28 dicembre 2012

Orfini, a voi romani

Perché "voi"? Perché me ne sono andato in collina before it was cool e quindi non posso votare per le primarie a Roma città. Pazienza.
Però vi dirò per chi votare.

Orfini è quello che per il PD si occupa di cultura e informazione. Io lo sapevo già perché lo conosco, ma in seguito c'è stato altro che me l'ha reso più chiaro.
Per casi della vita conosco un sacco di restauratrici, e anche se la grammatica vorrebbe che usassi il maschile lo scrivo al femminile, perché sono quasi tutte donne.
Queste restauratrici un giorno mi spiegano che c'è un concorso, al termine del quale o si diventa restauratrici o si diventa niente. Non conta cosa hai fatto, non conta se sei stato in cantiere per decenni, non conta se hai messo le mani sul Colosseo o sul Cristo morto del Mantegna, o sei dentro o sei fuori.
Vi ricorda per caso il recente concorso scuola? Probabile, perché parte dallo stesso concetto di società della destra: un cerchio di fuoco che se viene saltato destina alla gloria, se no a una vita da precari o sottoqualificati.

Ora alle restauratrici e a Orfini questa legge, quella del concorso, faceva un po' schifo, e a dire il vero anche a me, ma io sono meno importante.
Da qui quindi comincia la storia, raccontata da lui, di come si è riusciti a modificare quello scempio, ed è una storia da leggere, perché fa capire come dovrebbero essere risolti i problemi di una categoria: parlando con chi le rappresenta, facendo una proposta che possa raccogliere maggior consenso possibile, trovando le persone che possano portarla avanti.
In due righe pare facile, ma non lo è, soprattutto se la maggioranza parlamentare è proprio di quelli che avevano scritto la legge precedente.

Posso capire che in un periodo di gente che dice che se non si fa come dico io me ne vado, anzi, se non si fa come dico io scrivo il programma di un altro partito, cose come il dialogo o il compromesso appaiano un po' démodé, però io vorrei che invece si agisse il più possibile in questo modo.
E vorrei pure che non si prendessero categorie intere a caso, siano iscritti FIOM, tassisti, insegnanti o rumeni, e gli si buttasse addosso la croce come ha fatto la destra, e talvolta purtroppo anche il governo tecnico, ma che piuttosto ci si parlasse.
E immagino, so, che Orfini farà così.

Se arrivati fino a qui vi siete chiesti perché lo chiamo sempre Orfini e non con il suo nome, Matteo, è perché lo chiamano tutti così, anche la figlia.
Tanto sulla scheda dovete scrivere il cognome.

5 commenti:

  1. sto pensando a una canzone dei Numero 6 (...) che parla di una restauratrice... davvero.

    forza Matteo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. cioè, forza Orfini (non ero arrivato alla fine, manco so' suo amico, ci ho parlato solo una volta)

      Elimina
    2. Niente, non mi sovviene.

      Elimina
  2. http://www.youtube.com/watch?v=hV8HVnzHb2s

    RispondiElimina