Erano tanti anni fa, c'era ancora il bollo della patente.
Tanto per cambiare passeggiavamo sull'orlo del baratro finanziario, e l'allora ministro del Tesoro (o Bilancio, o Finanze), decideva di portare il suddetto bollo da 22000 a 50000 lire (sì, avete letto bene).
Tra smadonnamenti vari il popolo automobilista, cioè chiunque non fosse poppante, si reca dai tabaccai a comprare la marca da bollo integrativa da 28 sacchi.
Ma la marca non c'è.
Non ce l'ha nessuno, non sono state stampate, non si capisce bene di chi è la colpa, Ministero, o Poligrafico.
Il bello è che, ovviamente, le solerti forze dell'ordine hanno la consegna di controllare a tappeto, e multano che Dio la manda, inutile spiegare che neanche volendo si può ottemperare.
Il ministro era Giovanni Goria, DC da Asti, astro nascente dello scudo crociato.
Scalfari, allora direttore di Repubblica, scrive un leggendario fondo dove dice, senza giri di parole, che in un paese civile un ministro così si sarebbe già dovuto dimettere.
Non si dimetterà.
Ecco, qualcosa è cambiato, oggi forse assisteremo alle prime dimissioni per la vergogna di un alto esponente delle istituzioni.
Chiaramente è il capro espiatorio di disegni ben più ampi, con mezzo governo in qualche modo coinvolto, ma Fazio ci ha messo abbondantemente del suo.
Berlusconi su certe questioni prende posizione a giochi fatti, e se ha parlato, vuol dire che a Palazzo Koch si sta per liberare un posto.
06 settembre 2005
Chi si ricorda?
Scritto da Numero 6 alle 09:30
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