SC: ma insomma è vero che hai detto che l'ultimo singolo non fa vomitare?
#6: l'ho sentito una sola volta in autoradio
per le pretese che ha è onesto
scivola via, non causa allergie
SC: mmh
forse allora non corro il rischio di sentirlo
e stramazzare al suolo
colpito da achtung baby che si anima
e mi si spappola sul capo
#6: verrai colpito dall'uccello di Adam
SC: ahah
no io no
ho la copertina con la x rossa sopra
30 novembre 2006
Invece di lavorare (Berlin edition)
Scritto da Numero 6 alle 16:52 4 commenti
27 novembre 2006
Cosa ho fatto per meritare Paola Binetti e Oliviero Diliberto?
Secondo autorevoli psicologi, l'ultimo stadio prima della trasformazione in serial killer passa per la coincidenza di avere un insetto che passeggia sul monitor, e il cercare di cacciarlo muovendoci su il puntatore del mouse.
Siete avvisati.
Scritto da Numero 6 alle 14:09 5 commenti
24 novembre 2006
Magari un'ortensia?
"non credo neanche di essere la sola a poter aggiungere a questa lista anche una serie di più o meno gravi molestie sul lavoro che sono andate dalla rosa rossa trovata sulla scrivania, alla generale e diffusa consapevolezza aziendale che quando il capo ti chiamava nel suo ufficio allungava le mani"
Non credo di aver capito il grassetto (che ho messo io).
Il post di mafe (quello da cui ho estratto questo commento) è molto interessante, comunque.
Scritto da Numero 6 alle 14:36 5 commenti
Etichette: Citation Day
23 novembre 2006
Rifacciamo le equivalenze
Il centrodestra era meglio al governo che all'opposizione.
Il centrosinistra è più o meno uguale.
Scritto da Numero 6 alle 23:17 2 commenti
Lo scheletro fuori dall'armadio
Ma dico, adesso sono tutte ex-anoressiche?
Scritto da Numero 6 alle 11:55 7 commenti
21 novembre 2006
Viva viva viva l'Inghilterra (nonché l'Unione Europea)
Oggi mi arrivato il CD dei Vacabou.
"E chi sono?" direte voi lettori.
Non è importante, sono un gruppo catalano sul genere dei Portishead, ma non è il tema interessantissimo di cui ho voglia di scrivere.
Il CD è prodotto dalla All Saints, e se andate sul loro negozio vi comprate tutti i dischi che vi pare, con Paypal, senza pagare spese di spedizione, e arriva per posta aerea.
Non pagare le spese di spedizione è abbastanza diffuso oltremanica, anche per acquisti dall'estero.
Spese che poi ammontano alla folle cifra di 1,33 £, che fanno 2 € tondi, perché c'è scritto sulla scatola.
Inoltre, essendo UK, non ci sono inculate doganali.
Non chiedo perché in Italia le spese di spedizione si pagano pure se sono nella stessa regione, e in genere più care (si parte da 3 €).
Non chiedo neanche perché la mia spedizione in UK costa, ad andare bene, il doppio di quella da UK a qui.
Non chiedo queste cose perché semplicemente la risposta non c'è.
È così, siamo italiani gonzi abituati a queste gabelle del cazzo, e quando Internet ci fa scoprire che nel resto del mondo le cose sono un po' diverse ne soffriamo un po'.
Anzi, l'abitudine è talmente dura a morire, che ancora oggi non poche forze politiche si lamentano dell'Unione Europea, e capisco bene il perché.
Perché tutte 'ste tasse sul macinato l'Unione le spazzola via, e il nostro costoso stato si ritrova a mani vuote dove prima mangiava a scrocco.
E mica solo lo stato, ma anche le nostre simpatiche aziende, quelle che poi campano (tutte) con un prestito forzato dei dipendenti che si chiama TFR.
Andate a leggere qualcosa sui costi di roaming dei telefonini, sotto indagine dell'Unione da diversi anni, e poi preparatevi spiritualmente ai prossimi piagnistei di Telecom.
Ecco, io vi do un consiglio.
Mandateli affanculo.
A partire dai CD (o DVD se volete), comprateli in UK, anche uno solo all'anno tanto è uguale, non si paga niente tranne il CD stesso, e quasi sempre meno che in Italia.
O su eBay, comprate da venditori che vivono in paesi normali, escludete nella ricerca i venditori italiani.
Visto che le aziende capiscono (in tutto il mondo) solo il linguaggio dei bilanci, mandateglieli in rosso fuoco, così o si tolgono dalle palle, o si decidono a cambiare registro, dato che non venderanno una fava, e con loro le Poste, quelle che fanno pagare come prioritario un servizio che nel resto del mondo è quello standard.
Falliranno? Sticazzi.
Io tanto i CD li trovo lo stesso, e non credo di vivere in un paese migliore o peggiore se IBS o BOL se ne vanno pe' cartoni.
Se poi qualche anima pia mi riferisse notizie su questi misteriossimi Vacabou, gliene sarei grato.
Scritto da Numero 6 alle 14:00 10 commenti
18 novembre 2006
E voglio un figlio migliore di me
Sembra strano che non avessi mai sentito parlare del Traffic, ma è tristemente vero.
Sta all'incirca a Pietralata, anche se non esattamente nella parte più vecchia, ma più vicino a Portonaccio.
(Ho messo su una mappa di Google con i posti dove vado a veder suonare, li trovate a questo link)
È un locale piccolo piccolo, e quando entro vedo solo un pub, chiedendomi dove diavolo si sarebbero messi a suonare i gruppi di stasera.
La sala concerti è di sotto, ed è ancora chiusa, mi prendo una birra aspettando l'indie-pupa.
La forma di questo locale, e alcune sue usanze, ricordano un po' il leggendario Metropolis, su cui un giorno o l'altro, penso l'altro, scrivero un post chilometrico.
Il pubblico del pub, composto da sì e no dieci persone, si inquadra perfettamente nella classificazione indie-spettatore.
Le ragazze sono tutte carine carine, vestite con gli stessi stivali e le stesse calze a righe orizzontali (che, mi informa #6 sorella, dovrebbero chiamersi "parigine", ma non mi assumo responsabilità).
La sala concerti è sì e no di quaranta metri quadri, buia buia, si sta in piedi o seduti per terra, i gruppi si montano e smontano tutto da soli, la batteria è una e basta, non c'è fonico.
Underground da morire, ma è bello che esistano posti così, anche solo per dire "all'inizio suonavamo davanti a 10 persone".
I primi sono i Biorn, band di cui non riesco a inquadrare il suono, ma che secondo me dovrebbero lavorare un po' sui testi.
Secondi ci sono i Turnpike Glow, che suonano in maniera più irrazionale, e più americana.
Sono eterogenei, divertenti, un po' clowneschi sul palco.
Sono un po' stravolto, dato che è l'una, e domani dovrei lavorare (ah ah ah).
Nell'intervallo conosco una nota presentatrice televisiva, che avevo anche visto parcheggiare poco prima.
Eccoci ai Numero6, gruppo genovese che avevo scoperto per caso su l'Enoteca, e a cui ho dedicato un paio di post per l'omonimia.
Gli arrangiamenti sono un po' diversi dal disco, più aspri.
Cantano spesso in due, uno con la chitarra e uno con qualunque arnese emetta suoni che pesca da una valigetta.
E i testi sono meravigliosi, e dolorosi, ed è uno dei concerti più belli che abbia mai visto, punto.
Poi, quasi alle due, mentre "mi dirigo verso casa, analizzando aspetti della mia vita" (una loro canzone), mi succede una cosa un po' strana, ma che non credo racconterò sul blog.
Però devo ricordarmi che devo smetterla di innamorarmi di commesse, cassiere e compagnia bella ogni volta che vado in un locale.
Possibile che c'è sempre qualche meravigliosa creatura che mi fa scordare questo proposito?
Scritto da Numero 6 alle 14:20 7 commenti
Etichette: Roma come Manchester
16 novembre 2006
Ad ogni modo
10.11.2006 12:07 STAZIONE DI SERVIZIO AGI MACCARESE (RM) MACCARESE
10.11.2006 16:09 MAGRA EST VEZZANO LIGURE VEZZANO LI
12.11.2006 09:19 HOTEL AGNELLO D'ORO VICO DELLE MONACHETTE 6 GENOVA 16126
12.11.2006 22:00 DISTRIB.ERG MATTESINI AUTOSTR.DEL SOLE KM 363 BADIA AL P
È difficile non distrarsi mentre si percorre l'autostrada al tramonto.
Montagne alte a destra, mare a sinistra, nel giro di pochi metri, un nuovo paesaggio da aggiungere alla mia collezione.
Provo a immaginarmi gli operai che costruiscono questa autostrada che sembra sospesa.
Ma non riesco proprio a immaginarmi come i Romani duemila anni fa ci abbiano infilato l'Aurelia.
(i cartelli per l'Acquario, chi mi ha detto di non passare per Via di Pré (infatti ci sono passato subito), via Gramsci percorsa sei volte, il gatto residente, il Montepulciano e il Novello Umbro, i pettegolezzi via SMS, la psicologia assertiva)
Dove vivo io ci sono cortili e parchi sterminati, e prima di essere capitale ce n'erano anche di più.
Un edificio di sei piani è considerato un intollerabile insulto al paesaggio.
Qui il poco spazio orizzontale è il dittatore incontrastato.
Le rissose famiglie locali si sono dovute adattare a passarsi gli stessi palazzi tra di loro, cosa che nessun'altro nobile accetterebbe mai.
Non credo di aver visto un solo cespuglio.
(la focaccia a colazione e la farinata a pranzo, l'Acquario più grande d'europa (e nel mondo qual è?), Palazzo Rosso e Palazzo Bianco, Palazzo Spinola (di cui ero, giuro, unico visitatore), Porta Soprana, la casa farlocca di Colombo, la galletta Mefisto, il caffè cubano, le ragazze senza culone)
Anni fa, in un'altra città, dissi a un mio amico che venendo da Roma non era possibile perdersi.
Non è così difficile affrontare il saliscendi irrazionale dei vicoletti, a parte l'essere sudatissimo dopo due metri causa abbigliamento da Siberia (ricordate la "regola di Civitavecchia"?).
Per la cronaca, quella volta io e il mio amico ci eravamo persi.
(chi avrebbe meritato di esserci e non ha potuto, la panissa (credo si scriva così), il pesto con le patate, le "famose" ragazze di Prato, i Chemical Chaltrons ieratici, le seppie gialle, i lecca lecca introvabili, i tabaccai malfamati, la mia Panda)
Grazie per esserti spostato dalla tua città.
Cosa che io, presumo, non farei mai.
Scritto da Numero 6 alle 14:59 6 commenti
Etichette: Strolling 40p
14 novembre 2006
M
#6: "Ma te le hanno date le rose?"
M: "Eh, ma chi me le ha mandate?"
#6: "Io"
M: "Ah..."
Scritto da Numero 6 alle 14:05 8 commenti
08 novembre 2006
Ahia!
Inutile sottolineare che la maggioranza parlamentare in USA non conta una fava, ma serve solo a "pesare" le correnti dei partiti.
Da sottolineare che i repubblicani non fanno neanche uno swing, né alla Camera né al Senato, confermando la "maledizione del sesto anno" (sixth-year itch).
Personalmente sono contento per Gabrielle Giffords, rappresentate per l'Arizona, perché è giovane e carina, e anche perchè Rick Santorum, senatore neonazista della Pennsylvania, è stato spedito a casa.
Imprescindibile, come sempre, il NYTimes.
Scritto da Numero 6 alle 10:11 2 commenti
05 novembre 2006
Ma il grano duro lava più bianco
In questo blog serio e cazzaro, più il secondo che il primo, è tempo di favole.
Ed ecco una favola con la morale.
C'erano una sera, al Circolo degli Artisti, il Gruppo Povero e il Gruppo Ricco.
Il Gruppo Povero si riconosce perché mangia due pizze a portar via e qualche lattina di birra.
Il Gruppo Ricco ha mangiato fuori.
Il Gruppo Povero ha due sole groupie, che sono vestite da ragazze normali, e che cenano con loro, e che poi si mettono a vendere il merchandising, anche quello del Gruppo Ricco
Il Gruppo Ricco ha le groupie vere, scopette* con gli ormoni fuori controllo, qualcuna anche venuta dall'isola di origine del Gruppo Ricco, che è sardo.
Il Gruppo Ricco ha il fan club ufficiale, i Figli del Tiki.
Il Gruppo Povero non ha il fan club ufficiale, ma potrebbe anche farselo e chiamarlo, che ne so, i Figli di Brassy.
Il Gruppo Povero ha un suono un po' cupo.
Il Gruppo Ricco si sente alla perfezione.
Il Gruppo Povero è a geometria variabile, e stasera è composto da tre persone, ed è vestito un po' come capita.
Il Gruppo Ricco ha la formazione al completo, e hanno tutti la camicia bianca e la cravatta, secondo moda recente d'oltreoceano (vedere ad esempio gli Interpol).
Il Gruppo Povero viene chiamato mentre è seduto in una sala freddissima, gli viene detto che entro dieci minuti deve suonare, e pure di smettere di fumare.
Il Gruppo Povero suona sì e no cinque canzoni, poi quella che li ha fatti smettere di fumare passa e urla a microfoni aperti "Ultimo pezzo!"
Il Gruppo Povero sono gli -Elettronoir-, visti un po' di tempo fa e che ormai mi considerano un loro vecchio amico (e non sanno in che guaio si sono cacciati).
Malgrado qualche problema organizzativo detto sopra, riescono a proporre un loro nuovo pezzo, Sciarti.
L'esibizione è però troppo viziata da fattori non musicali per dare un giudizio sensato, e ne sapremo di più con l'EP che sta per uscire.
(Non è meraviglioso parlare di EP nell'era del Compact Disc?)
Il Gruppo Ricco sono i Sikitikis, i sardi che quest'estate si sono fatti consocere con la cover di uno dei pezzi fondamentali della musica italiana, L'Importante È Finire di Mina, poi proposto come bis.
Ma il resto del concerto non c'entra assolutamente niente, dato che i Sikitikis sono di fatto un gruppo punk, con una componente ritmica poderosa con batteria e percussioni, e senza chitarra.
Il cantante usa il microfono doppio, come Samuel dei Subsonica, e talvolta il suo modo di cantare è quasi metallaro, e sa decisamente tenere la scena.
Credo abbiano anche fatto due pezzi nuovi.
Sono abbastanza contento, anche per le scelte del DJ nella seguente discoteca, e andando via scambio due parole con gli -Elettronoir-, perché solo con un Gruppo Povero si può chiacchierare a fine concerto.
Si parla di soldi, di suonare per 50 € o per 400, della paura di compiere trent'anni e di quante Olimpiadi manchino ancora ai trent'anni.
Le due groupie hanno dei bei sorrisi, anche se una delle due è in realtà un po' tiranna e si dovrebbe comprare un casco.
Sulla strada del ritorno, su Radio Rock, una ragazza di Marino che si definisce carina e intelligente è disperata perché non tromba da un anno, e chiede in diretta un essere umano che interrompa siffatta astinenza.
Un borgataro, che ha appena riaccompagnato a casa la sua ragazza, si offre.
* scopetta è un copyright di #6 padre, che sta a significare "ragazza piuttosto giovane e piuttosto magra e piuttosto svestita". Ha anche una serie di significati impliciti
Scritto da Numero 6 alle 23:07 7 commenti
Etichette: Roma come Manchester
Shocking! Ci sono cattolici stronzi in UK
In minoranza ci racconta di alcune simpatiche teste di cazzo che se la prendono con i negozi pagani di Glastonbury.
Malaguratamente, il nostro si è scordato del fondamentale festival musicale che lì si svolge.
Ecco, l'avessero fatto durante suddetto festival, avrei salutato con gioia il ritorno dei bonfires.
Scritto da Numero 6 alle 15:50 2 commenti
Etichette: Citation Day
Ho scoperto la superiorità dell'Occidente mentre facevo colazione
A causa degli orari, non ho seguito quasi per niente i mondiali di pallavolo, ora nella fase del torneo femminile.
Stamattina c'era Italia - Egitto, accendo la TV mentre c'è un cambio di campo, e vedo nella panchina egiziana alcune ragazze con il chador o hijab o come cazzo si chiama.
Sicuro che si trattasse di membri dello staff medico o tecnico, rimango come uno scemo quando le vedo giocare nel secondo set.
Va detto che un paio di giocatrici egiziane erano vestite in maniera umana, e avevano perfino i colpi di sole, segno che anche in Egitto c'è speranza.
Ma l'Italia, tenute a riposo le senatrici per la modestia dell'avversario, ha delle panchinare veramente carine.
Tiè.
Scritto da Numero 6 alle 12:05 4 commenti
04 novembre 2006
Voi ex-blogstar, ora zozzoni
Johnathan Schwartz è l'amministratore delegato (CEO) di Sun (una grossa azienda informatica per quei pochi che non lo sapessero), e come molti dirigenti americani, negli ultimi anni ha aperto pure lui un blog.
Un suo post di qualche giorno fa ha ricevuto un commento da Chris Cox.
Cox è il capo della SEC, la Consob degli Stati Uniti.
(via Tim Bray)
Scritto da Numero 6 alle 09:33 4 commenti
Etichette: Citation Day
Da ora in poi, MSQ
Gaia inizia MSQ, le Minime Sorprese Quotidiane (quotidiane? ah ah ah).
Qui c'è la prima, e se pensate che la nostra si sia un po' allargata, avete ragione.
Ma non recita, è proprio fatta così.
Scritto da Numero 6 alle 09:29 1 commenti
02 novembre 2006
"gli presti i quattrini e non solo non te li restituiscono, ma neppure comprano il Tonzom"
Per la serie i miei filosofi di riferimento, rosalux affronta la riforma del Buddismo.
Scritto da Numero 6 alle 22:46 0 commenti
Etichette: Citation Day