Qualche anno fa stavo andando a prendere a casa un mio amico, e nell'attesa beccai alla radio un pezzo che mi piaceva.
Era elettronica pura, senza mezza nota che provenisse da uno strumento normale, e ascoltai fino alla fine quando la DJ di Radio Rock disse il nome del gruppo: Ladytron.
Inizialmente mezzi cloni dei Kraftwerk, solito look da rivoluzione culturale, facce sempre incazzate, voci metalliche, cose che chi c'era negli anni '80 pensa di aver già visto e sentito.
Un gruppo così non avrebbe niente di speciale, ma c'era qualcosa, forse il modo di cantare o qualche suono, che mi aveva colpito, e cominciai cercare qualche mp3.
Quindi, dopo la fregatura dei Nouvelle Vague, non mi andava di rischiare anche il concerto delle Ladytron, e ho comprato il biglietto prima, che ormai al Circolo ci incontro pure mia madre.
Nota poco carina, alle ragazze venivano controllate le borsette, immagino perché loro sono inglesi. Sembrerebbe che il mondo non sia esattamente quello che il rock all'inizio sognava.
Prima certi Reverse Enginnering, un uomo, una donna dal notevole décolleté, due Macintosh. Björkeschi.
Incidentalmente, trovo insopportabile l'usanza di sbeffeggiare i supporter, cosa che ho già visto fare, tra le tante, per i Low a Firenze (prima dei Radiohead), e per i Grant Lee Buffalo a Roma (prima dei R.E.M.).
Mi rifiuto di pensare che uno che sale su un palco prima di un gruppo più famoso non cerchi di fare del suo meglio. Può non piacere, ma gli insulti teneteveli per lo stadio, in compagnia dei minorati da curva come voi.
Al Circolo c'è l'area esterna con il bancone delle birre, andate fuori a bere e rientrate quando è ora. Oppure non rientrate affatto, che stiamo pure più larghi.
E poi i Ladytron, o come preferisco io, le Ladytron, dato che sono le due ragazze a tenere il palco, la bulgara (??) Mira Aroyo e la scozzese Helen Marnie (fantastico il suo accento quando canta Playgirl dicendo pleigool).
Sono fedeli al loro immaginario, tutti vestiti di nero, nessuna smorfietta, due parole di Mira sul fatto che è la prima volta che suonano qui e nient'altro.
Si poteva temere che un loro concerto fosse una specie di DJ set, che è una cosa che comunque ogni tanto fanno, ma qualche sorpresa in realtà c'è.
(Voglio far notare che ho scritto "DJ set" in un mio post).
Ci sono sei persone, loro quattro e una bassista e un batterista, che non avrebbero, a sentire i dischi, ragione di esserci.
Inoltre, le Ladytron non campionano, ma suonano tutto live, se no potrebbero fare il concerto spingendo il bottone all'inizio di ogni pezzo e stando a braccia conserte.
Mi è sembrato anche che le voci non avessero effetti, quindi tutto quello che si sentiva veniva dalle loro ugole, devo dire non disprezzabili.
E scusate, non c'entra niente con la musica, ma Mira e Helen sono bellissime, ed estremamente sexy quando cantano.
Alla fine Helen rompe un po' il protocollo e saltella sul piano della batteria.
È a questo punto che ho deciso che voglio sposare Helen Marnie.
Sono serissimo, separazione dei beni e non le chiederò un pound, farò le faccende di casa e guarderò pure i bambini quando lei è in tour.
Giuro che una proposta così non l'ho mai fatta a nessuna.
25 marzo 2007
They take a polaroid and let you go
Scritto da Numero 6 alle 14:06
Etichette: Roma come Manchester
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In effetti è così carina...
RispondiEliminaDeve essere veramente una gran gnocca se fino a 10 minuti prima eri quasi pronti a fare armi e bagagli per Elisa Giacomini :P
RispondiEliminarotfl!!!!
RispondiEliminaeh.. il fascino delle musiciste...