamente la finale con la Spagna, ma quella Spagna era inarrivabile, non per lui, ma per chiunque, e pochi pretesero la sua testa.
Ma l'Europeo non è il Mondiale, e al Mondiale siamo stati inguardabili, doppiamente colpevoli perché è già la seconda volta che usciamo zoppicando.
Come dice un mio amico del Napoli, è un po' difficile che dopo due anni di campionati vinti e di miglior difesa la Nazionale possa essere Juventus-free. Volevamo il blocco del Verona? Quello del Genoa? No, questo avevamo.
Ma per la condizione atletica, per la velocità dei giocatori paragonabile a quella di un gruppetto di pensionati, per l'aggiornamento dei libri di fisica che metteranno Thiago Motta come nuovo esempio di un oggetto in quiete rispetto a un sistema di riferimento inerziale invece sì, ci sarebbe da fare qualche domanda a chi, in base soprattutto alla condizione, sceglie chi va e chi no.
Erano già così a Coverciano nel preritiro? Erano già così e li abbiamo portati lo stesso? Non stavano in piedi ma davano segni di miglioramento? Andavano a duecento all'ora ma l'aria di Manaus li ha atterrati?
Non lo sapremo, anche perché il vertice, da Abete a Prandelli a molti giocatori, passerà la mano. Al limite concederà un'intervista da Fazio piena di sì, be', insomma, pensavo, credevo.
A proposito di chi passa la mano, ho trovato abbastanza divertente, proprio perché di pessimo gusto, lo scaricabarile finale che, anche se non ce n'era bisogno, certifica il fallimento senza attenuanti.
Buffon e De Rossi, in particolare il secondo che non ha giocato esattamente un mondiale indimenticabile, dovrebbero tenere a mente che Balotelli con tutta probabilità farà parte anche delle prossime nazionali, loro no.
C'è un tempo per fare i mondiali e un tempo per fare le pubblicità.
Dovrebbero farsi spiegare qualcosa da Totti.
(il titolo del post viene da questo twit)
30 giugno 2014
Sapete verso che ora di quale giorno finisce Italia - Uruguay?
Scritto da Numero 6 alle 14:40
Etichette: AS Roma e gioco relativo
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