14 giugno 2005

Dall'altra parte

Forse peggio del risultato referendario, è il legger pensieri che vanno nella direzione di quella che viene chiamata, sportivamente, rosicata.

I top sono l'emigrazione in lande più civili e il popolo di menefreghisti, ma ci sono anche idee più originali.
Idee che partono spesso da un presupposto di superiorità antropologica, mai del tutto estranea al pensiero di sinistra.

Ma non è così che va.
Il voto non va bene o male, va e basta.

Chi vince ha convinto, chi perde riproverà a convincere.
Ci sono battaglie civili che hanno richiesto decenni, cose come il divorzio o il voto femminile, che oggi farebbero ridere.

Io respingo il "paese di stronzi", per il fatto che lo ritengo profondamente anti-democratico, e da domani ricomincio a cercare di far capire perché la legge 40 andrebbe cambiata.

13 commenti:

  1. la mia rivincita me la prenderò restando qui, anche a "rompere" ;-) la soddisfazione di andarmene non gliela do di certo. Sono d'accordo sull'antidemocraticità del "paese di coglioni" (che preferisco a stronzi :-P). Stavolta però non è che si può parlare di voto, è il non voto quello che è "andato". Poco democratico anche questo.

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  2. Ermanno devi ricnoscere che l'astensione a questi livelli è una cosa quantomeno preoccupante, dovrebbe far riflettere tutti noi, o no?

    lele

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  3. Il tuo discorso è coerente e logico. Ma sembra uno dei discorsi di Bertinotti, ideati in una torre d'avorio e fatti senza considerare la realtà circostante. Non sto qua a dirti cosa intendo per realtà circostante, sarebbe un'offesa alla tua intelligenza.

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  4. Io sono convinto che questo sia un paese di stronzi, coglioni e peracottari, egualmente ripartiti a destra e a manca.
    In questo caso specifico chi ha vinto non ha convinto; ha vinto l'astensione di chi non aveva un'idea.

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  5. lele: sono 10 anni che i referendum falliscono, ti preoccupi adesso?
    Gil: non tengo in considerazione complotti e dietrologie, li lascio a Berlusconi.
    Sambo: sono gli stessi peracottari del divorzio e dell'aborto, cos'è successo allora?

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  6. Sarebbe interessante fare un'analisi demografica degli elettori a questo referendum. Forse emergerebbe che i 'peracottari' di aborto e divorzio sono andati a votare, mentre i 'peracottari' venuti dopo se ne sono bellamente fregati.
    Brain

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  7. In 30 anni i peracottari possono giungere a maturazione. Conosco gente che faceva l'hippy nel '74 e ora gira in Maserati.

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  8. No, parlo di una mia cugina.

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  9. Quale dietrologia? Io la chiamerei, al massimo, davantologia, vista la nonchalanche e la spudoratezza con cui è stata condotta la campagna per il non voto da chi non ne aveva il titolo, e da chi non ne avrebbe avuto moralmente, eticamente e politicamente il titolo. Ma questo è solo il mio personalissimo modo di vedere.

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  10. Gil, dal mio punto di vista, in una democrazia non c'è nessuno che eticamente e moralmente non ha il diritto di fare campagna elettorale.

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  11. Ermanno, un cardinale di uno stato laico che fa quel tipo di dichiarazioni conferma una certa decadenza di questo nostro paese.

    Mi preoccupo solo adesso x i fallimenti continui dei referendum?
    Può essere, ma credevo che questo tema fosse molto più caro agli italiani.


    lele

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  12. Per come la vedo io, se i preti dicono in chiesa che l'embrione è un essere umano non ci possono essere obiezioni di sorta. Se i preti però dicono, in chiesa e in TV, di astenersi, qualche obiezione inizia a sorgere. E sorge anche se i politici, tra cui la seconda e la terza carica dello stato, invitano i cittadini, i loro stessi elettori (ci siamo già dimenticati dei paignistei per le regionali, quando addossavano la sconfitta all'astensionismo?) all'astensione, al disimpegno politico, allo sperpero di denaro pubblico (last but not least) per una consultazione che si è voluta far fallire. Dire 'paese di stronzi' sarà antidemocratico, ma considero antidemocratico anche la non-partecipazione, il disinteresse, il disimpegno. Perché - perdonami l'equilibrismo dialettico - se il centrosinistra vincerà le politiche, non sarà certo per i valori e il programma proposti, ma perché gli italiani, dopo 5 anni di Berlusconi, non hanno più un euro nel portafoglio.

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