30 aprile 2007

"Enzo, togliti il cappello"

Il Classico Village è un'altro dei locali "storici" di Roma in cui non ero mai stato, malgrado ci sia da almeno quindici anni.
Situato nella Via Nottambula (cioè via Libetta), non è un posto tipicamente live, ma qualche coincidenza ha voluto che stasera fossi qui a vedere un concerto.

In realtà ne ho visti quasi cinque, perché oltre a quello titolare c'era un altro palco con scritto "primo maggio tutto l'anno", che immagino sia una specie di selezione per la festa musico-sindacale di piazza San Giovanni.
Ho sentito poco, ho solo notato che anche tra le band che cercano spazio le cantanti sono spesso ragazze, come avviene nel mondo musicale di maggior fama.
Poi la presentatrice ha detto "forte regionalizzazione" e ho pensato fosse meglio uscire.

Il concerto vero e proprio era in un'altra sala, praticamente una discoteca anni '80 con tanto di palla sbrilluccicante.
Il pubblico al settanta per cento già visto altrove ma un pochino più eterogeneo (e modaiolo, d'altronde siamo a via Libetta).
Vengo presentato al più importante blogger musicale dei paesi OCSE, cioè Enver, colui che anche Stereogum chiama "professore", e intravedo anche svariati musicisti noti e ignoti, come un certo Manuel Agnelli di tali Afterhours (che mi hanno indicato).

L'opening act è di un gruppo di cui non ho capito il nome, che non mi è piaciuto e si sentiva malissimo.
E poi gli ...A Toys Orchestra, i salernitani attesi dai loro fan assai rumorosi.
Solo il batterista non cambia mai posto, gli altri prendono in mano tutti gli strumenti.
Qualche coretto e qualche nota di piano mi ricordano i primi Queen, ma la loro musica c'entra veramente poco con quella del gruppo di Freddie Mercury.
Anzi, finalmente si riescono a sentire italiani con un po' di originalità, che non sembrano cloni di qualcun altro, di cui sia un po' più arduo rintracciare le ispirazioni.

Il finale della serata, invece, è una noiosissima discussione su chi è simpatico e chi no nel mondo delle band emergenti, fianco a fianco con la bassista della band emergente testè ascoltata.
È un dibattito che non mi interessa, temo che parlandoci si potrebbe scoprire che sono persone normali.
E sarebbe un peccato.

27 aprile 2007

B-side (1)

Corviale
Difficile parlare di periferie romane senza cominciare da lui, che ne è il simbolo incontrastato da anni, e che a dirla tutta non è neanche l'unico Serpentone (ce n'è un altro meno noto a Tor Sapienza).

Immagino che chiunque abbia un cervello sappia che Roma non è soltanto fatta di Colossei e Fori e Cupoloni, ma come tutte le città anche di periferie più o meno brutte.

È incredibile come la qualità della abitazioni trasmetta immediatamente la condizione di disagio, quella del nascere in un posto che sembra non volerti far uscire, del vivere senza mai vedere "lo stato" in azione, del subire il razzismo dei più fortunati già dalle scuole medie.

In una frase, chi sta bene ha una bella casa, e chi sta male no.

Le foto di noantri sono quelle che vorrei saper fare io, l'architettura brutta è più potente di quella bella, non mi chiedete perché ma è così.
Troverete borgate della parte nord-ovest, quindi assolutamente parziali rispetto a tutte quelle che potete trovare a Roma, e che per fortuna non vengono costruite più, per lo meno non in quel modo.

Una curiosità: tra queste foto ne troverete alcune del misteriosissimo "Anello ferroviario", fantasma urbanistico che aleggia su Roma da novant'anni, e che a quanto pare esiste.

26 aprile 2007

Ero al posto di un altro

Non voglio tediare i lettori dicendo che frequento gente bella e simpatica, altrimenti col cavolo che me ne andrei girando per l'Oltreserchio per vederli.
Però sono anche intelligenti, e molte verità ignote ai più emergono tra un crostino e l'altro.

L'Italia non è un membro permanente del consiglio di sicurezza perché alle selezioni ci siamo presentati con Alberto Camerini.

In Camargue ci sono i fenicotteri. Io pensavo vivessero solo nel Lago Vittoria.
Quindi il mondo si è veramente riscaldato.
Oppure io non ho capito dove si trova il Discovery Channel sul decoder.

Se volete farvi una foto esistenzialista ma vi viene da ridere, provate a pensare a Lele che si fa la doccia.
Non bastasse, pensate alla mia vita sessuale (ha funzionato).

Esistono ancora feste comuniste, con i bonghisti i sandali Contessa il vino rosso di dubbia origine. Ma non si sa se aderiranno anche loro al Partito Democratico.

Alla stazione di servizio di Cecina Sud c'è una benzinara dolcissima e con uno splendido sorriso.
Ha un brillantino su un dente.
Mi ha tolto sei anni di imenotteri dal parabrezza.

Ma la più importante (quella per cui dovreste linkare questo post), è la scoperta del perché le vegliar... le donne non più giovanissime hanno i capelli di quel viola inverecondo.
Perché usa(va)no il turchinetto. Proprio così.

21 aprile 2007

Li miserabbili

Ho un pezzo di famiglia oltralpe, che perde finali e vota meno spesso di noi.
Ma domani gli tocca, beati loro che in mezza giornata fanno tutto e la sera hanno già i risultati.
Si trovano di fronte un bel po' di candidati, come è normale da quelle parti.

Da un lato la qualunquista di sinistra Ségolène Royal, che dicheno* sia bella, ed è la maggior parte di quello che si sa di lei.
Tanti sorrisi (rifatti), e un programma che sembra paro paro quello della casa delle Libertà, compreso il poliziotto di quartiere e il protezionismo.
Mette l'accento sulla necessità de una legge contro la violenza domestica, una mezza scommessa in un paese criptomaschilista.
Però dicheno sia bella.

Dall'altro lato il qualunquista di destra Nicolas Sarkozy, che inizia i suoi valori con un infelice (per noi) "la Francia è dei Francesi".
Personaggio atipico per due ragioni: ha una popolarità che viene dal basso ed è poco amato dai vertici del suo partito, e poi pare sia filo-americano (ma non ne parla nel sito).
Il suo programma è più o meno quello della Thatcher condito con un po' d'aglio.

A rompere le scatole il centrista Bayrou, che va a caccia dei voti moderati che considerano Sarkozy troppo radicale, e i ventisette candidati della sinistra radicale che passano il tempo accusandosi di revisionismo e maoismo l'un l'altro, e che hanno come unico scopo quello di mandare il brontosauro fascista Le Pen al ballottaggio.

Fossi francese me ne andrei al mare in Costa Azzurra, oppure annullerei la scheda scrivendoci sopra "Fabio Grosso".
Sono in buona compagnia, dato che negli ultimi anni in Francia va a votare sì e no il sessanta per cento.

Il pezzo di famiglia francese voterà Sarkozy, che io chiamo Sarcòzzi, in omaggio al Ruggito del Coniglio.

(Tutti i dannati accenti sui nomi sono stati verificati sui siti ufficiali, viva l'Italia e l'italiano).

*Il dicheno l'ho rubato a Mirumir, che è pure più bella della Royal.

19 aprile 2007

Linkoso

Leggendo un post da Rosaluxemblog mi sono ritrovato a leggere quest'altro da Psicocafé, che parla, tra le altre cose, del Milgram Obedience Experiment, a cui aveva dedicato in precedenza un altro post, che contiene una pagina di Wikipedia dove ho scoperto perché Peter Gabriel ha messo le parole milgram's 37 nel titolo della canzone We Do What We're Told, dall'album So (1986).

Vi consiglio tutti i post citati, e già che ci siete rimediate pure So che è un gran bell'album, forse il migliore della carriere solista di Gabriel.

18 aprile 2007

15 aprile 2007

Mai viste le calze sopra altre calze (e comunque non era granché)

Sono andato a vedere una fiera alla Nuova Fiera di Roma, ma mi ero sbagliato perché c'era il congresso dell'UDC.

Non potete immaginare i sospiri del gentil sesso per Casini vestito da aviatore.

13 aprile 2007

Chiederei supporto

Sono l'unico a pensare che il surplus fiscale, che qualche imbecille chiama tesoretto*, debba essere usato per eliminare l'ICI sulla prima casa e basta?
E che le (tante) ragioni per farlo siano talmente ovvie che le capirebbe perfino Pecoraro Scanio**?

Fateme sape'.

*Brunetto Latini era gay, e quindi la sua anima infesterà la casa di suddetti imbecilli, portando con sé indubbiamente anche la pedofilia e l'incesto.

**no, mi sa che Pecoraro Scanio non ce la fa, ma forse Rizzo sì.

11 aprile 2007

Citation day (4)

"...Gli album per loro sono solo effimeri contenuti, da intercambiare moto rapidamente, e per i quali solo eccezionalmente essi sono disposti a spendere qualche Dollaro o Euro su Itunes. Difficilmente guadagnano 2.000 Euro al mese. Mai e poi mai, se impedissimo loro di scaricare, comprerebbero nei negozi anche solo un quarto dei 40 o 50 album che scaricano ogni mese. Non potrebbero permetterselo..."

Le major discografiche mentono. O noi trentenni siamo scemi.
Così parlò Guglielmo Pizzinelli.

(Pubblicato, in forma leggermente diversa, anche su Grazia)

Citation day (3)

"...Partita come un'idea di Gilmour (è un rifacimento di Childhood’s End, da Obscured By Clouds), la canzone si dipana tra sperimentalismo sonoro (la celebre introduzione degli orologi), puro sound floydiano (la splendida sovrapposizione strumentale nella lunga apertura contrassegnata dai rototoms di Mason), il blues rauco del canto di Gilmour (nella strofa principale), il gospel del chorus e un assolo rock, dal suono grezzo e amplificato (reso tale dalla sovra-incisione di parti distinte), che si riconsegna spontaneamente al tramonto lunare della dolce melodia di Breathe..."

Watergate su perché Dark Side continua a vendere copie a più di trent'anni di distanza, perché Time è la più bella canzone dei Pink Floyd, perché ben pochi al mondo possono uscirsene con un singolo come Money. Anzi, nessuno.

09 aprile 2007

Dentro porta

Per chi non lo sapesse, siamo nel Mese Europeo della Fotografia, che credo sia stato imposto d'imperio da Walter I alle sette città partecipanti.
Va da sé che c'è pure Roma, che partecipa con il suo Festival Internazionale, giunto alla sesta edizione.

Non l'avevo mai filato, ma un'ottima giornata di pasquetta mi ha convinto.
Sono arrivato fino al centro che sembrava Ferragosto, e al centro sembrava Capodanno.
È diviso in una miriade di sedi, alcune nuove di trinca, altre già utilizzate per mostre fotografiche.

La prima è l'Aranciera di Villa borghese, oggi diventata Museo Carlo Bilotti, un mecentate italo americano che si è pure fatto ritrarre da Warhol.
Qui sono presenti i finalisti del Mese Europeo.

Quasi nessuno di loro è un fotografo in senso stretto, nel senso che modificano i loro scatti con il computer o in qualche altro modo.
Una che mi è rimasta impresso è Beate Gütschow (conosco un'altra fotografa con il nome quasi uguale), una tipa che prende vari scatti in bianco e nero e li mette insieme tipo collage, senza però che questo si noti.
Il risultato è una specie di paesaggio industriale credibile, anche se ovviamente inesistente.
Più folle ancora Philippe Ramette, quello che ha vinto, che mette nelle sue foto un tizio (che poi è lui) in una posizione fisicamente impossibile rispetto al paesaggio. Carino perché non si riesce a guardare insieme l'uno e l'altro.
Annnovero tra i matti anche un certo Marek Kvetán, che fotografa skyline cittadine e poi gli toglie i "simboli", tipo fotografare Roma e poi togliergli la cupola di San Pietro.

Seconda tappa a uno spazio espositivo nuovo, l'ex GIL (Gioventù Italiana del Littorio, c'ho dovuto pensare un po'). Non si può sbagliare palazzo, è fascistissimo, dentro c'è scritto pure "Noi Tireremo Diritto".
Qui l'opera d'arte sarebbe la bigliettaia, ma pare non fosse una foto, anche se non sono ancora del tutto convinto che fosse vera.
La mostra si intitola Non tutte le strade portano a Roma ed è una serie di scatti della provincia laziale.

Anche qui, novità (per me): sono stampate a getti d'inchiostro.
Si tratta in parte di foto un po' bucoliche, che potrebbero essere state fatte cinquant'anni fa, mentre sono tutte recentissime.
Tra i migliori Luca Campigotto, con delle incredibili immagini dell'Arcipelago Pontino (ne trovate qualcuna qui ).

Dato che sono a Trastevere vado al Museo di Roma in Trastevere, spazio che viene spesso usato per mostre fotografiche.
Ce ne sono tante oggi, quasi tutte dedicate a svariati drammi umani, dall'immigrazione alle guerre recenti, ma il clou sono le mostre sul '77, tra cui le immagini famosissime di Tano d'Amico, come quelle del giorno dell'assassinio di Giorgiana Masi.
Quarto Oggiaro, Parco Lambro, Montalto di Castro, basettoni, zoccoli, bambini completamente nudi, lacrimogeni, gente che corre, poliziotti che sembrano morti di fame.

Molte foto sono bellissime, ma a me danno anche un senso di muffa.
Sarà perché le associo alla mia infanzia, ma sembrano veramente scattate millenni fa, sembrano ritrarre un mondo scomparso per sempre, eppure sono solo trent'anni.
Vorrei avere la macchina del tempo per andare a curiosare.

Annotazione finale, in quasi tutte le mostre viste oggi le foto si vedono male perché la luce riflette sui vetri.
Mi pare strano che non ci abbia pensato nessuno, a cambiare luce o a cambiare vetri.

07 aprile 2007

C'avemo er sindaco rock

Il programma di contrasto alla prostituzione coatta del Comune di Roma si chiama Roxanne.

(sì Krapp, quella dei Police)

05 aprile 2007

Un attacco di nostalgia

L'ho provato vedendo Van der Soreta fare lo stesso errore di sei anni fa sul tiro di Nakata.

Partita veramente bella, belle squadre, risultato giusto.

Meno giuste le inutili legnate dei celerini ai tifosi del Manchester.