Dopo tre mesi si ripete, seconda serata Sporco Impossibile, una positiva interruzione in settimane di lavoro feroce.
Per chi non lo sapesse, Sporco Impossibile è un progetto che ogni tre mesi mette in piedi uno spettacolo con due band romane e due no, il tutto condito da web 2.0 a manetta, come gli Youtube proiettati sul muro tra un concerto e l'altro.
Arrivo praticamente per primo, dato che non si può fare a meno dello special packaging, gentilmente fornito da Robida er pizzicarolo ai primi cinquanta intrepidi sfidanti della serata alquanto gelida.
(Frase #1: "Che ce fa lì l'affettatrice pe' la mortazza?")
I primi sono i Camera 237, da Cosenza, che si presentano con un rock strumentale talvolta sonico, talvolta più dilatato. Mi piacciono di più nel primo caso, quando sono vicini a quello che dieci anni fa si chiamava "wall of sound".
Segue The Niro, romano che mi sono accorto di aver già sentito rileggendo i miei vecchi post. Musica basata in buona parte sulla sua abilità chitarristica, che a tratti suona in maniera notevole. Testi in inglese cantati con stile che mi ricordava, chissà perché, Jeff Buckley (per cui non vado matto, ma è un mio problema).
(Frase #2: "Rum e pera è un po' da compagnetta")
Terzi Il Maniscalco Maldestro, casinari toscani di Volterra, sicuramente i più divertenti della serata. Grazie al loro belushiano batterista Borrkia, all'intruglio mezzo punk e mezzo jazz, divertono e sono ricambiati dal pubblico in vena di coretti.
Se vi capitano andateli a vedere.
La fine, all'una di notte, è con i Turnpike Glow, già visti al Traffic.
Si fanno introdurre da The Niro che esegue Eye of the Tiger dei Survivor, poi lanciano reggiseni, visto che non ne lanciano a loro.
Sono inclassificabili, magari un pezzo vi può far venire in mente i Flaming Lips, un altro gli U2, o qualunque cosa a vostro piacimento.
La cover cialtrona di I Will Follow l'ho cantata anch'io.
L'unico problema, alla fine, è trovare il coraggio di guardare l'orologio.
È normale che quattro concerti portino via almeno tre ore, a meno di non fargli fare due canzoni a testa tipo 1° maggio a S. Giovanni.
E le pause sono state anche brevi.
Però quando suonano i Turnpike c'è meno gente, e non potrebbe essere diversamente: si finisce quasi alle due, ed è giovedì.
Le facce del Circolo sono sempre più le stesse, o sono io che adesso le riconosco, o sono veramente sempre gli stessi cinquanta.
Arriva una che sarebbe carina, ma me la sconsigliano dicendomi che è idiota.
Mi hanno chiuso lo svincolo dell'A24, devo cambiare strada per il ritorno.
La temperatura è scandalosa, perfino le ragazze sulla Tiburtina hanno i jeans.
23 marzo 2007
Schicchi libero
Scritto da Numero 6 alle 21:27
Etichette: Roma come Manchester
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Sei il mio compagnetto preferito.
RispondiEliminaun pezzo da cronista blogger ad honorem..bello
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