Filippo Inzaghi non è una pippa.
Non che dipende, ma il modulo, la difesa a tre, il centrocampo a cinque, no, è che proprio non è una pippa.
Lo uso da anni come cartina di tornasole per capire chi ama il calcio com'è o chi ama il calcio come vorrebbe che fosse.
Come quasi tutti nella vita, perché il calcio è la vita, Inzaghi sa fare una cosa e la fa bene. Anzi, in realtà ne sa fare tre.
La prima è la più nota, vivere nel grigio del fuorigioco e attendere.
Non vi aspettate che torni a dare una mano dietro, non lo farà mai, e neanche che lanci qualcuno verso la porta sguarnita, no, in porta ci va lui e basta, perché è egoista come qualunque attaccante decente della storia del pallone.
La seconda è che nasconde il pallone.
So che non è facile da capire, ma in pratica vuol dire che se ha la palla non c'è modo di levargliela dai piedi in modo pulito, cioè senza fare fallo, o almeno io non ho mai visto nessuno riuscirci.
La terza è che tira benissimo i rigori.
Certo, può capitare che la difesa avversaria non faccia neanche un errore, e che applichi il fuorigioco alla perfezione.
Oppure può succedere che non sia serata, perché come tutti i giocatori veloci Inzaghi non alza la testa, non piazza, ma cerca solo di tirare prima, e non è detto che vada sempre bene.
Ma l'obiezione più semplice è che, se fosse una pippa, perché continuerebbe a buttarne dentro da anni, con qualunque maglia, in qualunque competizione, comunque giochi la sua squadra?
Se fosse così semplice, i difensori di tutto il mondo non avrebbero già trovato le contromisure?
Alla fine, i suoi detrattori appartengono a due famiglie.
La prima sono gli interisti, dove penso che il cuore prevalga sulla ragione.
Non è che non li capisca, Inzaghi ha dato il meglio di sé nella Juve e nel Milan, le due squadre che ovviamente un tifoso nerazzurro vede come il fumo agli occhi.
Sarebbe come se a me chiedessero di farmi stare simpatico Nedved, giocatore immenso per molto tempo ma purtroppo colpevole di aver messo quelle magliette là.
La seconda famiglia è più pericolosa, ed è quella degli snob, quelli che vorrebbero veder giocare soltanto i Cruyff o i Pelè o i Beckenbauer, quelli che dimenticano che nella difesa campione del mondo nel 1982 c'era sì Scirea, ma c'era pure Gentile, quelli che preferiscono i piacioni da calendario che la Gialappa genialmente battezzò "va' cume l'è bell", piuttosto che uno a cui non ho mai visto giocare una partita svogliato.
E per fortuna, perché se fosse per loro il calcio sarebbe come il nuoto sincronizzato, con quattro selezionatissimi intenditori invece di quattro miliardi di sognatori.
18 dicembre 2007
Corre, saltella, rimbalza, come una palla con le molle
Scritto da Numero 6 alle 19:37
Etichette: AS Roma e gioco relativo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Oibò sfondi una porta aperta...bei tempi quando Morfeo inventava magie e Inzaghi le finalizzava.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te.
RispondiEliminaOvvero come Chobin! :)
RispondiEliminabye
G
Nedved ha una colpa più grave: quando gioca contro la Roma tira fuori la sua parte più scorretta, e per questo lo odio.
RispondiEliminaPippo è immenso. E da bianconero tradito (perché non perde occasione di dire che il Milan è la squadra che ha sempre voluto) lo rimpiango ogni giorno.
RispondiEliminaCerto, noi abbiamo un Trezeguet che è molto simile: nell'ombra, letale, assolutamente inutile per qualsiasi altra necessità della squadra, la butta sempre dentro.
E non posso ignorare, da bergamasco d'origine, che Inzaghi nell'Atalanta è stato immenso.