31 dicembre 2006

Alcune foto di casa mia

Portmeirion
Qui il resto.

Blackout Torino Film Festival

"E se i Festival di cinema degli anni settanta/ottanta segnalavano con lucidità, forza e passione, questo mutamento epocale dello spettatore, oggi è evidente questa incapacità di rappresentare questa nuova mutazione. In questo senso, probabilmente e necessariamente, i Festival DEVONO cambiare. Il problema è come"

Su Sentieri Selvaggi, una newsletter cinematografica, un bell'articolo su cos'è oggi una politica culturale.
Ne ha parlato qualche giorno fa anche Suzukimaruti.
Ottima lettura per chi qualche tempo fa ha partecipato a questo dibattito.

(l'articolo è il secondo, quello intitolato come il post)

29 dicembre 2006

Ondate migratorie da Est nel territorio di Burinia

Qui una volta era tutta campagna, ed erano tutti abbruzzesi e marchisciani (provenienti da Abruzzo e Marche).
Siccome pare che la regola che chi viene da fuori non possa entrare in città valga ancora, si fermavano qui.
Ma la regione non rende l'idea, venivano quasi tutti da due paesi, Isola del Gran Sasso d'Italia (Teramo) e Fiastra (Macerata), e si erano allegramente mischiati alla classe media romana che invece fuggiva dalla città.
Nel giro di poco tempo i bambini erano già del tutto romanizzati, rimanevano solo i loro nonni a parlare dialetti per noi comici e misteriosi (in Abruzzo ogni paese ha un dialetto mutuamente incomprensibile con quello dei paesi vicini).

Poi finì il comunismo.

Non che fosse proprio finito, ma all'epoca sembrava intelligente mettere una data sulla lapide del comunismo.
Quindi ci dissero che finì, e i primi ad arrivare furono i polacchi.
Non li notammo, perché erano silenziosi, quasi timidi, ma soprattutto perché notammo le polacche.
Perché non avevamo mai visto altro che le nostre gnappette mediterrannee, che all'epoca non sapevamo fossero gnappette, e di punto in bianco comparvero queste stangone. Bionde.
E si disse che qualcuno aveva sedotto qualche polacca, e ne valeva la pena, anche se avevano nomi di dodici consonanti e una vocale.

Poi finì la Jugoslavia.

Non eravamo sicuri che ci fosse mai stata, 'sta Jugoslavia, perché spuntarono fuori croati, serbi, sloveni che secondo mio padre dovevano essere armati fino ai denti.
E insomma uscirono fuori popoli e sottopopoli che non si erano mai sentiti.
Qui arrivarono gli albanesi di Macedonia, o macedoni albanesi.
E voi direte che sono albanesi e basta, e invece no, perché gli albanesi sono due, i gheghi e i toschi.
In Albania sono quasi tutti toschi, in Kosovo e Macedonia sono quasi tutti gheghi.
E ovviamente si prendono per il culo l'un l'altro, e il vicino ghego della nostra sala Quake ci teneva a ribadire che "quelli sono albanesi di Albania".

Poi finì qualcos'altro.

Non so bene cosa, e magari non è neanche finito, ma adesso vanno per la maggiore i romeni.
Che non sarebbero slavi, però per dire sì dicono da, e come gli slavi sono silenziosi, ma parlano meglio in italiano, e quella che fa le pulizie dal mio vicino sta sempre al cellulare e ha le meche rosse.

Per farla breve, il mio macellaio ha messo un bancone apposta per i romeni, con le loro specialità.
Tra queste, i mici, che non sono gatti fritti, ma una via di mezzo tra polpette e salsicce, fatte di varie carni, e con il bicarbonato.
Me le portava un mio amico che lavorava in Romania.
Si fanno alla griglia, una forchettata un po' di sale e gnam.
Dovreste provare.

22 dicembre 2006

I quotidiani degli altri (che neanche scioperano)

Qualche giorno fa una bufera ha lasciato senza luce la città di Seattle.
Il Seattle Times, giornale locale, ha dedicato mezza prima pagina a ricordare i rischi da monossido di carbonio legati all'uso di gruppi elettrogeni, in sei lingue.
A causa dell'intossicazione da CO ci sono stati sei morti e più di cento feriti, molti immigrati.
La scelta delle lingue è stata consigliata dalla contea, basandosi sul censimento.
Il disegno della pagina è tutto rosa, Denise Clifton ha preparato l'avviso, Sara Kennedy ha realizzato il resto della pagina, il loro capo, la responsabile per le tecnologie visuali, si chiama Heidi de Laubenfels.
Divertente il fatto che avevano scelto l'Arial, ma si sono accorti che non c'erano gli ideogrammi, e per il cinese hanno dovuto prendere il PMingLiu.
Il direttore David Boardman ha commentato: "Una delle nostre peggiori prime pagine, una di quelle di cui sono più fiero".

Per paragone con la stampa italiana, leggere payferrobyday.

Tutti subito su inkiostro

A leggere prima questo, e poi questo.
Mi raccomando l'ordine di lettura, e gli mp3, siamo in zona brit pop, ma anche no.

19 dicembre 2006

L'iPod nano

Ascoltando Mysterious Ways, il basso è praticamente impercettibile.

Quindi è un arnese inutile.

Packaging

In un vecchio post avevo chiesto al pubblico di questo blog qualche consiglio per caramelle, dato che da buon fumatore ogni tanto me ne viene voglia.

Qualche giorno ho provato delle Fisherman che hanno la confezione che sembra la maglietta del Venezia.
Sono alla mela e cannella, niente male.

17 dicembre 2006

Contromano

Qui si approva del tutto la "veltronata" (© Inve) di allungare la Zona a Traffico Limitato dalle 7,30 alle 20.
Al centro sembra estate, è solo diverso l'abbigliamento.

Agli irriducibili dell'automobile, in preda a deliri compulsivi d'acquisto natalizio, annuncio che per me possono andare tutti a buttarsi a fiume.

A Castel Giubileo però, che se no entrano in ZTL.

15 dicembre 2006

Tecnico tecnico ma leggete leggete che è meglio

Robie scopre OpenDNS, dal blog di Andrea Beggi.
L'ho provato, va forte se si usa direttamente, cioè facendo vere query DNS.
Benissimo anche la posta, meno evidente il miglioramento sulla navigazione.
Comunque la loro politica è positiva per la rete, si mormora che se tutti i server DNS fossero configurati come si deve il traffico sarebbe un quinto di quello attuale.
Se andate in Internet con un router ADSL è facilissimo e ve lo consiglio, ma se non sapete cos'è il DNS o cosa state facendo non toccate niente.

Per i figli di Splinder, Principe scrive una lettera sulla pubblicazione dei feed completi, e voi fate subito quello che dice.
Chi legge via feedreader i blog di Splinder vede solo un pezzo del post, e poi "Leggi ancora...".
Tutti quelli che usano un feedreader (cioè io), ve ne saranno grati.
Naudhiz l'ha già fatto, e sarà la prossima Bond girl.

Anche Blogspot non pubblica i feed completi, cosa che pochi sanno.
Per cambiare fate così, è facile:
1) entrate nella bacheca
2) modifica le impostazioni
3) Tab Feed Sito
4) alla voce Descrizioni troverete Breve e Intero, scegliete Intero
5) Salva Impostazioni

Il vostro blog non cambierà di una virgola, cambieranno solo i feed.

E congratulazioni a Dodge che diventa papà.

14 dicembre 2006

Google Latium (9)

Cartello a via Achille Tedeschi
Presa a via Achille Tedeschi, a Pietralata, un posto che meriterebbe un libro fotografico e un blog, e non esagero.
Sembra una frazione sperduta, con i cani liberi per le strade non asfaltate, le lamiere ondulate, le case con le pensiline.
Via Achille Tedeschi da Google Earth
Nell'immagine di Google Earth, la zona della foto, si vede sulla sinistra un pezzo della stazione Tiburtina.
L'area vuota di fianco ai binari dovrebbe essere usata per la nuova stazione, quando si decideranno a iniziarla.
In qualunque foto sufficientemente grande di Roma non manca mai un campo di calcetto.
Un giorno mi comprerò una digitale decente, forse.

13 dicembre 2006

Il vero m-blogger

"The primary reason is that I support Neko's right to control how her art is distributed, even if I disagree with what I presume is her rationale"

rbally spiega come si dovrebbe distribuire musica on-line.
Per me ha ragione su tutta la linea.
Soprattutto quando dice che quello che conta, alla fine, è quello che canti.
Il resto è fuffa.

10 dicembre 2006

Va in scooter, lui

Uscendo non ho messo i copriscarpe, non mi sembrava che la pioggia fosse così forte.
Sbagliavo.

Mi dice solo bene che la maggior parte dei forsennati acquirenti natalizi se n'è rimasta a casa.
Già dal raccordo è un lago, e quando arrivo alla discesa della Pantanella c'è fila, come sempre, e freno usando solo il posteriore.
Troppo.

La ruota dietro aderisce come i piedi di Mexes, tutto oscilla, lascio il freno, riparto, mi infilo di lato dove c'è lerciume vecchio di secoli, rifreno, mi salvo.
Per uno appena tornato dal suo secondo Futatreffen sarebbe stato disdicevole fare il botto, ecco.
E in ogni caso, chi ha detto quanto è bella Roma quanno piove era strafatto, o intronato, o entrambi.

Più Libri Più Liberi quest'anno sembra più grande, la biglietteria è stata spostata nel piazzale, e c'è un sacco di gente malgrado il diluvio.

Ci sono molti bambini, qualche faccia nota televisiva, qualche trasmissione di libri di Radio 3, qualche coatto, hostess carine, hostess carinissime, blogger milanesi.

Ressa davanti ai soliti Sellerio, Newton, Fanucci ma anche Castelvecchi.
Mi compro il solito libro di Evangelisti dall'Ancora del Mediterraneo, e mi fanno notare uno scrittore pubblicato da loro e raccomandato da Evangelisti.
Mi compro il solito fumetto, Sprayliz di Luca Enoch.
Mi faccio una chiacchierata con una sarda che è piuttosto carina ma dovrebbe cambiare acconciatura.
Mi rendo conto che la comunicazione dovrebbe essere lasciata alle donne e basta, data la tendenza di molti uomini a fare il possibile per imbruttirsi.

Ah già, la cosa più importante, le hostess migliori: Agra e Lapis (quella con la gonna a fiori).

Io vorrei che Pierluigi Bersani fosse

Presidente del Consiglio, Ministro per l'economia, Direttore dell'Azienda Autonoma Monopoli di Stato, Segretario dei Democratici di Sinistra, Papa, Segretario di Stato Vaticano, Presidente di turno dell'Unione Europea, Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Primo Ministro Israeliano, Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord, Sindaco di Roma, Presidente del V municipio, Arcivescovo di Costantinopoli, ospite di Che Tempo Che Fa, Direttore Generale della RAI, Presidente della FIGC e della Lega Calcio, Presidente della FIFA e della UEFA, Designatore Arbitrale, Pallone d'Oro, Direttore del W3C, Manager degli U2, Chief Executive Officer di Sun, produttore di Lost, marito di Nicole Kidman.

E Presidente dell'Associazione Sportiva Roma.

In panchina, invece, lascerei Spalletti.

03 dicembre 2006

M'hanno dato 'na pezza

Nel senso di straccio per pulire, però, 'ché pezza in romano significa un sacco di cose.
Infatti era questo il misterioso gadget di Sporco Impossibile, progetto che punta a portare ogni tre mesi due band romane e due burin... ehm nazionali al Circolo degli Artisti per un bel concertone, con la collaborazione di varie radio e blog e myspace d'ordinanza e podcast vari.
Tutto molto moderno, insomma.

Questa volta sono (male) accompagnato dal Gruppo Povero Con Voce Femminile Che Si Farà, e dalla cronista blogger, che arriva tardi e fa un sacco di casino.

La prima a suonare è Amycanbe (oppure sono gli Amycanbe), che è romagnola ma potrebbe essere di Denver. Voce femminile e molti strumenti, compresi i fiati.
Sembrano in effetti un gruppo americano, e fanno un set di buona atmosfera e dolcezza, quasi in contrasto con i muri non intonacati molto underground del Circolo. Da risentire.

Seguono gli Eildentroeilfuoriilbox84, uno spettacolo a metà tra improvvisazione, cabaret e chitarre rumorose. Lanciano coriandoli e c'è una pittrice che dipinge sul palco. Li ricorderò di sicuro per una delle migliori frasi mai sentite a un concerto: "Al banchetto in fondo c'è il nostro CD, l'abbiamo fatto riscrivibile così se non vi piace lo usate per qualcos'altro".

Poi i Sant'Antonio Stuntman che sono di Padova, ça va sans dire, che arrivano con il volto coperto tipo militanti di Hamas, e che hanno un batterista talmente potente che dopo dieci secondi sfascia il timpano.
Venti minuti di riparazioni, e poi un punk duro caratterizzato dalla quasi assenza di testo cantato.

Per ultimi il piatto forte della serata, i Carpacho!, che si atteggiano (volutamente?) tra cazzonaggine e Promessa Del Rock Italiano.
Qualcuno tra il pubblico sa a memoria i loro testi.
All'inizio mi sembrano un pochino ingolfati, poi nel finale il concerto scorre bene.
Rischiano di passare alla storia per la lirica "la prima regola è se ti senti stronzo lo sei".

(Della serata scrivono anche Daniele e Brassy, nel suo tipico stile approfondito).

Dato che la gente che frequenta 'sti concerti comincio a riconoscerla, mi è capitato di notare un chitarrista di un gruppo visto tempo fa che ce provava con una spettatrice.
Tentativo sacrosanto, dato che era piuttosto molto graziosa.
Non so se coronato da successo, dato che l'ho rivista poco dopo sotto il palco non accompagnata.
Era una di quelle che sapevano i testi a memoria.

Frociate borghesi sono

"L'impressione è di trovarsi di fronte al solito vizio della sinistra italiana di concepire i diritti civili non come la nuova frontiera dell'uguaglianza, ma come dei “diritti borghesi”, che in quanto tali devono venire solo dopo la garanzia di quelli sociali..."

Da due di Gayleft, la consulta LGBT dei DS, che corrisponde a quello che so, e a quello che mi hanno raccontato tutti quelli che nei DS (e PCI) hanno militato.
Inoltre, mettere la L prima della G di gay è da veri gentiluomini di sinistra, non credete?

30 novembre 2006

Invece di lavorare (Berlin edition)

SC: ma insomma è vero che hai detto che l'ultimo singolo non fa vomitare?

#6: l'ho sentito una sola volta in autoradio
per le pretese che ha è onesto
scivola via, non causa allergie

SC: mmh
forse allora non corro il rischio di sentirlo
e stramazzare al suolo
colpito da achtung baby che si anima
e mi si spappola sul capo

#6: verrai colpito dall'uccello di Adam

SC: ahah
no io no
ho la copertina con la x rossa sopra

27 novembre 2006

Cosa ho fatto per meritare Paola Binetti e Oliviero Diliberto?

Secondo autorevoli psicologi, l'ultimo stadio prima della trasformazione in serial killer passa per la coincidenza di avere un insetto che passeggia sul monitor, e il cercare di cacciarlo muovendoci su il puntatore del mouse.

Siete avvisati.

24 novembre 2006

Magari un'ortensia?

"non credo neanche di essere la sola a poter aggiungere a questa lista anche una serie di più o meno gravi molestie sul lavoro che sono andate dalla rosa rossa trovata sulla scrivania, alla generale e diffusa consapevolezza aziendale che quando il capo ti chiamava nel suo ufficio allungava le mani"

Non credo di aver capito il grassetto (che ho messo io).
Il post di mafe (quello da cui ho estratto questo commento) è molto interessante, comunque.

23 novembre 2006

Rifacciamo le equivalenze

Il centrodestra era meglio al governo che all'opposizione.
Il centrosinistra è più o meno uguale.

Lo scheletro fuori dall'armadio

Ma dico, adesso sono tutte ex-anoressiche?

21 novembre 2006

Viva viva viva l'Inghilterra (nonché l'Unione Europea)

Oggi mi arrivato il CD dei Vacabou.
"E chi sono?" direte voi lettori.

Non è importante, sono un gruppo catalano sul genere dei Portishead, ma non è il tema interessantissimo di cui ho voglia di scrivere.
Il CD è prodotto dalla All Saints, e se andate sul loro negozio vi comprate tutti i dischi che vi pare, con Paypal, senza pagare spese di spedizione, e arriva per posta aerea.

Non pagare le spese di spedizione è abbastanza diffuso oltremanica, anche per acquisti dall'estero.
Spese che poi ammontano alla folle cifra di 1,33 £, che fanno 2 € tondi, perché c'è scritto sulla scatola.
Inoltre, essendo UK, non ci sono inculate doganali.

Non chiedo perché in Italia le spese di spedizione si pagano pure se sono nella stessa regione, e in genere più care (si parte da 3 €).
Non chiedo neanche perché la mia spedizione in UK costa, ad andare bene, il doppio di quella da UK a qui.
Non chiedo queste cose perché semplicemente la risposta non c'è.
È così, siamo italiani gonzi abituati a queste gabelle del cazzo, e quando Internet ci fa scoprire che nel resto del mondo le cose sono un po' diverse ne soffriamo un po'.

Anzi, l'abitudine è talmente dura a morire, che ancora oggi non poche forze politiche si lamentano dell'Unione Europea, e capisco bene il perché.
Perché tutte 'ste tasse sul macinato l'Unione le spazzola via, e il nostro costoso stato si ritrova a mani vuote dove prima mangiava a scrocco.
E mica solo lo stato, ma anche le nostre simpatiche aziende, quelle che poi campano (tutte) con un prestito forzato dei dipendenti che si chiama TFR.
Andate a leggere qualcosa sui costi di roaming dei telefonini, sotto indagine dell'Unione da diversi anni, e poi preparatevi spiritualmente ai prossimi piagnistei di Telecom.

Ecco, io vi do un consiglio.
Mandateli affanculo.
A partire dai CD (o DVD se volete), comprateli in UK, anche uno solo all'anno tanto è uguale, non si paga niente tranne il CD stesso, e quasi sempre meno che in Italia.
O su eBay, comprate da venditori che vivono in paesi normali, escludete nella ricerca i venditori italiani.
Visto che le aziende capiscono (in tutto il mondo) solo il linguaggio dei bilanci, mandateglieli in rosso fuoco, così o si tolgono dalle palle, o si decidono a cambiare registro, dato che non venderanno una fava, e con loro le Poste, quelle che fanno pagare come prioritario un servizio che nel resto del mondo è quello standard.

Falliranno? Sticazzi.
Io tanto i CD li trovo lo stesso, e non credo di vivere in un paese migliore o peggiore se IBS o BOL se ne vanno pe' cartoni.

Se poi qualche anima pia mi riferisse notizie su questi misteriossimi Vacabou, gliene sarei grato.

18 novembre 2006

E voglio un figlio migliore di me

Sembra strano che non avessi mai sentito parlare del Traffic, ma è tristemente vero.
Sta all'incirca a Pietralata, anche se non esattamente nella parte più vecchia, ma più vicino a Portonaccio.
(Ho messo su una mappa di Google con i posti dove vado a veder suonare, li trovate a questo link)

È un locale piccolo piccolo, e quando entro vedo solo un pub, chiedendomi dove diavolo si sarebbero messi a suonare i gruppi di stasera.
La sala concerti è di sotto, ed è ancora chiusa, mi prendo una birra aspettando l'indie-pupa.

La forma di questo locale, e alcune sue usanze, ricordano un po' il leggendario Metropolis, su cui un giorno o l'altro, penso l'altro, scrivero un post chilometrico.
Il pubblico del pub, composto da sì e no dieci persone, si inquadra perfettamente nella classificazione indie-spettatore.
Le ragazze sono tutte carine carine, vestite con gli stessi stivali e le stesse calze a righe orizzontali (che, mi informa #6 sorella, dovrebbero chiamersi "parigine", ma non mi assumo responsabilità).

La sala concerti è sì e no di quaranta metri quadri, buia buia, si sta in piedi o seduti per terra, i gruppi si montano e smontano tutto da soli, la batteria è una e basta, non c'è fonico.
Underground da morire, ma è bello che esistano posti così, anche solo per dire "all'inizio suonavamo davanti a 10 persone".

I primi sono i Biorn, band di cui non riesco a inquadrare il suono, ma che secondo me dovrebbero lavorare un po' sui testi.

Secondi ci sono i Turnpike Glow, che suonano in maniera più irrazionale, e più americana.
Sono eterogenei, divertenti, un po' clowneschi sul palco.

Sono un po' stravolto, dato che è l'una, e domani dovrei lavorare (ah ah ah).
Nell'intervallo conosco una nota presentatrice televisiva, che avevo anche visto parcheggiare poco prima.

Eccoci ai Numero6, gruppo genovese che avevo scoperto per caso su l'Enoteca, e a cui ho dedicato un paio di post per l'omonimia.
Gli arrangiamenti sono un po' diversi dal disco, più aspri.
Cantano spesso in due, uno con la chitarra e uno con qualunque arnese emetta suoni che pesca da una valigetta.
E i testi sono meravigliosi, e dolorosi, ed è uno dei concerti più belli che abbia mai visto, punto.

Poi, quasi alle due, mentre "mi dirigo verso casa, analizzando aspetti della mia vita" (una loro canzone), mi succede una cosa un po' strana, ma che non credo racconterò sul blog.

Però devo ricordarmi che devo smetterla di innamorarmi di commesse, cassiere e compagnia bella ogni volta che vado in un locale.
Possibile che c'è sempre qualche meravigliosa creatura che mi fa scordare questo proposito?

16 novembre 2006

Ad ogni modo

10.11.2006 12:07 STAZIONE DI SERVIZIO AGI MACCARESE (RM) MACCARESE
10.11.2006 16:09 MAGRA EST VEZZANO LIGURE VEZZANO LI
12.11.2006 09:19 HOTEL AGNELLO D'ORO VICO DELLE MONACHETTE 6 GENOVA 16126
12.11.2006 22:00 DISTRIB.ERG MATTESINI AUTOSTR.DEL SOLE KM 363 BADIA AL P


È difficile non distrarsi mentre si percorre l'autostrada al tramonto.
Montagne alte a destra, mare a sinistra, nel giro di pochi metri, un nuovo paesaggio da aggiungere alla mia collezione.
Provo a immaginarmi gli operai che costruiscono questa autostrada che sembra sospesa.
Ma non riesco proprio a immaginarmi come i Romani duemila anni fa ci abbiano infilato l'Aurelia.

(i cartelli per l'Acquario, chi mi ha detto di non passare per Via di Pré (infatti ci sono passato subito), via Gramsci percorsa sei volte, il gatto residente, il Montepulciano e il Novello Umbro, i pettegolezzi via SMS, la psicologia assertiva)

Dove vivo io ci sono cortili e parchi sterminati, e prima di essere capitale ce n'erano anche di più.
Un edificio di sei piani è considerato un intollerabile insulto al paesaggio.
Qui il poco spazio orizzontale è il dittatore incontrastato.
Le rissose famiglie locali si sono dovute adattare a passarsi gli stessi palazzi tra di loro, cosa che nessun'altro nobile accetterebbe mai.
Non credo di aver visto un solo cespuglio.

(la focaccia a colazione e la farinata a pranzo, l'Acquario più grande d'europa (e nel mondo qual è?), Palazzo Rosso e Palazzo Bianco, Palazzo Spinola (di cui ero, giuro, unico visitatore), Porta Soprana, la casa farlocca di Colombo, la galletta Mefisto, il caffè cubano, le ragazze senza culone)

Anni fa, in un'altra città, dissi a un mio amico che venendo da Roma non era possibile perdersi.
Non è così difficile affrontare il saliscendi irrazionale dei vicoletti, a parte l'essere sudatissimo dopo due metri causa abbigliamento da Siberia (ricordate la "regola di Civitavecchia"?).
Per la cronaca, quella volta io e il mio amico ci eravamo persi.

(chi avrebbe meritato di esserci e non ha potuto, la panissa (credo si scriva così), il pesto con le patate, le "famose" ragazze di Prato, i Chemical Chaltrons ieratici, le seppie gialle, i lecca lecca introvabili, i tabaccai malfamati, la mia Panda)

Grazie per esserti spostato dalla tua città.
Cosa che io, presumo, non farei mai.

14 novembre 2006

M

#6: "Ma te le hanno date le rose?"
M: "Eh, ma chi me le ha mandate?"
#6: "Io"
M: "Ah..."

08 novembre 2006

Ahia!

Inutile sottolineare che la maggioranza parlamentare in USA non conta una fava, ma serve solo a "pesare" le correnti dei partiti.
Da sottolineare che i repubblicani non fanno neanche uno swing, né alla Camera né al Senato, confermando la "maledizione del sesto anno" (sixth-year itch).

Personalmente sono contento per Gabrielle Giffords, rappresentate per l'Arizona, perché è giovane e carina, e anche perchè Rick Santorum, senatore neonazista della Pennsylvania, è stato spedito a casa.

Imprescindibile, come sempre, il NYTimes.

05 novembre 2006

Ma il grano duro lava più bianco

In questo blog serio e cazzaro, più il secondo che il primo, è tempo di favole.
Ed ecco una favola con la morale.

C'erano una sera, al Circolo degli Artisti, il Gruppo Povero e il Gruppo Ricco.

Il Gruppo Povero si riconosce perché mangia due pizze a portar via e qualche lattina di birra.
Il Gruppo Ricco ha mangiato fuori.

Il Gruppo Povero ha due sole groupie, che sono vestite da ragazze normali, e che cenano con loro, e che poi si mettono a vendere il merchandising, anche quello del Gruppo Ricco
Il Gruppo Ricco ha le groupie vere, scopette* con gli ormoni fuori controllo, qualcuna anche venuta dall'isola di origine del Gruppo Ricco, che è sardo.

Il Gruppo Ricco ha il fan club ufficiale, i Figli del Tiki.
Il Gruppo Povero non ha il fan club ufficiale, ma potrebbe anche farselo e chiamarlo, che ne so, i Figli di Brassy.

Il Gruppo Povero ha un suono un po' cupo.
Il Gruppo Ricco si sente alla perfezione.

Il Gruppo Povero è a geometria variabile, e stasera è composto da tre persone, ed è vestito un po' come capita.
Il Gruppo Ricco ha la formazione al completo, e hanno tutti la camicia bianca e la cravatta, secondo moda recente d'oltreoceano (vedere ad esempio gli Interpol).

Il Gruppo Povero viene chiamato mentre è seduto in una sala freddissima, gli viene detto che entro dieci minuti deve suonare, e pure di smettere di fumare.

Il Gruppo Povero suona sì e no cinque canzoni, poi quella che li ha fatti smettere di fumare passa e urla a microfoni aperti "Ultimo pezzo!"

Il Gruppo Povero sono gli -Elettronoir-, visti un po' di tempo fa e che ormai mi considerano un loro vecchio amico (e non sanno in che guaio si sono cacciati).
Malgrado qualche problema organizzativo detto sopra, riescono a proporre un loro nuovo pezzo, Sciarti.
L'esibizione è però troppo viziata da fattori non musicali per dare un giudizio sensato, e ne sapremo di più con l'EP che sta per uscire.
(Non è meraviglioso parlare di EP nell'era del Compact Disc?)

Il Gruppo Ricco sono i Sikitikis, i sardi che quest'estate si sono fatti consocere con la cover di uno dei pezzi fondamentali della musica italiana, L'Importante È Finire di Mina, poi proposto come bis.
Ma il resto del concerto non c'entra assolutamente niente, dato che i Sikitikis sono di fatto un gruppo punk, con una componente ritmica poderosa con batteria e percussioni, e senza chitarra.
Il cantante usa il microfono doppio, come Samuel dei Subsonica, e talvolta il suo modo di cantare è quasi metallaro, e sa decisamente tenere la scena.
Credo abbiano anche fatto due pezzi nuovi.

Sono abbastanza contento, anche per le scelte del DJ nella seguente discoteca, e andando via scambio due parole con gli -Elettronoir-, perché solo con un Gruppo Povero si può chiacchierare a fine concerto.
Si parla di soldi, di suonare per 50 € o per 400, della paura di compiere trent'anni e di quante Olimpiadi manchino ancora ai trent'anni.
Le due groupie hanno dei bei sorrisi, anche se una delle due è in realtà un po' tiranna e si dovrebbe comprare un casco.

Sulla strada del ritorno, su Radio Rock, una ragazza di Marino che si definisce carina e intelligente è disperata perché non tromba da un anno, e chiede in diretta un essere umano che interrompa siffatta astinenza.
Un borgataro, che ha appena riaccompagnato a casa la sua ragazza, si offre.

* scopetta è un copyright di #6 padre, che sta a significare "ragazza piuttosto giovane e piuttosto magra e piuttosto svestita". Ha anche una serie di significati impliciti

Shocking! Ci sono cattolici stronzi in UK

In minoranza ci racconta di alcune simpatiche teste di cazzo che se la prendono con i negozi pagani di Glastonbury.
Malaguratamente, il nostro si è scordato del fondamentale festival musicale che lì si svolge.
Ecco, l'avessero fatto durante suddetto festival, avrei salutato con gioia il ritorno dei bonfires.

Ho scoperto la superiorità dell'Occidente mentre facevo colazione

A causa degli orari, non ho seguito quasi per niente i mondiali di pallavolo, ora nella fase del torneo femminile.

Stamattina c'era Italia - Egitto, accendo la TV mentre c'è un cambio di campo, e vedo nella panchina egiziana alcune ragazze con il chador o hijab o come cazzo si chiama.
Sicuro che si trattasse di membri dello staff medico o tecnico, rimango come uno scemo quando le vedo giocare nel secondo set.

Va detto che un paio di giocatrici egiziane erano vestite in maniera umana, e avevano perfino i colpi di sole, segno che anche in Egitto c'è speranza.

Ma l'Italia, tenute a riposo le senatrici per la modestia dell'avversario, ha delle panchinare veramente carine.

Tiè.

04 novembre 2006

Voi ex-blogstar, ora zozzoni

Johnathan Schwartz è l'amministratore delegato (CEO) di Sun (una grossa azienda informatica per quei pochi che non lo sapessero), e come molti dirigenti americani, negli ultimi anni ha aperto pure lui un blog.
Un suo post di qualche giorno fa ha ricevuto un commento da Chris Cox.
Cox è il capo della SEC, la Consob degli Stati Uniti.

(via Tim Bray)

Da ora in poi, MSQ

Gaia inizia MSQ, le Minime Sorprese Quotidiane (quotidiane? ah ah ah).
Qui c'è la prima, e se pensate che la nostra si sia un po' allargata, avete ragione.
Ma non recita, è proprio fatta così.

31 ottobre 2006

Genesis - The Musical Box ('72)


La ragazza bruttina che canta e suona il flauto è Peter Gabriel.
A 22 anni.

Blade Runner in DVD

Il 22 novembre, ed è la director's cut, per essere pignoli.
Dopo vi interrogo.

30 ottobre 2006

Eppure non è che sto sempre a casa

Oggi (sì, oggi), ho scoperto che al centro di Roma, circa a Piazza Navona, c'è un palazzo occupato da varie associazioni femministe nel 1976, e lo è ancora.
C'era un'interessante mostra fotografica.

Poi, mentre entrava a messa a S. Giovanni dei Fiorentini, ho visto per la prima volta in vita mia Andreotti, live.

(Immagino non ci siano nessi tra le due cose)

27 ottobre 2006

X marks the spot

In una discussione di qualche giorno fa, un noto IFMU2er ha portato alla mia attenzione il Doriforo di Policleto, che non conoscevo di nome, ma avevo visto diverse volte.

Uno dei motivi per cui questa statua è molto famosa, e anche molto importante, è che la postura della statua porta un'innovazione detta chiasmo.

Chiasmo significa semplicemente incrocio, perché la lettera Chi greca si scrive come una x (Χ maiuscolo, χ minuscolo).

Non sapevo del chiasmo di Policleto, ma lo conoscevo sotto un altro uso.
Il chiasmo, come la metafora o la sineddoche, è una figura retorica, cioè una disposizione di parole o anche di sillabe o accenti, che si inseriscono in un discorso per creare un effetto.

Le figure retoriche sono tantissime, e ciascuno di noi, parlando o scrivendo, le ha usate milioni di volte in vita sua.

Se chiedete a mia madre, probabilmente vi dirà che ho cominciato a leggere a quattro anni.
Io preferisco pensare che ho cominciato a leggere quando la mia professoressa di lettere delle superiori mi ha spiegato le figure retoriche.

A parte il fatto di avere nomi terrificanti, come asindeto, metonimia o sinalefe, conoscerle apre veramente un nuovo universo.
Questo non solo perché fanno capire meglio quel che si sta leggendo o ascoltando, ma il loro uso varia a seconda dell'autore e anche del periodo storico a artistico.
Ad esempio, i simbolisti francesi usavano molto la metafora.

La mia preferita era appunto il chiasmo, che è semplicissimo da fare.
Basta scrivere una cosa cosi:

L'archeologo romano
e la sua bella fidanzata


In questo caso l'ho fatto con sostantivo-aggettivo e poi aggettivo-sostantivo, cioè li ho scritti prima in un modo e poi li ho invertiti, ma si può fare con qualunque altro elemento grammaticale, come verbi, avverbi o quel che si vuole.
Si può usare per mettere in risalto una delle due coppie, o per far spiccare un contrasto, che poi è l'uso più comune.

Di tutti i chiasmi che ho letto, il mio preferito resta questo:

Madre è di parto e di voler matrigna

Sta nella Ginestra di Leopardi, e sta parlando della Natura.
Ecco, io per essere capace di scrivere una cosa così, sarei disposto anche a saltare un concerto.

P. S.
Mentre scrivevo, come sarà facile immaginare, mi è tornata in mente la mia prof di lettere.
Faccio uno strappo alla regola di non fare nomi sul blog, si chiama Professoressa Daffinà, e penosamente non ne ricordo il nome, d'altra parte si sa che i professori hanno solo il cognome.
Se il suo insegnamento mi fa scrivere post a vent'anni di distanza, vuol dire che quel che mi ha lasciato è andato ben al di là delle questioni della materia, e sono sicuro che senza sarei peggiore di quello che sono ora.
E più di questo, sinceramente, a un insegnante non si può chiedere.

26 ottobre 2006

La casa delle vacanze

Claudio dice che sono una filiazione dell'idealismo romantico.
Gilthas fa il funzionalista.
Sacher scopre che i sui compagni di viaggio erano un po' così.
Il Re non c'ha capito una fava.
La ragazza blu c'ha fame.

Ed è tutto qui.

Be' sì, ci sono anch'io.

24 ottobre 2006

Onnipotenza

Google da oggi permette di farsi il proprio motore di ricerca.
Voi gli dite dove cercare, e lui vi fa un mini-motore che cerca proprio lì.
Sul mio, per ora ho messo www.rsssf.com, il sito degli statistici del calcio.
Si può anche collaborare, cioè chi ha qualcosa da aggiungere al motore lo può fare, liberamente o dietro invito.

22 ottobre 2006

Notizia priva di particolare importanza

Ho visto Joe R. Lansdale.
Dal vivo, intendo.

Titoli indie (21)



(Si può suonare bluegrass nel 2006? Si può avere un nome come Aoife? Si possono avere le facce meno rock della storia?)

19 ottobre 2006

Invece di lavorare

#6: 2/3 dei nascituri arrivano in ritardo

XX: io con mese in anticipo :P

#6: anche io
è per quello che quando uno nasce prima se ne parla
perché è anormale
pare anche che causi cialtronaggine
ma gli esperti sono divisi

XX: nuove ricerche hanno dimostrato che oltre ad essere nato in anticipo
un vero cialtrone
deve essere anche del 1971....

#6: cazzo, ho già due indizi

XX: se poi conosci gente di arezzo il cerchio si chiude

16 ottobre 2006

Senza Nutella

In questi giorni avrei voluto scrivere di politica, ma non sono mai riuscito a trovare la concentrazione, la politica è una cosa seria, mica le canzonette.

E poi stasera il TG1 mi ha soffiato la domanda che mi facevo da giorni, e cioè cosa succede se la maggior parte dei lavoratori sceglie i fondi pensione, come ad esempio io sono intenzionato a fare.
Qualcuno ha delle idee?

L'altro ieri però qualcosa ha rotto la mia apatia, qualcosa che non mi aspettavo ma che mi ha ridato il buonumore, secondo me necessario per guardare alla cosa pubblica con il giusto distacco.
È successo che c'è stata una manifestazione contro TAV, ponte sullo stretto, MOSE, autostrade, turbogas, SUV e motorini modificati.

Ora, sono fermamente convinto che ognuno possa manifestare per quel che vuole, e poi a Roma ci siamo abituati, non è un problema, si devia qualche linea dell'ATAC, un po' di vigili qua e là e si tira avanti, e poi ho sempre pensato anch'io che il MOSE sia utile come una bicicletta per un pesce.

Ma quando ho letto che il ministro (ah ah ah) Ferrero era "solo di passaggio", "venuto a salutare degli amici con cui in passato ho condiviso delle battaglie", be', amici miei, se passate da queste parti fate un fischio, offro io.
Perché non è giusto che questi cazzari ce li godiamo solo noi nella capitale, o no?

Chiude il CBGB :-(

Era il micro-locale dove iniziarono a suonare Patti Smith, Ramones, Blondie, Talking Heads, Television, Sonic Youth, e praticamente quasi tutto l'alternative della costa est.
Imperdibili le foto dei bagni.

15 ottobre 2006

Due mani e Disco

Il Palalottomatica è quello una volta detto Palaeur e prima ancora Palazzo dello Sport, progettato da Nervi per le Olimpiadi del 1960.

Nato come posto per pallacanestro e pallavolo, ha sempre ospitato concerti,e da quasi cinquant'anni ha sempre la stessa acustica di merda, al punto che mi chiedo ogni volta perché ci vado, e la risposta è sempre che per concerti invernali è l'unico posto che c'è, e tocca accontentarsi.

Stavolta non ho regalato i soliti dieci Euro a Ticketone per la consegna dei biglietti, optando per il ritiro al botteghino.
L'avessi mai fatto.

Una fila impressionante, che unita a un certo nostro ritardo mi ha fatto temere di entrare a concerto iniziato, tra gli sguardi inferociti delle mie due amiche.
(Va detto che entrambe mi avevano chiesto un passaggio, e io in scooter ne ho potuta accontentare solo una, e già so che l'altra me la farà pagare)
Una delle amiche, in compenso, mi ha portato la cena.

Entriamo pochi minuti prima che Ben Harper cominci a suonare Two Hands, che è l'unica canzone di cui conosco il titolo.
Pubblico della mia età, qualche coppia con bambini al seguito, alcuni rimasugli bongo-terzomondisti.
L'avevo già visto a Imola, e non ero rimasto tanto convinto.
Il punto è che Ben Harper ha una band, diciamo così, di virtuosi, cioè di tizi che durante le canzoni attaccano assoli di dieci minuti in cui fanno vedere quanto sono bravi.
Ora, una volta va bene, ma alla terza mi viene voglia di interromperli e dirgli che il pezzo era finito mezz'ora fa.

Ma stasera non ha esagerato, e soprattutto non ha esagerato neanche con il reggae, genere che sopporto solo in dosi limitate.
Mi ha colpito un bel rock-blues verso metà concerto un po' à la Dylan, e un altro che mi sembrava Neil Young; ho scoperto che era veramente una cover di Neil Young, ma non so di che canzone.
Niente male anche un soul che poteva essere stato scritto quarant'anni fa, cantato da Ben senza microfono.
E molto trascinante il brano con cui ha chiuso, dopo quasi due ore e mezza.

Ho girato un po' per forum cercando notizie sulla scaletta, e leggendo di fan un po' delusi dalla presenza di pezzi nuovi, a scapito dei vecchi.
Stai a vedere che nel momento che non piace più ai suoi fa storici comincia a piacere a me.

Poi sono andato a ballare.

14 ottobre 2006

blog++

Ho aggiunto un nuovo blog sulla destra, tanto ora che AN va nel PPE a destra non c'è più niente.
Questo blog contiente quei permalink che ho voglia di farvi leggere, presi dai vari blog e simili che seguo.

Tecnicamente non è niente male, io leggo i miei blog con Google Reader e quando vedo qualcosa che merita clicco su Share, e il permalink va a finire lì.
Pare funzioni perfino con Splinder.

Essendo un blog ha ovviamente il suo feed, questo, ma non ha commenti.

Ricapitolando, io leggo dei blog attraverso i feed, che poi segno e diventano un altro blog con il suo feed.
Chiaro, no?

Se qualcuno pensa che dovrei essere fucilato per il titolo del post, ha ragione.

Qualcuno si è accorto della differenza?

Splinder è in manutenzione.

12 ottobre 2006

Ci deve essere qualcosa che non ho capito

Nell'edificio in cui lavoro c'era un quarto del secondo piano completamente riservato all'AD (amministratore delegato, ignoranti), chiamato da noi dipendenti il "piano nobile".
L'AD non ci ha mai messo piede, ma vi pareva che veniva a stare a Tiburtino III, lui?

Oggi stanno sbaraccando tutto il mobilio, e dopo aver accertato che non si tratta dell'ufficiale giudiziario (meno male), ho potuto verificare la presenza di quattro divani e un materasso a due piazze, ancora incellofanato.

La Corea del Nord è uno stato criminale

Giusto perché mi sono stufato dei giri di parole.

L'invasione di questo ributtante stato sarebbe stata l'opzione più giusta, qualche anno fa, quando il pakistano con gli elettroni intorno girava da qualle parti.
Si è cincischiato, e adesso con le armi atomiche diventa leggermente più difficile.

Una guerra, per quanto mi riguarda, non per esportare la democrazia, che tanto al sud già c'è, ma di liberazione.
Sì, per liberare 23 milioni di sfortunati che esistono, e non vivono, in un posto che renderebbe un paradiso la Cambogia di Pol Pot.

10 ottobre 2006

Una settimana in analisi (11)

Comincio con una raccomandazione.
La maggior parte dei visitatori di questo blog usa ancora Flash versione 8, che è bacato e insicuro, cioè vi ci attaccano virus.
Il nuovo si scarica qui, provvedete.

Continuo ad avere chiavi di ricerca esaltanti, tra cui elenco:

la televisione scatola dei sogni (opinioni)
blog montefiascone (l'unico in città, credo)
white circle crime club (sì, li ho visti)
banca nazionale lavoro vendita biglietti calcio (boh)
MENTADENT GIOCO PUBBLICITà (scusa, non ho idea)
laringe piu bella del mondo (feticisti)
mike patton celentano (neanche se li vedo)
eddie vedder ubriaco (cercavi foto?)

Ma due in particolare:

electro gothic gruppo, che mi fa impazzire che uno possa googlare cose come questa, come se cercasse automobile coupé o città italiana.

Lora giusta wien, qui sono diventato scemo, ma ha ragione Google, il mio blog è il terzo risultato.

Misteriosamente, il mio referer principale è ancora Lele.

E ora, qualche rete:

Corneliu Rimboiu (Romania?)
Sogei S.p.A. infrastructure networks (lo sapevo che prima o poi...)
CSP BIC LIVORNO (mmmmm...)

Per finire, mi vanto di linkare ed essere reciprocamente linkato dalla musicista più bella dell'emisfero boreale.

09 ottobre 2006

INSERT INTO

(Help desk Internet, inserimento anagrafica clienti)

A: "Sesso?"
T: "M."
A: "M come Maschio?"
T: "M come Magari..."

07 ottobre 2006

Io entro nel mondo dei fotogrammi

È la prima volta che vado al Linux Club, che avevo solo sentito nominare, più o meno mi ha invitato questa qui.
Sta a Via Libetta, la strada della capitale con i locali più trendy, modaioli, fighetti (o scegliete voi l'aggettivo più stronzo).

La zona è quella di via Ostiense, il polo ludico romano, e qui fino a poco tempo fa c'erano pure i Mercati Generali.
Ne veniva fuori che questa zona vivesse con un orario invertito rispetto al resto della città, e quando tutti o quasi dormivano, qui si lavorava o ci si divertiva.
Ora i Mercati Generali non ci sono più, spostati a Guidonia a dare il colpo di grazia al traffico della Tiburtina, ma i locali ci sono ancora.

Siccome via Ostiense ha la corsia preferenziale in mezzo, bisogna azzeccare il punto per fare l'inversione.
Vedo una ragazza su un Liberty 125, e per abbigliamento e avvenenza penso che sta andando sicuramente a <locale trendy a caso>, quindi giro dove gira lei.
Invece va dove vado io, anzi ci lavora.

Il Linux Club da fuori ha l'apparenza di un posto de sinistra, ma dentro è abbastanza originale.
Per entrare bisogna fare la tessera, la tessera! Non mi ricordo da quanto tempo non ne facevo una.
Si chiama così proprio per il sistema operativo, che domina l'arredamento un po' da film anni '70.
Tutto intorno alla sala principale scorrono delle mensole con vari PC. Non sono riuscito a capire il dialetto installato, ma c'era l'impronta, quindi il desktop dovrebbe essere Gnome.
I monitor sono l'unica fonte di luce del locale.

Quando arriviamo è in corso un complicato soundcheck, nel quale si distingue quello che ho eletto Fonico dell'Anno 2006.
Quando il cantante dichiara di non sentire la batteria, gli risponde: "e mó m' 'o dici?".
Dopo un numero non trascurabile di tentativi e di improperi, gli -Elettronoir-, che sarebbe il gruppo che sono venuto a sentire, rifiniscono l'abbigliamento e cominciano.

Rispetto al loro CD, che ho pure comprato, dal vivo sono più interessanti.
Serve un po' per abituarsi alle basi elettro che accompagnano il piano, e che non è un accoppiamento comune (non vedevo un piano GEM da secoli).
I pezzi che preferisco vengono benissimo, e ci sono anche alcune canzoni in più che a quanto pare sono di prossima uscita.
Per quanto in Italia sia sport comune cercare chi somiglia a chi, a me non pare che manchino di originalità, malgrado tra il pubblico non la pensino tutti allo stesso modo.
Durante il concerto viene annunciato l'addio della vocalist Grazia, cosa che mi permetterà di bullarmi con gli amici del bar di aver visto l'ultimo concerto degli -Elettronoir- con la vocalist originale, che fa sempre la sua porca figura.

Dettaglio divertente, durante il concerto viene proiettato Brazil di Terry Gilliam, che non di rado mi rapisce lo sguardo.

A proposito, essendo il CD autoprodotto, o lo comprate dal loro sito o ve li andate a vedere, ne hanno un po' con loro.

Alla fine, tra le vittime del tabagismo, mi ritrovo a chiacchierare con il Fonico dell'Anno, con il cantante, con il programmatore/campionatore, con il bassista.
Non mi ricordo di aver mai parlato con una band al completo a fine concerto.
In seguito scopro che le fazioni tipo Mods vs. Rockers ancora esistono, ma oggi non è la musica ascoltata a fare da barriera, ma l'appartenenza a determinati blog/forum (non ridete, giuro).
A quanto sento dire, esiste una terribile congrega detta "Ice Pinkers" che è all'origine di tutti i mali del mondo, comprese cellulite e doppie punte.

Mentre fendo con il Burgman le orde di nottambule assai poco vestite, mi accorgo che sto assai morendo dal freddo.
Un'altra estate è finita, e io sono sempre il solito cazzaro.

06 ottobre 2006

Educatamente, me ne fotto anch'io

(Riproduzione di articoli di riviste o giornali)

1. All’articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, è inserito il seguente:
“1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.”.

(via Fratelli d'Italia)

Possiamo morire felici

Google Code Search

(anzi, mi chiedevo come mai ancora non ci fosse)

05 ottobre 2006

E questa è la copertina dell'anno


D'altra parte, un gruppo che si chiama "e ci riconoscerai dalla scia di morti" per me ha già vinto a mani basse.
Per la spiegazione del nome andate qui, è roba Maya.
(La foto l'ho rubata al Boss, ho googlato ma non ne ho trovate altre)

Real seventies (5)

Quando ero piccolo la musica era VideoMusic, una televisione privata con sede nella misteriosa Castelvecchio Pascoli (LU), ed era Deejay Television, trasferimento in blocco della banda di Radio Deejay in TV.
All'epoca non c'erano gli mp3.

Deejay Television era strategicamente piazzata dopo pranzo, cioè quando noi con lo zainetto tornavamo a casa.

(Nota: solo su queste due frasi potrei scrivere due tonnellate di post, e faccio una gran fatica a non lasciarmi andare)

In quegli anni andò per la maggiore un album dei Fleetwood Mac, Tango in the Night, una cosa che se qualcuno me la dicesse oggi non ci crederei.
In particolare veniva passato a raffica il video di Little Lies, uno dei singoli estratti.

In qualche buffo modo, che non ricordo, arrivò a casa mia l'album.
Leggendo la formazione cercavo di capire chi fosse la biondina cantante, che era piuttosto carina, anche se la sua voce era ridicola rispetto a quella dell'altra cantante Stevie Nicks.
Non poteva essere Steve Nicks perché la conoscevo, dato che aveva anche una carriera solista e mi ricordavo un suo video, I can't wait.

Decisi che la biondina era Lindsey Buckingham, un nome che mi sembrava perfetto per una ragazza carina inglese o americana.
Era perfetto per una protagonista di Candy Candy forse, ma la mia formazione era quella.
All'epoca non c'era Allmusic.

Tempo dopo, chissà quanto tempo dopo, beccai in TV un'intervista a Lindsey Buckingham.
Che era un uomo.
Lì per lì non ricordai la faccenda anagrafica dei Fleetwood Mac, mi limitai a notare il nome che a me appariva femminile.

Tempo dopo, chissà quanto tempo dopo, ho potuto accertare che che la biondina si chiamava Christine McVie, che è senza dubbio un nome da donna, e che Lindsey Buckingham era il chitarrista del gruppo, ovviamente è un uomo, perché lo so e perché le donne nel gruppo erano due, quindi le avevo finite.
Inoltre, Stevie Nicks è ingrassata un po', ma non tantissimo.
All'epoca non c'era Google.

28 settembre 2006

Spostamenti di palinsesto

(Lungi da me rubare il mestiere a Mae)

Ieri sera, lo sanno in pochi, la puntata di Lost è andata in onda allo stadio Mestalla di Valencia nel secondo tempo, invece che di lunedì.

Ne ho dunque approfittato per dare un veloce sguardo all'ormai straseguito Dr. House, con la consulenza della sorella, di cui mi sono fatto delle mezze idee (di Dr. House, non di mia sorella):

i dialoghi sono talvolta ridicoli, ma credo sia colpa del doppiaggio, e purtroppo succede a molti film e telefilm

alla prima bastardata si sorride, alla quinta si muove il labbro, alla decima stucca, anche se di fantasia gli sceneggiatori ne hanno un bel po'

la gnocca timida/introversa simil-segretaria credo si trovi in ogni cosa prodotta in USA, e sarà una loro perversione, ma ciò non toglie che di gnocca indubbiamente trattasi

i tentativi adolescenziali di House di riconquistare il perduto amor sono forse la cosa più divertente, migliorata dal fatto che i due personaggi sono agli antipodi, e che sono mostrati realmente di mezza età (adoro i luoghi comuni ben impacchettati)

26 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: from Pistoia

Sono sveglio dopo un sonno di quasi dieci ore, curiosamente cullato dai velocisti della Provinciale Pratese Vecchia, e se non faccio colazione io muoio.

Dato che la fretta del mercoledì aveva causato lo spostamento delle pratiche alla mattina del giovedì, ho modo di chiacchierare con l'albergatore più chiacchierone della storia, e scopro che:

1) Sui cartelli che indicano Pistoia ci dovrebbe essere scritto "Città d'arte", ma purtroppo non ci pensa nessuno.

2) Ma poi ai Pistoiesi in fondo va bene così.

3) Viene un sacco di gente quando c'è il Blues e il Mugello (cosa che spiegherebbe come mai non sono stato guardato come un pazzo quando ho detto che ero in scooter).

4) C'erano i ricamifici (si scrive così?), ma ora no.

5) Qui ci sono i soldi, non come in un'altra città a quindici chilometri dove ci sono le cambiali.

Rifornito di scienza pistoiese, devo rifornire anche il serbatoio, ovviamente dalla benzinaia più chiacchierona di Pistoia, la quale intervalla ogni frase con "Chissà perché han scelto Pistoia?"

Quando mi fermo e mi tolgo il casco sta parlando con un avventore, sorpreso ma compiaciuto che la sua città non sia stata ridotta come Grozny.
Effettivamente anche io sono stato sorpreso del comportamento esemplare della folla jammer, spesso facinorosa, che la benzinaia commenta con "Chissà perché han scelto Pistoia?", aggiungendo, cercando la parola, che questa è una città "sonnacchiosa".

Ne sono rincuorato, dato che avevo pensato a un'improvvisa epidemia, a spiegazione del fatto che sono le 11 di un giorno feriale e non vedo ingorghi e non sento sirene spiegate e strombazzamenti assortiti.

(Diciamo che, a parte il numero di persone in piazza che mi sembrava eccessivo, non ho visto pecche organizzative. C'era il parcheggione con la navetta, e i vigili sono rimasti fino a tardi a dirigere il poco traffico. La chiusura della Piazza del Duomo e delle vie limitrofe non credo abbia influito molto, dato che ricadevano completamente nella ZTL. Mi è capitato di vedere diverse città, tra cui una capitale, fare molto peggio.)

23 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: in Pistoia

Come da recente tradizione, e purtroppo i Pearl Jam ne sanno qualcosa, c'è l'area per i raccomandati|mattinieri|iscritti.
Non essendo nessuno dei tre, io e il mio compare stiamo benino in mezzo all'area per la gente normale.
Il primo bisogno è quello di scavalcare un sellerone americano con una compagna di trent'anni meno di lui.
Lo freghiamo mentre va al bar a rifornirsi d'acqua, dopo aver detto alla tipa "Never get back".

Eddie arriva ed esegue il vociferato set acustico, che è una canzone.

E poi questi strambi My Morning Jacket, band di discreto successo in USA, ma sconosciuta da noi.
Fanno un country in cui infilano talvolta un po' di psichedelia, il cantante ha la voce che ricorda un po' Neil Young.
A parte il secondo pezzo con un finale floydiano, il resto è un po' noioso, ma gli americani esultano.

Si smonta e si rimonta, il Pearl Jam arrivano, e attaccano un giretto che non mi è nuovo, infatti è Interstellar Overdrive dei Pink Floyd.
Sono già più bendisposto, e il concerto inzia piano piano a fluire, nel modo che preferisco, dato che conosco circa un terzo della loro opera.

Sono leggermente penalizzati dalla scelta di mettere il palco sul lato lungo della piazza, e di usare solo le casse frontali.
Spesso il suono è cupo, si sente bene Eddie, meno gli strumenti, ma l'effetto varia a seconda delle canzoni.
Quindi mi ritrovo nel carniere: Rear View Mirror ("ho visto le cose più chiaramente una volta che eri nel mio specchietto retrovisore"), tra le mie preferite anche se privata del finale caotico, Even Flow, Elderly Woman Behind a Counter in a Small Town (titolo straziante ma la canzone non è triste), Why Go, Black, Alive, Dissident, Spin The Black Circle (il vinile!), Do The Evolution e un sacco di altra roba che non conoscevo elencata qui.
Mi ricordo che fa iniziare una canzone al pubblico (Better Man, giusto?), dicono che abbia fatto State of Love and Trust ma dovevo essere arrivato alla fase di schiavitù sessuale, come uno che dice "Ancora un'altra" e non capisce più una mazza.

Ubriaco in maniera evidente, Vedder sale sulle impalcature per cantare il finale di Rockin' in the Free World, il microfono wireless che ha non si sente ma non se ne accorge nessuno.
Penso che potrò bullarmi con gli amici di aver visto l'ultimo concerto dei Pearl Jam, che intitolerò la mia biografia "L'uomo che vide morire Eddie Vedder", ma riesce a riscendere, sono contento, in fondo mi è simpatico.

Le ultime canzoni vengono trascinate all'infinito, credo che non me ne potrò mai andare.
Non hanno regole, non c'è il momento mollicone e quello accelerato, ogni canzone comporta veloci cambi di strumentazione.
Ho perso il conto dei pezzi da ore, le caviglie non esistono più, questi continuano a cantare anche se visibilmente stanchi.
Alla fine sono trentuno. Trentuno!! Lo scrivo io il libro, altro che Nick Hornby.

"Noi vi amiamo", e a quanto pare è finita.
Sono pieno, non avrei spazio per mezza nota in più, cammino a stento come gli altri verso lo scooter, rivedo la ragazza culona della mattina, e mi convinco che io ai concerti ho veramente una fortuna sfacciata.

Infatti la Roma ha perso.

22 settembre 2006

Stato d'amore e di fiducia: to Pistoia

La Cassia fino a Viterbo è una rovina.
Sutri e Capranica sono belle, ma passare Cura, Vetralla e compagnia burina fa pensare di essere in periferia di Roma.

Dopo, meglio.
Il lago di Bolsena visto da Est, la strada che già dopo Acquapendente (città dei pugnaloni?) sale verso l'Amiata, con un paesaggio arido e deserto che modifica l'immagine arcinota di uno dei panorami più pallosi della penisola, quello delle colline senesi.
Benza a Montefiascone, caffè pagato a peso d'oro a Monteroni d'Arbia, non mi fermerò più fino alla città del concerto.

Mi sovviene, nell'incasinato nodo di Firenze, che è giorno feriale, e quindi se al ritorno mi buttassi in autostrada mi aspetterebbe un fila di autotreni fino alla capitale. Ci penserò domani.

Toppo un paio di rotatorie in quel di Agliana, alla ricerca della Provinciale Vecchia Pratese (o Pratese Provinciale Vecchia, o Vecchia Pratese Provinciale).

L'albergo è carino, l'albergatore mi spiega il perché della tinta dei muri, nonché come si usa il televisore (giuro).

Proseguo per la Pratese Vecchia Provinciale, e imbocco allegramente dentro Pistoia
Mi metto nell'unico parcheggio per moto che trovo (Corso Gramsci, mi pare).
Le moto non sono incatenate, buon segno.
Ci sono cartelli con scritto "Concerto Pearl Jam" e la freccia.

Lui vede me per primo, come a Milano, mentre io non lo vedo mai.
Ci facciamo un giro per sgranocchiare qualcosa, io certo che Pistoia deve essere una città carissima, ma misteriosamente non lo è.

Mi dà un idea strana, urbanisticamente somiglia un po' a Padova, talvolta c'è qualcosa di poco curato.
Come uno dei palazzi sulla piazza, che sembra avere i vetri rotti, dicono sia la curia.

In fila per entrare, davanti ai gorilla della sicurezza che si tengono per le manine (mai vista una cosa simile, ma funziona), il popolo cittadino è incuriosito.
Dal piano superiore di un ottico grosso come un supermercato, Cav. qualcosa, si affaccia un rossa, né giovane né tanto bella, che fa foto.
Partono cori da stadio, tra i peggiori, e lei risponde con il dito medio.
Poi si affaccia un'ottica, piuttosto giovane e piuttosto bella, e le urla virano sul mi avanza un biglietto, lei birichineggia un po', e poi sparisce.
Dev'esserci un significato.

19 settembre 2006

Prima tappa

Agliana.
Sì, torno sul luogo del delitto, ma questa la capirà solo un altro cialtrone.
Grazie all'ultimo albergatore che mi ha gentilmente detto: "Provace a Montecatini che qui nun è aria" (con un accento un po' diverso).

Se avete esagerato, subirete la scure della mia recensione.

E ora avanti che la Cassia è lunga.

Diventa anche tu negazionista con l'ipnosi

"Nel Darfur non è in corso un genocidio"

(Il titolo non ce l'ho fatta a cambiarlo, è troppo bello)
(Avviso per gli integralisti, qui si parla male di Gino Strada. Nel caso trovaste la cosa offensiva per i vostri precetti, siate buoni, io non ho le guardie svizzere a difendermi)
(Ed è splendido anche il manifesto)

I concerti non sono tutti uguali

"Da ubriachi, le stecche fioccano. Figuriamoci poi se non si è nemmeno così allenati da sapere dove sono i capotasti (intermezzo di una strofa è stata "Ma dove cazzo sono le note?") anche quando si è alterati."

14 settembre 2006

Chemical Chaltrons: Hey Girl, Hey Girl

The Chemical Chaltrons
Sonorità urbane post-belliche tra Beethoven e un 747 che cerca di atterrare a Beirut, è solo una parte di quello che possiamo dire di "Hey Girl, Hey Girl", album d'esordio dei Chemical Chaltrons. In realtà non è sarebbe corretto parlare di album d'esordio, ma più che altro di un percorso partito dall'underground labronico-romano, dove i due personaggi sono nati e hanno fatto tendenza, finendo poi per incontrarsi nei raduni della misteriosa setta cabalista detta IFMU2, della quale non parlano volentieri.

Antobel è un polistrumentista che ha suonato in varie band wave, dark, electro, dark-wave, post-gothic, gothic-punk, electro-pop, punk-wave, electro-wave, electro-gothic e qualunque altra cosa in cui sia necessario vestirsi di nero. All'attività musicale associa quella di giornalista, nella quale ha intervistato Joy Division, Cure, Ultravox, Depeche Mode, Simple Minds, Stranglers, Bauhaus, Soft Cell, Siouxsie & The Banshees, e tutti gli hanno tolto il saluto.

Numero 6, autodidatta capace fino a pochi anni fa di suonare solo il clacson dello scooter, ha poi intrapreso un viaggio iniziatico tra i saccopelisti di Viale Lorenteggio e i suonatori di bongo delle isole del Trasimeno, dove è cresciuto musicalmente. Ha anche collaborato con Nick Cave, bagarinando un suo biglietto a 40 € (pagato 37) fuori dal teatro Saschall a Firenze.

La foto è presa da una session in Piazza dell'Immacolata a San Lorenzo durante la Notte Bianca, che ha ispirato il loro primo singolo, dal titolo "Il classico bidone Tupyco".

13 settembre 2006

Ricordate, che non fa mai male

Banned BookGrazie alla segnalazione dell'Official Google Blog, vi annuncio che dal 23 settembre è la settimana dei libri proibiti.
Da qualche parte nel mondo, tipo in una grossa federazione di cinquanta stati, c'è ancora che cerca di proibire libri, tipicamente nelle piccole biblioteche e nelle scuole.
L'associazione delle biblioteche americane (ALA) da 25 anni raccoglie queste segnalazioni, e invita la popolazione a leggere i libri incriminati, con il supporto della Library of Congress (vabbe', gli americani sono così).

Tra i più proibiti, il Giovane Holden, dal quale secondo me gli USA ne escono anche benino.
Pensate se leggessero Bukowski.

12 settembre 2006

Oggi serviamo: John

Qualche dettaglio in più.

Hurt è una canzone dei Nine Inch Nails, il gruppo di Trent Reznor, che si può chiamare "la band industrial più pop". Tra le sue opere anche il tema musicale del videogioco Quake.

Sfido chiunque a capire che quella di Cash è una cover di quel pezzo.
È del tutto irriconoscibile, talmente trasformata che sembra veramente dell'Uomo in Nero.

Contribuisce anche un testo che è fatto apposta per lui, e il piano che sale d'intensità nel finale mentre canta "If I could start again, a million miles away", è da brividi.

Si trova sull'album American IV: The Man Comes Around, insieme ad altre cover molto belle, tra cui The Mercy Seat di Nick Cave. Ma Hurt è inarrivabile.

Su Google Video o Youtube trovate comodamente il video.
La versione originale dei NIN è sull'album The Downward Spiral del 1994.

11 settembre 2006

10 settembre 2006

L'isola Tiberina purtroppo è a sinistra

Mica ce la faccio a raccontare tutti i ricordi ricordati, tutte le scemenze sparate, e tutte le ragazze morbidose incontrate, e neanche il titolo del post.
Due meritano.

(Scena: Proud Lion, pub scozzese a Borgo Pio)

Avventore: Aó, st'estate so' annato 'n Corsica e se poteva fuma' dapertutto!
Barman: Ma qui stamo a Roma, in Italia.
Avventore: Perchè 'a civirtà sta 'n Francia...

(Scena: AB e #6 passeggiano sulla terrazza di Castel S. Angelo)

AB: Ma i tre Arcangeli erano Michele, Gabriele e...?
#6: ... e Lele, mi pare.
AB: Sì, l'arcangelo cialtrone.

08 settembre 2006

Anni comunque troppi

E invece per me è un giorno come gli altri.

Non tolgo rilievo all'editto di Sofia, ma non ho mai capito contro quale libertà andasse.
Non esiste un diritto di chicchessia a stare in televisione, ad avere uno spazio in cui dire e fare quel che si vuole.
Non ce l'ho io, non ce l'ha Santoro.

Certo, se Bush in un discorso pubblico se ne uscisse dicendo che Maureen Dowd gli sta sulle scatole, probabilmente uno dei suoi consiglieri lo azzitterebbe prima di finire la frase.
Ma soprattutto, il NY Times non si sognerebbe mai di licenziare la Dowd.
Ma in Italia c'è sempre chi è più realista del re, e c'era prima di Berlusconi.

Anche perché, se un giornalista fosse in qualche modo rappresentante di qualche parte politica, il suo ruolo di giornalista sarebbe a dir poco secondario.
Nel suo caso lo è, dato che secondo me il suo scopo è sempre stato "fare politica attraverso il giornalismo" (citazione non mia).

Gli riconosco il merito di aver creato in Italia il ruolo del conduttore padrone, quello dove il politico o VIP che sia deve rinuciare al ruolo di protagonista, e sottomettersi anche a qualche tiro sporco.
Non a caso con il Cavaliere non è mai andata bene, mica per la tessera, ma perché sarebbero stati due galli nello stesso pollaio.
E ha anche il merito di aver creato "l'inviata gnocca" (citazione mia), che non mancherà anche quest'anno, pare.
Lo ammetto, adoravo Simonetta Martone.

Ho iniziato a dubitare quando il pollaio divenne la regola, quando voleva sentire "cosa ne pensava Montenero" (citazione sua).
Perché di sapere il parere (?) sbraitato di un paesello del Molise non me ne importa una fava, e non perché sono molisani che mi stanno pure simpatici, ma perché non me importa niente neanche cosa ne pensa Segrate o Frascati.

Mi si può obiettare giustamente che portava in prima serata quelli che in genere non ci andavano, se non fosse che io la vedo in un altro modo.
E cioè che trovare un gruppetto che va avanti urlando "è tutto un magna magna" è più facile che trovare me al Circolo degli Artisti.

Colpo di grazia da Celentano, per un mio limite non riesco a vedere un perseguitato in un tizio che poche ore prima era parlamentare europeo.

Spero che il titolo della trasmissione si riferisca alla sua vicenda personale, e non sia una citazione di Rossellini.
Io ho vissuto gli ultimi cinque anni di Berlusconi come i precedenti cinque dei sette o otto presidenti del Consiglio, e come i percedenti dei governi tecnici.
E cioè in un paese con una classe politica talmente debole e disperata da farsi terrorizzare da un giornalista o da un comico o da un vignettista.

A parte tutto questo, ha i capelli di un colore orripilante.

03 settembre 2006

Lupi come me

Poche volte sono andato a un concerto con una tale valanga di recensioni positive.
Mai sono andato a un concerto dove ho capito che si iniziava dal fatto che il chitarrista, seduto al bar, si è alzato e ha salutato.

Sabato al Circolo, una novità, dato che sarebbe il giorno di Screamadelica, che comunque c'è.
All'inizio ci sono White Circle Crime Club, gente belga, niente di nuovissimo, ma fanno una caciara, ma una caciara, che non mi ricordavo da qualche notte fumosa nell'infernale Metropolis di via Rasella.
Il batterista è bionico, tanto da far dire all'amico M che potrebbero rinunciare al basso, cosa che infatti fanno in qualche pezzo.

Il piatto forte, i TV on the Radio, sono realmente il piatto forte.
Leggerete che nella loro musica c'è di tutto, e il funky e l'elettronica e il doo-wop e quello che vi pare e forse è vero.
A me paiono prima di tutto psichedelici.

Ma non è solo questo il punto.
Il punto è che a parte le belle canzoni loro dal vivo sono veramente bravi.
Truccano quasi tutti i pezzi, e li migliorano, e ti pare che la canzone doveva essere proprio così, non come l'mp3 che hai sentito.
Nei due pezzi finali, un po' meno elettrici, si sente assai bene che il cantante ha una voce della madonna, e aveva già un'ora di concerto nella laringe.

Insomma, non è giusto che un gruppo così suoni in un posticino come il Circolo.
Ma se non fosse per il Circolo, questi e altri concerti ce li sentiremmo in bootleg.

Prima dell'inizio ho fissato una splendida ragazza dietro di me mentre sbraitavo "ay ay ay aaaay" da Psycho Killer dei Talking Heads (in sottofondo).
Mi ha detto: "Fa caldo, eh?"
Poi ha visto il concerto dietro al suo ragazzo.

01 settembre 2006

Magari se c'è qualche insegnante

"Ora che sono finiti gli esami di maturità - purtroppo con la percentuale bulgara del 97% dei promossi, un comportamento lassista che svaluta i diplomi - la maggior parte dei ragazzi italiani e le loro famiglie si trovano di fronte all'amletico dubbio di quale facoltà scegliere."

Questo estratto, il resto lo trovate al link, viene da un editoriale di Enrico Cisnetto, Direttore Editoriale di italia.gov.it, il portale nazionale del cittadino, o se preferite della Pubblica Amministrazione.

Quello che mi chiedo io è, ma Cisnetto, per chi lavora?

Segnalazione pagana

"Veterans of the free festivals scene, idols for different generations of freaks, the Hawkwind couldn't be missing from the Stonehenge festival of 1984, the same on which Roy Harper played too, to celebrate the summer solstice."

Su Music For Your Eyes, uno dei migliori blog del pianeta, per giunta in mani italiane, i tempi supplementari dei sogni degli anni '70.
Oggi andare lì costa 6 £.

(A proposito, per l'Hampshire Connection, a me viene ancora da dire "costa 20 Pound", malgrado sia tra gli Euro da venti giorni. Succede anche a voi? Devo farmi vedere?)

31 agosto 2006

Gil(™), fai qualcosa, io non posso andare avanti così

The Scaruffs Over The Block - Green Mentadent (8'', Greenwide, 2004)

New wave-no wave. Barocco. Fanciullesco.
Album d'esordio per questo progetto di Mauro Repetto (pianola) e Mike Patton (violoncello)
(ROTFL! n.d.#6).
L'album e' olocausto texano e coattamente anni 10 che sradica atmosfere space e pigre, ideale per camminate in cantina.
Ogni riferimento a Captain Beefheart non e' casuale.
Raggianti espressioni e lo-fi combattono annunciando ciecamente esorcismi croati.

30 agosto 2006

First impressions of...

No, non è l'ultimo album degli Strokes.
Sto provando Internet Explorer 7 (Release Candidate 1).

Un po' un Firefox Made in Redmond, leggermente più veloce.
Molto semplificate le barre strumenti, carini il Quick Tabs e il Favorites Center.
Qualcosa ancora da perfezionare, e sto cercando di capire come funzionano i feed RSS|ATOM.

Non dovrete più dire: "Non ci sono andato"

Generatore di biglietti di concerti

Tipo questo:


(Thanks to Stereogum)

26 agosto 2006

Y David machacò a Goliat, Samuel 1-58

Con questa frase un pochino dissacrante, il sito del Sevilla FC dalla povera Andalusia festeggia la legnata inflitta al ricco e presuntuoso Barcelona, con una squadra che tutta insieme costa mezzo Ronaldinho.
Se non fosse stato per una finale di Champions piuttosto fortunosa, il dentone e la sua band dovrebbero essere da tempo a raccogliere pomodori a Foggia, dato anche il penoso mondiale disputato.
Sarà, ma questa differenza tra gioco e pubblicità mi ha stufato, e preferirei che il titolo di più forte giocatore del mondo venga dai fatti, e non colpendo sessanta volte la traversa in un filmato amatoriale, o palleggiando nei cessi dello spogliatoio nello spot di una nota marca di scarpe prodotte in Cina.

---Panda non leggere oltre---

A margine, nel Sevilla gioca Maresca, ex-juventino inspiegabilmente snobbato dal calcio italiano.

25 agosto 2006

Titoli indie (18)

Neko Case - Dirty Knife

(Neko Case è bravissima e bellissima. E voi dovete scaricare questa canzone)

24 agosto 2006

Allora è un vizio (per ridere)

La UEFA ha premiato Jens Lehmann dell'Arsenal quale miglior portiere della scorsa Champions League.
Per la cronaca, Lehmann è stato espulso nella finale.
Ricorda qualcosa?

Ecco, Panda, per esempio...

Negli USA la pillola del giorno dopo viene prodotta da Barr Laboratories.
Ora, questa pillola viene commercializzata con il nome di "Plan B".
Sono o non sono dei geni 'sti yankee?
Quasi quasi chiedo la cittadinanza.

23 agosto 2006

Faccia

Eravamo abituati a una foto, a un disegno, al limite al nome del gruppo colorato, che diventava l'immagine stessa di quel concerto.
Per questo, continuo a chiamare il tour di Us di Peter gabriel "quello con i rubinetti".
Anche il concerto poverello, quello all'Alpheus o al Circolo degli Artisti, ha una stramba foto di loro tre, i Blonde Redhead.
C'era comunque un tentativo, se non di fare arte, almeno di distinguersi tra tanti altri biglietti.

Non c'erano tanti posti dove comprare.
Lo storico Orbis, con i suoi orari da ufficio pubblico, e la gente che ci dormiva davanti, o il Planetario, talvolta Ricordi.
Io però avevo trovato il trucco.
A Viale Somalia c'era un negozio di abbigliamento femminile, Anubis, che non so se c'è ancora.
Per ragioni che mi sfuggono, vendeva biglietti di concerti, e lo sapevamo in pochi.
Non ci ho mai trovato nessun'altro, perfino quando vennero gli U2 con il Popmart, a 68000 lire, una follia nel 1997, prima grande polemica sui costi dei concerti.
Che poi in realtà mi diede un voucher, da cambiare con il biglietto quando sarebbe stato il momento; biglietto che ovviamente ho con me, con il timbro del negozio dietro.

Al di là dell'aumento del costo del divertimento, che non si limita al live, ma tocca anche lo stadio, il cinema e altro, un'altra delle differenze con "l'epoca dei biglietti diversi" è proprio il mostruoso anticipo con cui vengono venduti.
Ormai la norma è sei mesi prima, arriveremo a un anno?

Un primo esperimento di vendita in rete, più o meno, avviene nell'88.
Quell'anno vengono in Italia Michael Jackson e i Pink Floyd, due tour della madonna, e i preziosi tagliandi sono in vendita nelle filiali della Banca Nazionale del Lavoro.
Un curioso destino, dato che l'infrastruttura di rete di BNL diventerà anni dopo quella di Lottomatica.
Sul biglietto dei Floyd c'è la copertina dell'album.

Ma arriva dall'America una notizia che ricordo bene, in un intervista a David Zard (guarda caso).
Ticketmaster, storica azienda di vendita online di biglietti, stampa anonimi pezzi di carta con scritto il nome dell'artista, data, ora, luogo, e basta.
Di là dell'oceano già pensano a risparmiare, gli artwork costano.

Il mio primo pezzetto di carta è un concerto dei R.E.M. del 1995, è verde e c'è scritto Milano Concerti, 37000 lire, niente di più.
Identico a quello degli Smashing Pumpkins, 1998.
Nasceva in quegli anni l'astro di Ticketone.

Ticketone ha portato la filosofia di Ticketmaster in Italia.
Cartoncino colorato, il più vecchio che ho è del 2001, giallino, Bob Dylan a Anzio, Stadio del Baseball, 60000 lire.
Cambiano solo i dati del concerto, il resto è uguale; ogni tanto danno una tinta nuova, negli ultimi anni è azzurra.

Iniziò sfruttando la rete SISAL, poi passò a una sua rete di terminali, che nel corso degli anni ha sempre più ridotto, presumibilmente per spostare la vendita sul web, più economico.
Gode di un rapporto privilegiato con Milano Concerti, oggi parte di Live Nation, che a sua volta era un pezzo di Clear Channel, un gruppo che possiede qualcosa come 1200 radio in USA.
In pratica, la vendita di biglietti di eventi mainstream è sempre roba loro, e in molti casi Ticketone è di fatto monopolista, anche se esistono, o sono esistiti, dei concorrenti.

Uno di questi concorrenti è Greenticket, da cui ho comprato il mio primo biglietto per i Kings of Convenience nel 2005, Teatro Romano di Ostia, 25 Euro, serata caldissima.
I biglietti di Greenticket sono tutti uguali, mostrano un prato e il cielo azzurro.
Sarebbe anche peggio di Ticketone, se non fosse che loro ci mettono quasi sempre una foto del gruppo.
Anche sull'ultimo che ho preso, TV on the Radio per il 2 settembre al Circolo degli artisti.

Niente di che, ma sempre meglio che mostrare ai miei nipoti i cartoncini simil-bigliettodeltreno che girano adesso, e che qualcuno crede possano dare qualche emozione a vecchi sentimentali come me.

Rimanete con noi

Titoli indie sta per tornare.

20 agosto 2006

Like to get you know you well

Nella settimana di ferragosto tutto è deserto, perfino un sabato pomeriggio.
A Roma siamo rimasti io e gli extracomunitari, strade vuote, caldo appicicaticcio, SMS di amici in ferie un po' stronzi.
Con questo sfondo perfino Monteverde Nuovo, con i suoi sei o settemila €/mq, sembra Portonaccio.

Da quando una mia amica mi ha detto che non porta infradito perché ha i "piedi a panino" (non avevo mai sentito questa definizione), guardo i piedi di quelle che portano infradito, tipo Nanni Moretti.

Non sapevo che la collina di Monteverde Vecchio fosse retta da archi immensi, di cui qualcuno sinistramente ponteggiato.

Non sapevo che, percorrendo via Aurelio Saffi, un buon tratto delle Mura Gianicolensi cadesse a pezzi, e la strada è quasi tutta transennata.

Non sapevo che la parte sul lungotevere di una delle ville più belle di Roma, quella dell'Ordine di Malta, fosse transennata perché i muri sono tutti rotti.

Non sapevo che a fianco al Roseto Comunale (che prima era il cimitero ebraico) ci fosse l'Accademia Nazionale di Danza, che sta in un posto così bello che mi ha fatto venire voglia di iscrivermi, e magari mi prendono. A calci in culo.
Comunque la strada che va al Roseto è transennata perché il muro è pericolante.

Non sapevo che esistesse una Viale 8 marzo Festa della donna (scritto tutto d'un fiato).

Insomma non sono riuscito a trovare un posto aperto per comprare i biglietti dei TV on the Radio.

18 agosto 2006

All'Arabia Saudita

"Business: Britain agrees £10bn deal to sell Eurofighter aircraft to Saudi Arabia."

Sono 15 miliardi di Euro, che è una finaziaria.
BAE è la British Aerospace, che produce l'Eurofighter insieme alla nostra Finmeccanica (la sede è a Prati, sul lungotevere alla fine di Viale Mazzini, se volete portare un mazzo di fiori di congratulazioni)

"Saudi Arabia is buying 72 Eurofighters to replace its Tornado aircraft."

Avevano già i Tornado, guarda un po'.
Chissà chi li produce, mi pare il Pakistan, ma non sono certo.

"The Eurofighter - also known as the Typhoon - was competing against two rival planes, the US-made Joint Strike Fighter and the French Rafael."

Quindi non c'eravamo solo noi, ma anche americani e francesi.
Mancano quegli stronzi dei russi, mai che aiutassero un paese veramente democratico.
Che poi solo quelle mezze checche dei francesi potevano chiamare un aereo "Rafael".

"Saudi Arabia has been buying arms from Britain since the 1960s, and usually pays in oil."

Toh!

L'Eurofighter

Notare lo slogan "Nothing comes close", probabilmente copiato dal vecchio "No One Comes Close" della USAF.

All'Arabia Saudita...

17 agosto 2006

IGIF Presents: Sound Tracks

"And the music supervisor scours the world looking for the best songs to complete the director's vision, perhaps offering some of the biggest influence to what beautifies a film. Without sound, without music, some of the most recognizable and reveered scenes ever created wouldn't be as such."

I Guess I'm Floating ci porta nel mondo delle colonne sonore, venti scelte tra cui la fondamentale scena di Magnolia dove tutti cantano Wise Up di Aimee Mann.
C'è pure il zippone con tutte le canzoni.

LDN + S'hampton: end

Concludendo, siete dei gonzi se andate oltremanica e:

Non andate a Kew Gardens.
Non vi sedete al piano di sopra dei double-decker bus.
Non andate a Camden Lock (due o tre volte).
Non mangiate il Sunday Roast.

16 agosto 2006

LDN + S'hampton: il mio navigatore sta mettendo le foto

Qui.
(Sembriamo serissimi, Stonehenge a parte)

LDN + S'hampton: aria

bagno a fiumicino
In quei giorni il ministro dell'interno inglese diceva segretamente alla polizia: "Sono pakistani e girano con dei liquidi", e la polizia: "Non c'è problema, basta arrestare metà della popolazione di Londra", quindi noi eravamo tranquilli.

Arrivo con un buon anticipo a Fiumicino, e la gentile T, magrolina ma apprezzabile, mi fa fare il check-in elettronico.
Tempo totale sette minuti, e per due ore non so che cacchio fare, mi giro il Terminal C di Fiumicino che poi non è 'sto granché.

Volando con la British Airways il mito dell'hostess gnocca potete lasciarlo a casa.
Preferiscono l'efficienza e la cortesia, anche a terra, e di rado sono ragazzine.
Però una carina c'è, sulla targhetta ha scritto Carla, ma si pronuncia Coorla.
Fosse per me volerei sempre con loro.

Fiumicino è come ogni aeroporto dovrebbe essere, si arriva dal mare e si parte dal mare.
Quando il salsiccione con le ali si alza diventa tutto blu, l'abitato di Focene, la foce del Tevere, la centrale di Torrevaldaliga, Giannutri così piccola che sembra una nave, l'Argentario che sembra poter stare in una mano.
Cose che ho visto mille volte e rivedrei altre mille.

Ho un albergaccio che mi attende dalle parti di Victoria Station, il gestore unico di tutti gli albeghi della strada è un indo-pakistano che trovo sempre, a qualunque ora, ma che non dorme mai?
La mia stanza è la numero 62, con le finestre sui binari della stazione
Passa un treno al minuto, Blues Brothers non è solo un film.

(La foto l'ho fatta nel bagno di Fiumicino, e no, non l'ho scritto io)

LDN + S'hampton: de moto

Serranda a Pimlico
A Londra girano un sacco di moto, e anche un sacco di bici.
Certo non come qui, ma tante se si considera che lì piove e fa freddo praticamente per dieci mesi l'anno.

Il rapporto tra moto e scooter rispetto all'Italia è invertito, i mezzi con il cambio sono in maggioranza.
Non si vedono maxi, ho beccato un K5 nero a Wandsworth, mai visto un T-Max, in pratica girano solo mezzi di cilindrata piccola, con una percentuale schiacciante di Vespa, qualche SH, diversi Peugeot.

Non esiste altro casco che l'integrale, l'abbigliamento tecnico, tipicamente in pelle, è diffuso.
Sugli scooter più comune vedere ragazze, e anche molti che fanno consegne.
Su Grosvenor Road ho beccato una moto che trainava un carrello con targa.

Per le moto, quasi nessuna sportiva, molte nude, molte grosse BMW (che ha anche la polizia).

In giro ci sono parcheggi per i due ruote, contrassegnati dalla curiosa scritta "Solo - Motorcycles - Only", mi sfugge il motivo del "Solo" in italiano.

Ma la giustificazione dell'uso della moto l'ho intuita dopo.
A Londra è in vigore la famigerata Congestion Charge, un simpatico pedaggio di 8 Pound (12 Euro!), che bisogna pagare per entrare al centro.
Non sorprendentemente, all two-wheeled vehicles (including those with sidecars) - that is, motorbikes, mopeds and bicycles - are exempt from the Congestion Charge.

15 agosto 2006

LDN + S'hampton: the Hampshire Connection

Grazie per gli spaghetti visto che alla mandria non si rimediava niente.
Se risento dire pitorescow nei prossimi dieci anni uccido.
Era la prima volta a sinistra, ma i cavalli per mettermi alla prova mi pare troppo.
No, non la volevo sposare, non mi piaceva, e non ero ubriaco.
E non è vero che sembra che ho 45 anni, ne dimostro 43.

E poi pare che io non sappia chi è Daniel Lanuà, e che invece lui sia uno che produce.
Produce per secondo, dicono, insieme Braian Ino, la premiata ditta "Braian Ino and Daniel Lanuà".
Invece sul disco c'è scritto "Daniel Lanois and Brian Eno".
Eccessive di zelo.

14 agosto 2006

LDN + S'hampton: maschi

Va da sé che in un posto così ad essere uomini di successo bisogna farla grossa, in qualunque campo.
Ed ecco che a Westminter potete vedere lapidi dedicate a Edmund Halley (con un'evidente differenza di trattamento rispetto agli astronomi nostrani), o anche a Lawrence Olivier.

Ma se si vuole la gloria vera, i maschietti devono conquistarla con le armi.
Qualcuno ha mai visto spade sguainate o cannoni o fucili in una chiesa italiana?
Qui sono ovunque, accompagnate dall'onnipresente "For God, the King, the Country", Dio, il Re e la Nazione tutt'uno, che non è un concetto inventato in Inghilterra, ma là ancora vivo, pare.
Storicamente è falso, e si sono scannati innumerevoli volte tra di loro, ma non conta.

Eppure, a vedere l'eterogeneità del popolo dei pub, i bambini in maglietta anche con dieci gradi, le famiglie biondissime che mangiano sedute per terra il Fish & Chips sul lungomare di Swanage, questa gente dà un idea di incredibile dolcezza.

Che sparisce quando qualcuno la minaccia.
E gli inglesi, le guerre, generalmente le vincono.

LDN + S'hampton: femmine

Assioma: le ragazze inglesi sono tutte carine.

Non è possibile non notare che qui ogni donna è circondata da un numero di bambini e passeggini che per chi viene dalla Repubblica del Figlio Unico è incredibile.
Gli infanti inglesi sembrano usciti tutti dal Villaggio dei Dannati.

Poi, le bambine evolvono in bambine bellissime, e quindi nelle ragazze di cui sopra.
I bambini evolvono in uomini generalmente brutti.

Girando tra le tombe reali, i re hanno sempre a fianco la regina, ed erigono monumenti dedicati alla madre.
Le regine non hanno mai nessuno, quasi a negare il bisogno.
E davanti al ministero della difesa c'è il monumento "alle donne della seconda guerra mondiale"
Tutto appare matriarcale.