18 dicembre 2007

Corre, saltella, rimbalza, come una palla con le molle

Filippo Inzaghi non è una pippa.
Non che dipende, ma il modulo, la difesa a tre, il centrocampo a cinque, no, è che proprio non è una pippa.

Lo uso da anni come cartina di tornasole per capire chi ama il calcio com'è o chi ama il calcio come vorrebbe che fosse.
Come quasi tutti nella vita, perché il calcio è la vita, Inzaghi sa fare una cosa e la fa bene. Anzi, in realtà ne sa fare tre.

La prima è la più nota, vivere nel grigio del fuorigioco e attendere.
Non vi aspettate che torni a dare una mano dietro, non lo farà mai, e neanche che lanci qualcuno verso la porta sguarnita, no, in porta ci va lui e basta, perché è egoista come qualunque attaccante decente della storia del pallone.

La seconda è che nasconde il pallone.
So che non è facile da capire, ma in pratica vuol dire che se ha la palla non c'è modo di levargliela dai piedi in modo pulito, cioè senza fare fallo, o almeno io non ho mai visto nessuno riuscirci.

La terza è che tira benissimo i rigori.

Certo, può capitare che la difesa avversaria non faccia neanche un errore, e che applichi il fuorigioco alla perfezione.
Oppure può succedere che non sia serata, perché come tutti i giocatori veloci Inzaghi non alza la testa, non piazza, ma cerca solo di tirare prima, e non è detto che vada sempre bene.

Ma l'obiezione più semplice è che, se fosse una pippa, perché continuerebbe a buttarne dentro da anni, con qualunque maglia, in qualunque competizione, comunque giochi la sua squadra?
Se fosse così semplice, i difensori di tutto il mondo non avrebbero già trovato le contromisure?

Alla fine, i suoi detrattori appartengono a due famiglie.
La prima sono gli interisti, dove penso che il cuore prevalga sulla ragione.
Non è che non li capisca, Inzaghi ha dato il meglio di sé nella Juve e nel Milan, le due squadre che ovviamente un tifoso nerazzurro vede come il fumo agli occhi.
Sarebbe come se a me chiedessero di farmi stare simpatico Nedved, giocatore immenso per molto tempo ma purtroppo colpevole di aver messo quelle magliette là.

La seconda famiglia è più pericolosa, ed è quella degli snob, quelli che vorrebbero veder giocare soltanto i Cruyff o i Pelè o i Beckenbauer, quelli che dimenticano che nella difesa campione del mondo nel 1982 c'era sì Scirea, ma c'era pure Gentile, quelli che preferiscono i piacioni da calendario che la Gialappa genialmente battezzò "va' cume l'è bell", piuttosto che uno a cui non ho mai visto giocare una partita svogliato.

E per fortuna, perché se fosse per loro il calcio sarebbe come il nuoto sincronizzato, con quattro selezionatissimi intenditori invece di quattro miliardi di sognatori.

5 commenti:

  1. Oibò sfondi una porta aperta...bei tempi quando Morfeo inventava magie e Inzaghi le finalizzava.

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  2. Sono perfettamente d'accordo con te.

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  3. Ovvero come Chobin! :)

    bye
    G

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  4. Nedved ha una colpa più grave: quando gioca contro la Roma tira fuori la sua parte più scorretta, e per questo lo odio.

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  5. Pippo è immenso. E da bianconero tradito (perché non perde occasione di dire che il Milan è la squadra che ha sempre voluto) lo rimpiango ogni giorno.

    Certo, noi abbiamo un Trezeguet che è molto simile: nell'ombra, letale, assolutamente inutile per qualsiasi altra necessità della squadra, la butta sempre dentro.

    E non posso ignorare, da bergamasco d'origine, che Inzaghi nell'Atalanta è stato immenso.

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